Note: Si tratta della versione cinematografica del telefilm Get Smart, creata da Mel Brooks e Buck Henry, trasmessa in America dal 1965 al 1970 per un totale di 138 episodi.
Da un celebre telefilm dei Sessanta (creato da Mel Brooks e Buck Henry, qui ancora attivi in veste di “consulenti”) più volte già ripreso anche in tv, arriva un lungometraggio che trova in parte in Steve Carell un convincente sostituto di Don Adams. Se però le facce sono quelle giuste (oltre a una sempre brava Anne Hathaway ci sono anche tre magnifici “vecchi” come Alan Arkin, James Caan e Terence Stamp) altrettanto non si può dire per soggetto e sceneggiatura, che affastellano situazioni poco divertenti salvo in rare occasioni (il cono di silenzio, la minibalestra in aereo...). Si indulge troppo nell’azione, soprattutto nell’interminabile finale, dimenticando che Get Smart funzionava...Leggi tutto come parodia e come tale andava trattato. Peter Segal dirigendo il terzo episodio della PALLOTTOLA SPUNTATA aveva dimostrato di sapersi destreggiare bene nel genere, qui sembra prigioniero di un copione poco omogeneo, che inserisce qualche singola gag riuscita all’interno di scene quasi sempre mal strutturate, sbagliate nei tempi comici, zeppe di pause non richieste. Tanto che lo stesso Carell pare più volte in imbarazzo, come se non sapesse come interpretare correttamente le battute. Siamo in una terra di mezzo tra la parodia e l’azione alla Mission impossible (la colonna sonora ricalca i temi di quella fortunata serie), con una trama esile che però ogni tanto reclama una certa attenzione. Rivedere l’ennesimo passaggio tra i laser rossi delle stanze sorvegliate e altre trovate di rara vetustaggine può anche andar bene, se li si rilegge con intelligenza; qui invece lo si fa con poca fantasia, ripercorrendo strade portate innumerevoli volte sullo schermo (la parodia degli agenti segreti è tra le più inflazionate in assoluto). Finché i dialoghi brillano ci si può anche divertire, ma il più delle volte ci si chiede come sia possibile sprecare un simile cast con una sceneggiatura tanto sterile (vedi la comparsata inutile di Bill Murray nell’albero). Il ricorso pesante all’action fracassona più anonima e senza guizzi stona, in un film che si vorrebbe prima di tutto divertente. Terence Stamp è un buon cattivo, ma anche lui si perde nel grigiore generale.
Chi, come lo scrivente, è stato fan della serie, farebbe bene a gustarsene le puntate, di tanto in tanto trasmesse da La 7, la domenica mattina, piuttosto che pagare il biglietto per questa scialba ed incolore versione per il grande schermo. Sulla carta tutto avrebbe dovuto concorrere a farne un cult comico (gli interpreti, le gag), ma il copione latita nel ritmo, in modo imbarazzante per un prodotto del genere. Due tre momenti divertenti su 110' di durata sono davvero pochi.
MEMORABILE: Il cameo di Bill Murray, agente 23, nascosto in un albero.
Divertente e avventurosa commedia che prende la serie e la aggiorna - narrativamente e cinematograficamente - ai nostri tempi: certo, lo spirito originario viene ritoccato facendo di Smart una specie di eroe ingenuo ma pieno di risorse (anzichè un'idiota cialtrone) e nel riempire il film di buone scene d'azione; ma le risate non mancano, la regia è migliore del previsto e gli attori sono in forma.
MEMORABILE: Smart, in bagno, prova a liberarsi dalle manette con una balestra portatile.
L'agente Get Smart riappare dopo diverso tempo in un lungometraggio dagli alti e bassi. Alcune scene sono veramente divertenti mentre altre, soprattutto quelle action, abbastanza soporifere. Il restyling del personaggio Smart però è notevole: il punto forte del telefilm era proprio l'inconsapevolezza di ciò che gli stava capitando attorno e solo grazie al "99" riusciva a salvarsi. Qui invece è un pochino troppo "sveglio". Si poteva fare molto di più.
MEMORABILE: La scena della balestra nel bagno dell'aereo.
