Blood harvest - Film (1987)

Il cantante Tiny Tim è un personaggio indubbiamente inquietante; un ruolo in un film horror è quindi per lui azzeccatissimo, soprattutto se vestito da clown. E' uno slasher canonico con alcuni elementi interessanti che lo elevano dalla media come la super sexy (seppur di recitazione fastidiosissima) Itonia Salchek al suo unico ruolo o le scene col già citato Tiny Tim che canta nel suo agghiacciante e famoso falsetto. Un andamento volutamente confusionario nella prima metà aggiunge ulteriore bizzarria a quello che forse è il miglior film di Rebane.

Dopo mostri di varia natura e minacce extraterrestri, ci voleva una svolta slasher per associare il nome di Rebane a un prodotto, se non buono, almeno dignitoso. Per quanto il plot resti di sconfortante banalità (tentare di nascondere l'identità del killer suona come un'offesa all'intelligenza del pubblico) e i momenti di stanca abbondino, la performance clownesca di Tiny Tim (ben prima che i pagliacci si affermassero come presenza fissa nell'horror) si accosta a quella di Thornton in Terrifier sul versante dell'inquietudine. Discrete le scene di sangue e pure l'erotismo funziona.

Il livello non è tanto più alto degli altri film di Rebane; girato in un giorno (!), risulta grezzo e a tratti quasi amatoriale, con prove attoriali perlopiù atroci (su tutti la protagonista) e un plot con whodunit più che prevedibile. Il clown del noto Tiny Tim anticipa tanti suoi simili nel cinema horror ma in realtà è uno specchietto per le allodole, ricoprendo un ruolo quantomeno inoffensivo; rimangono qualche discreta scena splatter, un po' di nudi gratuiti (nel contesto di una certa morbosità) e una ost decorosa, per uno slasher di seconda fascia dalla fama ingiustificata.

Poveristico, inserito nel filone del southern horror alla Tobe Hooper (fate le debite proporzioni), ha un paio di frecce al suo arco che lo rendono vedibile per gli stretti appassionati del genere: il clown interpretato dalla bizzarra star musicale folk Tim Tiny che quando canta in falsetto mette i brividi, la seconda parte con un paio di sorprese non male, il gore artigianale ma piuttosto truculento. Il veterano Rebane poi come riempitivo impepa il tutto con abbondanti nudi e scene sexy dell'esordiente Itonia (!) Salcheck (che qui inizia e finisce la carriera). Discreto...