Tutti gli episodi di Derrick commentati! - Stagione 22

26 Ottobre 2009

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1995 (STAGIONE 22):


243. IL GATTO SENZA ORECCHI (Katze ohne Ohren)
La ragazza di uno spacciatore è alle prese con un "cliente" del suo uomo quando viene rapita dal discorso che un fisico ta facendo alla televisione: metafore da quattro soldi relative appunto a un gatto senza orecchi, mescolato al buco nell'ozono, all'indifferenza delle nuove generazioni e quant'altro. Ma lei ci casca in pieno e, quando il suo partner torna a casa annunciandole felice che il boss lo ha "promosso" allo spaccio nelle scuole, lei lo molla, decisa a cambiar vita (e la si può anche capire, diciamo). Dapprima raggiunge il fisico/sociologo, gli parla, cerca di aiutare un tossico e nl frattempo qualcuno accoppa lo spacciatore. Son pasati 25 minuti e di Derrick nemmeno l'ombra. Quando finalmente entra in scena si capisce che ben poco avrà da fare, preferendo da subito la ricerca della persona deputata a confessare. S'introduce anche qualche personaggio nuovo e ci sarà un colpo di scena finale non del tutto chiaro... Ma poco importa, dopo minuti e minuti trascorsi ad ascoltare sproloqui sul gatto senza orecchie, incontri con i drogati... Quando c'è l'eroina di mezzo si può star quasi certi che la puntata non riserverà nulla di buono. Qui la conferma: poco giallo, filosofia spicciola, il solito tossico che manda in crisi amici e familiari per procurarsi la dose. Consoliamoci con un Harry piuttosto incazzoso... (Zender)

**! Episodio tipico delle ultime stagioni, incentrato sulla sociologia della violenza e della disperazione più che sull'intrigo poliziesco. Non si può negare un ricorso eccessivo alla retorica, nei discorsi del fisico redentore dell'umanità. Tuttavia, le interpretazioni sono sentite e pregevoli, soprattutto quelle del dottor Kostiz, della bella Karina (Svenja Pages) e del giovane drogato Andreas (di un realismo impressionante). Derrick pragmatico e poco affascinato dai bei discorsi, Harry acuto ("Non lo sapeva"... "Lei lo sapeva!"; "Vagabondare senza meta... un classico"). Con pregi e difetti, ma gradevole. (Kozincev)

** Il titolo, orribile, fa riferimento a una storia strampalata, senza capo né coda, che un fisico-filosofo racconta alla televisione per convincere i giovani a occuparsi del pianeta. Episodio certamente animato da buone intenzioni, con un messaggio civico ed ecologista encomiabile, che tuttavia scorre in maniera piuttosto blanda, anche perché l'omicidio di turno - quello di un mediocre spacciatore dal capello bisunto e lo sguardo opaco - poco c'entra con il tema e poco interessa a tutti, Derrick compreso. Salvano la baracca, oltre al suddetto approccio ecologista, un paio di buone interpretazioni (su tutte il fisico e la compagna dello spacciatore morto) ed un Harry piuttosto pimpante. Finale poco chiaro e poco plausibile. (Eresiarca) 


244. CHIAMATA DA VIENNA
(Anruf aus Wien)
*** Rapiscono la figlia di un banchiere e il fesso, quando gli passa in casa il manigoldo con passamontagna a ritirare il riscatto, lo accoppa con un maldestro colpo di pistola. Disastro: come minimo mi fan fuori la figlia, pensa l'uomo; no, per sua fortuna entra in scena Derrick che con un un colpo di genio idea una soluzione fantastica per salvare capra e cavoli: fa credere ai complici del rapitore ucciso che questi sia passato a ritirare i soldi del riscatto e se ne sia fuggito a Vienna con il bottino! Per far stare in piedi la clamorosa panzana Derrick decide allora di passare dalla moglie della vittima in modo che la donna regga il gioco e dica di aver accompagnato il marito in aeroporto con destinazione Vienna. E' lei il personaggio chiave: incredula di fronte alla notizia che il marito sia morto, accetta le macchiavelliche elucubrazioni di Derrick restando a metà tra il servizievole e il fuori della realtà, arrivando ancora a credere che il marito sia davvero vivo! Episodio diverso dal consueto, architettato meglio del previsto ed effettivamente coinvolgente (nonostante un finale tirato via), con buone scene di suspence e una tensione crescente. La donna allunga la nutrita schiera di personaggi rintronati presenti nella serie, ma ha anche reazioni inattese che piacciono. (Zender)