Bella commedia, che alterna momenti di ilarità allo stato puro a momenti un po' meno divertenti, ma che comunque non ha punti morti e non annoia. Steve Carell conferma la sua capacità di risultare imbranato e goffo, ma allo stesso tempo utilizza una comicità non stupida o di basso livello.
MEMORABILE: "Hai visto qualcosa mentre ballavo?" - "Una volta sola... forse non ti aspettavi che ti sollevasse così in alto".
Debbo confessare che mi sono divertito a vedere "Agente Smart- Casino totale". Ha un interprete, Steve Carrell, che ricorda Don Adams, la star originale dell'omonimo serial anni '60. Anne Hathaway, nei panni dell'Agente 99, eterna compagna di Maxwell Smart, è sensuale, decisa e spiritosa, Alan Arkin nei panni del Capo del Control rispolvera degnamente il suo umorismo, The Rock è un Agente 23 perfetto... Eppure anch'io ho avuto la sensazione di vedere uno 007 classico e non un film demenziale.
Simpatica commediola spionistica dalla confezione più che dignitosa. Si propone il doppio scopo di essere remake di un telefilm che faceva il verso a 007, ma anche, non tanto velatamente, di rifarsi all'ultimo 007. Carrell se la cava egregiamente (impagabili alcune sue espressioni), la Hathaway sprizza incredibilmente sesso da tutti i pori e un paio di sequenze lasciano il segno. Quel che non convince è la commistione tra demenzialità (tenuta a freno) e scene d'azione male amalgamate. Tuttavia è un film abbastanza divertente. Qualche cameo.
Parodia di 007 costruita con mestiere ma povera di contenuti veramente divertenti. La partenza è buona, i personaggi collimano ma una volta in azione i nostri eroi perdono inventiva e le loro gesta diventano scontate, specie quando il genere comico viene shekerato con troppa spy-story. Per buona parte del film abbiamo una stasi che ne compromette l'esito. In forma la Hathaway, discreto Carell che sa dare un minimo di carattere al personaggio senza diventare stupido.
Mah, portare al cinema, nel 2008, un telfilm degli anni '60 in cui si parodiava 007, sembra già a tavolino operazione fuori tempo massimo; la visione della pellicola conferma tutti i timori che albergavano nella mente dello scrivente. Quello che risulta veramente difficile da accettare è la parte "action" di questo remake. Infatti gli script originali erano tutti incentrati sulla parte "demenziale" con poco o nulla spazio all'azione, contariamente a quanto avviene ora su grande schermo. Alcune battute simpatiche non riscattano la sciatteria.
Un lungometraggio derivativo, parodia di tutti gli archetipi spionistici di 007 e compagni, non potrà che essere parecchio "forzato". Si ridacchia, non si ride, si abbozza, non ci si diverte. Carell è abbastanza simpatico e la Hathaway sensuale quanto basta ma nel complesso il giocattolino non funziona al meglio. Il trailer è più esilarante di quanto in realtà sia la pellicola, e ho detto tutto.
Poca cosa questa rivisitazione di una simpatica serie TV degli anni 60. Il protagonista è senza infamia e senza lode e le gag riuscite sono troppo poche rispetto a quelle mediocri e ai momenti (veleno per queste pellicole) che lasciano totalmente indifferenti. Anche i due giovani apprendisti non sono niente di che; e The Rock sembra piazzato lì solo per la scena in cui Smart lo bacia. Il cattivo non è male (dice al suo grosso sgherro che è sostituibile con un rinoceronte), ma il tutto viaggia senza veri guizzi comici, facendo fare solo mezzi sorrisi.
MEMORABILE: "Attenzione! Questa roba è radioattiva. Se sbagli una mossa, qui paraponzipù!"
Poteva essere una buona idea quella di riproporre le avventure dell'agente Smart protagonista dell'amabile serie TV degli anni Sessanta creata da Brooks e Henry, tanto più avendo a disposizione un protagonista azzeccato come Carrell, fresco del clamoroso succeso di Office, affiancato da un cast di assoluto prestigio. Invece di una parodia scoppiettante come nelle attese, per colpa di una sceneggiatura povera di gag e una regia spenta il risultato è una blanda commedia action che fa più sbadigliare che sorridere, irritante per lo spreco di talenti attoriali.
