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MMJ Davinotti jr
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LE LOCATION
L'IMPRESSIONE DI MMJ
Tipicissimo, tonitruante comic-movie che la DC assembla per lanciare The Rock nel proprio personale Olimpo di supereroi facendolo affiancare da una manica di metauomini di seconda fascia incapaci di rivaleggiare, quanto a carisma, coi loro omologhi Avengers. Lo spazio maggiore, comunque, se lo guadagna fortunatamente Black Adam, che in realtà qui si chiama ancora Teth-Adam e proviene dal 2600 Avanti Cristo, dove nella città di Kahndaq era un semplice schiavo come tanti. Al tempo fu semmai il suo giovane figliolo a mostrare la forza di ribellarsi al feroce dittatore. Avvenne però qualcosa che verrà chiarito solo nella seconda parte del film e dei due, dopo un prologo faticoso,...Leggi tutto non si saprà nulla per 5000 anni.
Dal passato si salta quindi al solito futuro distopico nel quale un'organizzazione criminale, la Intergang, opprime ciò che Kahndaq è diventata e insegue l'archeologa Adrianna (Shahi). Questa, durante l'esplorazione di una caverna, per scampare al pericolo non trova di meglio che evocare l'antico campione Teth-Adam, che risorge dalla sua tomba e massacra gli sgherri della Intergang combinando danni collaterali inenarrabili. Al punto che una funzionaria del governo degli Stati Uniti chiama in servizio la Justice Society (gli Avengers della DC comics) per placare la furia di questo nuovo disturbatore della quiete pubblica. Mica che pensino a regolare quelli della Intergang... macché. Si scatena di conseguenza una lotta buoni contro buoni che un po' destabilizza: siamo abituati a vedere una distinzione chiara tra Bene e Male, in questi film. Ci vorrà comunque poco perché gli uni e gli altri si parlino andando a identificare il nemico comune, che si scoprirà poi essere la reincarnazione dell'antico dittatore di Kahndaq, pronto ad ogni nefandezza per recuperare la preziosa corona del potere che gli era stata sottratta nel prologo.
Insomma, il consueto intreccio tremendamente caotico al quale pare che le trame dei cinefumetti non possano rinunciare. Tutto fumo negli occhi che Jaume Collet-Serra, regista spagnolo dal buon curriculum, pur incappando in qualche scivolone di troppo condisce con quintali di scatenata action in computergrafica che satura velocemente lo schermo: esplosioni a ripetizione, raggi azzurri che scaturiscono da ogni dove, la lega di giustizieri che prova a dare un po' di varietà agli effetti speciali senza riuscirci (cosa possono d'altronde combinare quella che fa vento, l'altro con le ali da aquila, l'uomo che s'ingrandisce o Pierce Brosnan versione mago Otelma?).
L'unico a poter dare qualcosa in più è naturalmente Dwayne Johnson, diligente nell'interpretare un ruolo piuttosto infelice ma che almeno può ricorrere alle trovate spettacolari più roboanti e creative. Ciò che poi resta, però, di fronte a tanta vacuità che si cerca vanamente di rivestire d'una patina di dignità, è un divertimento buono giusto per i fan del genere, ai quali in fondo la immancabile dose di show di luci e suoni è garantita da uno schema che ripete se stesso all'infinito (scena nascosta nei titoli di coda compresa, qui con l'entrata in scena di Superman). Pura routine, insomma, "corretta" e pensata ad uso e consumo dei fan ma da dimenticare senza rimpianti. Comparsata di Henry "Fonzie" Winkler: conversa dal video di un telefonino...
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Dal passato si salta quindi al solito futuro distopico nel quale un'organizzazione criminale, la Intergang, opprime ciò che Kahndaq è diventata e insegue l'archeologa Adrianna (Shahi). Questa, durante l'esplorazione di una caverna, per scampare al pericolo non trova di meglio che evocare l'antico campione Teth-Adam, che risorge dalla sua tomba e massacra gli sgherri della Intergang combinando danni collaterali inenarrabili. Al punto che una funzionaria del governo degli Stati Uniti chiama in servizio la Justice Society (gli Avengers della DC comics) per placare la furia di questo nuovo disturbatore della quiete pubblica. Mica che pensino a regolare quelli della Intergang... macché. Si scatena di conseguenza una lotta buoni contro buoni che un po' destabilizza: siamo abituati a vedere una distinzione chiara tra Bene e Male, in questi film. Ci vorrà comunque poco perché gli uni e gli altri si parlino andando a identificare il nemico comune, che si scoprirà poi essere la reincarnazione dell'antico dittatore di Kahndaq, pronto ad ogni nefandezza per recuperare la preziosa corona del potere che gli era stata sottratta nel prologo.