***! Gustoso episodio che funziona bene grazie all'incredibile messinscena attuata da Derrick, che qui spreme le meningi a tutto spiano (sembra quasi di vedere le sue rotelline che girano a mille all'ora, con fumo che gli esce dalle orecchie). In più, ad aggiungere ancora qualcosa ci pensa la moglie schizzata, ma utilissima, del defunto, che svolgerà un ruolo fondamentale grazie alla sua estrema naturalezza (Derrick, a un commento di Harry che non la ritiene in grado di recitare, ruggisce: "Ma chi volevi, la Duse!?". Nota di merito per il capo di Derrick che, accortosi dell'incapacità di distinguere tra realtà e finzione della poveretta, sbotta: "Vienna? Il viaggio? Ma Vienna non è mai esistita!". Poi, silenzio e risbotta al telefono: "Ma lo so che è in Austria!". Notevole e da vedere. (Puppigallo)
 
***** Forse non l'episodio migliore in assoluto (probabilmente nelle prime stagioni si trova qualcosa di ancora più avvincente), ma personalmente è quello che amo di più. Per la suspense straordinaria, scandita nella prima parte da una colonna sonora angosciante; la bravura degli interpreti; la caparbietà di Derrick ("E' un modo per guadagnare tempo") e la sua saggezza filosofica; i siparietti con il capo. Un must. (Kozincev)

*** Un buon episodio novantiano, rigoroso nello sviluppo, risolto grazie a una trovata non da poco di Derrick e alla collaborazione sonnambolica di un personaggio (la moglie di uno dei criminali, defunto e fantasmatico). Il climax ascendente è congegnato con senso geometrico sia nell'azione che nel pathos. L'ispettore si muove tra saggezza, esperienza e improvvisazione emotiva, risolvendo da fermo una vicenda dove si rischia il peggio (ovvero la morte di una ragazza rapita). Harry defilato; comunque indispensabile (o quasi). (Faggi)
 
***! I soliti malviventi rapiscono la figlioletta di un riccastro. Questi però, al momento della consegna del denaro, perde la testa e ammazza un rapitore. Sembrerebbe il preludio a un episodio piuttosto bolso, salvo che la sceneggiatura ha escogitato una trama pirandelliana ma con una sua logica. Il merito va in buona parte al personaggio della vedova, che pur sembrando il classico vegetale derrickiano si rivela nella sua complessità e arriva a muovere a compassione lo spettatore. Un po' trafelato lo scioglimento della vicenda, ma perlomeno si ha anche occasione di sorridere nel corso della puntata. Tra i migliori degli anni 90 della serie. (Gordon)


245. UN OMICIDIO: SECONDO TEMPO (Ein Mord, zweiter Teil)
** Omicida arrestato a suo tempo da Derrick viene rimesso in libertà: il solito ex detenuto in cerca di vendetta insomma, che torna immediatamente dalla moglie a cui aveva accoppato l'amante e le si piazza in casa esattamente come nella puntata L'intruso, una delle tante con la quale questa ha in comune il tema portante. Il titolo oltretutto  in qualche modo giustifica il fatto che qui di omicidi non si parla, perché la puntata è quasi un ideale sequel di quella (in realtà mai trasmessa) in cui il delitto invece si verificò. Tutto si basa comunque sull'ottima interpretazione del protagonista, che esce dal carcere dopo aver letto e studiato (storia, filosofia, viaggi... il tempo non gli mancava) e s'installa lentamente e subdolamente in casa della moglie, che nel frattempo s'è risposata con un fessacchiotto (il quale ben poco capisce delle intenzioni dell'ex marito e anzi tende a trattarlo con gentilezza cadendo nella trappola del sadico). La situazione evolve (con una certa lentezza) e la tensione sale fino a concludersi con una sorpresa che rappresenta il vero punto di forza dell'episodio. Piccola parte per uno psichiatra che, dopo aver parlato coll'ex detenuto quando ancora questi stava in carcere, dice di aver ravvisato in lui quasi l'anticristo! (Zender)