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Discussione124c • 12/12/08 18:08 Contatti col mondo - 5193 interventi
Questo "Agente Smart - casino totale" è una simpatica commedia d'azione, non un film demenziale. Un film demenziale è diverso, è innazitutto più breve (di solito, non supera i 90 minuti) e, in ogni sequenza, è inserita una gag, se non fisica, verbale. Steve Carrell è il degno erede di Don Adams, anche se prima di questo film non mi diceva niente come comico, Anne Hathaway è bellissima, ma invece di sforzarsi di parodiare le varie donne d'azione, come la Sydney Bristow di "Alias", o la classica Emma Peel di "Agente speciale", è l'ennesima donna d'azione in un film d'azione. Lacrimuccia per la morte di Don Adams, il Maxwell Smart originale, che gli ha impedito di partecipare al film. Doppio lacrimuccia perché Mel Brooks non ha diretto questo "Get Smart" cinematografico (in fondo, il personaggio è suo), ma anche no, visto che di non è più quel geniale regista di una volta (ma ve lo immaginate un "Get Smart" di Mel Brooks con il cameo del solito "amicone" Ezio Greggio da Vercelli ?). Una trama troppo orientata a seguire le trame dei James Bond di Sean Connery e di Roger Moore, un Siegfried troppo vicino ai cattivi bondiani per far veramente ridere come faceva quello di Bernie Koppell, un quartier generale del "Control" che pare troppo quello de "L'uomo dell'Uncle" (altra serie di spionaggio degli anni'60) e così via. Però ci si diverte lo stesso, sperando in un sequel più brioso.
Curiosità124c • 12/12/08 18:10 Contatti col mondo - 5193 interventi
Il wrestler Tulip, the Great Kali, cita apertamente il killer Squalo di Richard Kiel di "007 - la spia che mi amava" del 1977, divenendo buono come il suo predecessore in "007 - Moonraker - operazione spazio" del 1979.
Sono del tutto d'accordo, non riesco a definire demenziale un film così. Troppo spesso si usa il termine demenziale a sproposito, nel cinema, perché a mio avviso sono pochi i film veramente demenziali.
Discussione124c • 12/12/08 18:18 Contatti col mondo - 5193 interventi
Finzi ebbe a dire: Sono del tutto d'accordo, non riesco a definire demenziale un film così. Troppo spesso si usa il termine demenziale a sproposito, nel cinema, perché a mio avviso sono pochi i film veramente demenziali.
Steve Carrel mi ricorda un pò l'attore Maurizio Micheli in questo film, a te no eh ?
Non ci avevo pensato ma hai ragione!!! Ma forse anche in altri film gli somiglia. Qui comunque di più.
DiscussioneRaremirko • 19/10/16 01:09 Call center Davinotti - 3863 interventi
Sulla scia di Johnny English, una parodia (Segal ha fatto spesso simili film leggeri e farseschi) di 007 molto poco volgare e qua e là divertente.
Molto bella la Hathaway, ricco il cast (ma praticamente, Carell a parte, gli altri si vedono poco o pochissimo) ed il film scorre bene pur non presentando nulla di che, ne come situazioni (ma la scena d'azione finale non è male), ne come script, ne come caratterizzazioni.
Simpatico e godibile ma, a questo punto, un Austin Powers ha più stile, più carisma e più attrattiva.
E' vero, come evidenziato da altri in rete, l'ago della bilancia non pende mai troppo sull'aspetto farsa, dando vita più che altro ad una commedia action qua e là semiseriosa.
Sufficiente; magari il brand andava meglio in tv.
DiscussioneZender • 19/10/16 09:32 Capo scrivano - 48839 interventi
Raremirko ebbe a dire: Simpatico e godibile ma, a questo punto, un Austin Powers ha più stile, più carisma e più attrattiva.
Sono certamente d'accordo, però questo personaggio è precedente a Austin Powers, nel senso che viene da una serie tv degli Anni Sessanta.