Insomma, il consueto intreccio tremendamente caotico al quale pare che le trame dei cinefumetti non possano rinunciare. Tutto fumo negli occhi che Jaume Collet-Serra, regista spagnolo dal buon curriculum, pur incappando in qualche scivolone di troppo condisce con quintali di scatenata action in computergrafica che satura velocemente lo schermo: esplosioni a ripetizione, raggi azzurri che scaturiscono da ogni dove, la lega di giustizieri che prova a dare un po' di varietà agli effetti speciali senza riuscirci (cosa possono d'altronde combinare quella che fa vento, l'altro con le ali da aquila, l'uomo che s'ingrandisce o Pierce Brosnan versione mago Otelma?).
L'unico a poter dare qualcosa in più è naturalmente Dwayne Johnson, diligente nell'interpretare un ruolo piuttosto infelice ma che almeno può ricorrere alle trovate spettacolari più roboanti e creative. Ciò che poi resta, però, di fronte a tanta vacuità che si cerca vanamente di rivestire d'una patina di dignità, è un divertimento buono giusto per i fan del genere, ai quali in fondo la immancabile dose di show di luci e suoni è garantita da uno schema che ripete se stesso all'infinito (scena nascosta nei titoli di coda compresa, qui con l'entrata in scena di Superman). Pura routine, insomma, "corretta" e pensata ad uso e consumo dei fan ma da dimenticare senza rimpianti. Comparsata di Henry "Fonzie" Winkler: conversa dal video di un telefonino...
ChiudiTITOLO INSERITO IL GIORNO 30/10/22 DAL DAVINOTTI
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Clicca sul nome dei commentatori per leggere la loro dissertazione ( vale mezzo pallino)
- Grande esempio di cinema:
Michdasv - Non male, dopotutto:
Jandileida, Rambo90 - Mediocre, ma con un suo perché:
Marcel MJ Davinotti jr., Smoker85, 124c, Enzus79 - Scarso, ma qualcosina da salvare c’è:
Reeves, Daniela, Galbo
Ennesima pellicola di supereroi a marchio DC la cui trama sembra un pretesto per far menare le mani al protagonista, la cui forza appare ampiamente superiore a quella degli altri in scena, anche perché i loro poteri sono abbastanza inutili per un tale avversario (fatta eccezione forse per il Dottor Fate). La trama è abbastanza elementare e non si impiega molto a capire dove si voglia andare a parare, compreso il "colpo di scena" sacrificale finale. The Rock e Brosnan son quelli che reggono meglio la scena, non male la Shahi, il resto è poca cosa, talvolta ai limiti dell'irritante.
MEMORABILE: Il risveglio di Teth Adam; Lo scontro tra Dottor Fato e Re Akh Ton.
Scuderia di fumetti con giusto un paio di cavalli di razza, la DC continua però a dar battaglia sul piano filmico e prova anche lei a creare, seppur con fatica, un proprio universo parallelo. Stavolta tocca a Black Adam, ex schiavo similegizio che diventa per magico volere un supersupereroe. La storia è quello che è, cioè insignificante, nonostante qualche velleitario tentativo di articolare e complicare l'etica dei protagonisti. Il comparto botti e ultrasuoni reca però qualche soddisfazione, così come non delude il massiccio The Rock, a suo agio nei panni di questo granitico eroe.
Un film che sorprende. Certo, c'è un gran rimescolio di luoghi comuni: il Golem, Indiana Jones, e i supereroi-League che sembrano copiati da Strange e Antman. Ok. Ma c'è anche una (bella) descrizione di un "Medio Oriente d'Asia" (tra ittiti, babilonesi e persiani) che non ne può più di "mercenari che parlano inglese" che "decidono chi è buono e chi è cattivo" ai posti di blocco e altrove. Bella interpretazione di Dwayne Johnson, sempre meno "ginnasta" e più "attore" (e antieroe). Ottimi Shahi e Amer; ma Il vero protagonista è il ragazzino (odierno).
MEMORABILE: "Non è il vostro Paese: non sta a voi decidere".
Gran rumore per nulla, diceva il buon Shakespeare. Qui di rumore ce n'è davvero tanto, ci sono effetti fracassoni e colpi di scena continui con grande dovizia di effetti digitali. Sembra però un vero e proprio film di plastica, e nonostante la presenza iconica di The Rock non si ha mai un solo momento di interesse o di sorpresa. Cinema fast food, che perdipiù on ha incassato come ci si aspettava.