** Lui ha ammazzato l'amante della moglie, poi è finito in galera, poi è uscito e dove è andato ad abitare? Proprio nella casa (ancora metà sua) con l'ex moglie e il nuovo marito. Detto ciò, non esiste indagine, perchè tutto l'episodio è incentrato sulla figura dell'assassino che ha pagato il debito con la giustizia, ma che sembra essere tornato a casa solo per finire il lavoro. Derrick si limita a tenerlo d'occhio, consigliandolo e sentendo lo psicologo che l'aveva in cura. Se non fosse per il protagonista (decisamente in parte), che vivacizza il tutto, instaurando un clima di terrore nella casa senza fare praticamente nulla, la puntata sarebbe inutile e parecchio noiosa. Così, invece, almeno un suo perchè ce l'ha, soprattutto nel finale, diverso dal solito. Segnalo il marito imbecille che, pur sapendo che la moglie è terrorizzata dal suo ex, pensa bene, dopo che lui se n'è finalmente andato, di invitarlo a cena. Segnalo anche Derrick che, dopo aver fatto un lungo ragionamento, esclama: "Ma quello che ho detto non ha senso!". Vedibile. (Puppigallo)

*** Episodio sui generis, anche se apparentemente simile ad altri ("L'intruso" e "Il grido"). Il fulcro della storia non è l'indagine, ma il rapporto sottile e ambiguo che lega i personaggi: l'assassino, la bella ex moglie, l'attuale marito. La lentezza della narrazione è compensata dalle ottime prove degli interpreti, in particolare di Wolf Roth, protagonista eccellente di molti episodi, doppiato da Gino La Monica (la cui voce fascinosa ben si sposa col volto dell'attore). La finezza dei dialoghi, soprattutto nei colloqui tra Derrick e l'ex ergastolano, non è certo una novità, ma è sempre lodevole. Bellissimo e sorprendente il finale, che getta una luce poetica sull'intero episodio. (Kozincev)


246. UN THE CON L'ASSASSINO
 (Teestunde mit einer Mörderin?)
**! Un giovane fighetto sposato ad una vecchia babbiona per soldi, trova la sua amante (l'infermiera della vecchia, tra l'altro) uccisa. Non c'è da cercare il colpevole, chiaro da subito, perché l'intera puntata è volta ad analizzare le turbe psicologiche dell'anziana, colpevole di aver lei stessa presentato la ragazza al giovane marito spingendoli ad accoppiarsi. Credeva di apparire magnanima agli occhi del marito, ma come dar torto al giolvane se lui ha poi approfittato finendo col trattare la moglie come un'ingombrante presenza? La poveretta ci resta male e trova in Derrick un confidente. Va persino a rompergli in casa mentre l'ispettore armeggia in jeans con le pentole, gli chiede delle sue precedenti relazioni imbarazzandolo. Più una mezza soap che un giallo, una puntata lentissima ma curiosa, psicologicamente ricercata e che ben identifica la particolarità della serie. Cult Derrick in jeans e grembiule ai fornelli che fa compagnia alla donna (scena da accostare ovviamente alla stessa appena vista in "Chiamata da Vienna", a conferma di un improvviso amore per la cucina. (Zender)