Trama ovviamente poverissima ma tanta azione scatenata e un ritmo sicuramente più appropriato al genere e meno letargico di certi omologhi Marvel. Il cast poi funziona, con The Rock che crede a fondo nel suo personaggio e ci consegna un antieroe interessante e Brosnan che nonostante la ridicola tuta in CGI sprizza carisma a volontà. Può andare come passatempo, pur senza mostrare nulla di originale o chissà quanto articolato. Durata giusta.
Dopo un prologo egizio in stile Signore degli Anelli, parte una vicenda ambientata nel futuro in cui un super eroe forzuto e dotato di poteri magici lotta contro un'organizzazione malvagia con l'aiuto di altri super caratterizzati in modo approssimativo... Meritato flop al botteghino per un film nato morto: la sceneggiatura è un copia-incolla scoordinato, Johnson funziona solo quanto non si prende troppo sul serio, Collet-Serra sembra aver dimenticato come si dirige un film d'azione, gli effetti speciali sono brutti, l'ost rintrona, la noia impera, la palpebra cala.
MEMORABILE: Barba, capelli e giacca fantasy di Pierce Brosnan (solo per lui il punto esclamativo).
The Rock nei panni di un antieroe dei fumetti DC fortissimo, collegato a Shazam; peccato si riveli un taciturno e poco espressivo. La storia, però, è una scusa per vedere il nostro menar le mani, risvegliato, quasi in stile Fantaman, da una donna stanca di vivere sotto il giogo di perfidi terroristi, che hanno invaso il suo paese. Riescono ad infilarci, oltre a un passato tormentato e a un odioso ragazzino in skateboard da salvare, persino quattro supereroi della Justice Society, capeggiati da un magico Pierce Brosnan (alquanto gigione) e dal forte, ma inutile, Hawkman.
MEMORABILE: Hawkman: "I veri eroi non uccidono!".
Eroe minore (nel senso di non troppo conosciuto) dell'universo DC, Black Adam è protagonista di un cinefumetto a lui dedicato rigorosamente all'insegna della "tamarragine" a partire dal protagonista. A ben vedere Dwayne Johnson, con il suo piglio autoironico, è l'unico a salvarsi di questa produzione colossale ma nello stesso tempo pasticciata, con una computer grafica preponderante e una durata insostenibile a causa della monotonia della storia: un mix di simil Egitto e una serie infinita di scene d'azione che estenuano lo spettatore.
Ennesimo film tratto da un personaggio della DC Comics. Dopo essere stato liberato dalla sua tomba, Black Adam si assume il ruolo di portare giustizia sulla Terra. Mediocre e abbastanza fiacco. Non bastano un Dwayne Johnson tutto sommato simpatico a tenere alto l'interesse. Sprecato Brosnan. Regia discreta. Apprezzabili gli effetti speciali, meno la colonna sonora.
Jaume Collet-Serra HA DIRETTO ANCHE...
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- L'ambientazione, con le incisioni cuneiformi, l'architettura e i vestiti, mi sembra rimandare più a un'area sumero-babilonese che non egiziana. E pertanto più di un "Medio Oriente" asiatico (tra Iraq e Persia, direi) che un Medio Oriente africano cioè egiziano.
Detto questo, la Shahi è di origine persiana, Amer è palestinese, ma il casting ha selezionato visi e carnagioni sia asiatiche sia africane (dell'area mediterranea). Il bravo Marwan Kenzari, di origini tunisine e un look molto "arabico", già visto come Malvagio in Aladdin live action 2019.
Il ragazzino è interpretato da Bodhi Sabongui (figlio dell'attore egiziano-canadese Patrick Sabongui), già noto per Il Club delle Baby Sitter.
Gli unici personaggi esplicitamente "afroamericani" arrivano nella città con un'astronave, e non comprendono nulla delle dinamiche locali: Hawkman (l'Uomo-Falco)/Aldis Hodge, e Ciclone/Quintessa Swindell. - Tra le canzoni della colonna sonora merita un cenno di rilievo la adrenalinica "Paint it Black" dei Rolling Stones (1966), con la cui ambivalenza del nome si gioca; e, per contrasto, la scena del pulmino con il "mangiacassette" (veramente!) che culla la rilassante "Baby Come Back" dei Player (1977). Per un breve attimo (dimenticando le armi in possesso ai mercenari) si potrebbe credere, basandosi sulla copresenza del pulmino, il mangianastri e la canzone, che la scena sia ambientata veramente alla fine degli anni Settanta...Ultima modifica: 7/11/22 08:58 da Zender