247. PERSONE PER BENE
 (Ein Mord und lauter nette Leute)
Persone per bene... diciamo i soliti ricconi promiscui: il prezzemolo brizzolato (ma quante puntate s'è fatto?), sua moglie che si presenta in tuta leopardata a mezzogiorno, un giovanotto coi capelli sparati e la faccia da tonno... Uno di loro rinviene morta la mignottona di cui si serviva il gruppo e i sospetti si diffondono. Chi l'avrà uccisa? Arriva intanto la sorella della vittima dal collegio, che ignara frequentava coi soldi degli amanti della sua unica parente rimasta al mondo. Tutti l'accolgono festanti, ma lei è il tipico caso di personaggio derrickiano catatonico: ore ad ascoltare la musica che sentiva la sorella, nella sua camera, ore a guardare il soffitto... e quando ha di fronte qualcuno, ore a guardarlo cogli occhi sbarrati e la bocca semiaperta con espressione ottusa. Una delle puntate più cloroformizzanti della serie, in cui lo stesso Derrick sembra reggersi in piedi a fatica, impegnato più che altro a scroccare ricchi pranzi ai sospettati presso i quali si autoinvita. Harry fa due fugaci comparse in ufficio sparando un paio di fesserie di nessuna utilità, un centinaio di interrogativi restano irrisolti e il finale... Beh, il finale è un capolavoro: richiesta d'arresto in base a una vaga intuizione, che se il colpevole avesse voluto risparmiarsi la galera avrebbe solo dovuto evitare di lanciarsi sparato nell'immancabile confessione. Invece no: ti accusano senza uno straccio di prova e tu che fai? Decidi di vuotare il sacco? A sto punto dillo prima, che magari ci risparmia un'ora di strazianti indagini fatte di nulla. Trash assoluto. (Zender)

Applausi a scena aperta! Bisogna essere dei fenomeni della cinematografia per riempire un'ora di pellicola non avendo uno straccio di idea. Escluse le prime scene, in cui si potrebbe supporre qualche evoluzione stuzzicante, per il resto vi sono solo lunghi primi piani dei protagonisti, i quali non compiono nulla di rilevante, recitando pure abbastanza male. Immancabile poi la solita confessione finale, che leva le castagne dal fuoco a Derrick, grato per l'insperato aiuto. (Gordon) 


248. IL PALCOSCENICO DELLA MORTE (Kostloffs Thema)
*** Un giovane viene trovato bucherellato dalle coltellate (un vero groviera!) in una cava. Era un aspirante attore, e a dare notizia della sua scomparsa era stato il direttore di un teatrino sperimentale minore per il quale l'attore lavorava. Tipo strano, il direttore: enfatico, esagerato nella gestualità, capace di eludere ogni domanda partendo per la tangente e perdendosi tra migliaia di citazioni colte verbosissime. Derrick ne è quasi nauseato, ma capisce che la chiave di tutto è lui. Ed è proprio su questo bizzarro personaggio che viene centrato l'intero episodio (nel quale si affronta di petto anche il tema dell'omosessualità). L'uomo vive con la madre e un maggiordomo praticamente muto che si esprime con smorfie contrite; ospita nella sua casa (poco meno che una reggia) giovani senz'arte né parte che raccatta in stazione o posti simili e fa letteralmente impazzire Derrick e Harry (il quale come al solito preme per la soluzione immediata senza farsi gli scrupoli del collega). Si abbonda con gli stereotipi collegati al teatro, ma l'episodio è insolito e si giova della buona presenza fisica del protagonista assoluto, eccentrico come ci si aspetterebbe. (Zender)


249. L'AMICO PERDUTO  (Derricks toter Freund)
**! L'ennesimo morto sparato da dietro la porta di casa: "Chi è?" PUM PUM. Una di quelle puntate in cui si recuperano un po' tutti i luoghi comuni derrickiani: la vittima ad esempio è un ex galeotto (primo classico) che diventa "l'amico" delle donne anziane sole (secondo classico).  Chi l'ha ucciso? Forse i mariti cornuti (e contenti, come vuole la tradizione derrickiana), che lo definiscono... "un niente". L'uomo senza qualità insomma. Eppure lo stesso Derrick, attraverso i tanti flashback in cui vediamo il poveruomo fare un po' di tutto (compreso esibirsi in esilaranti pattinate fantozziane stile scemo del villaggio e indossare improbabili tutine) finirà coll'apprezzarlo. Fatto è che tutte gli cascavano ai piedi e la schiera di cornuti aumenta di minuto in minuto: "Mi ha regalato il suo sorriso"... "Mi ha fatto capire la sua vicinanza".... basta poco e zac, la donna sola è intrappolata! L'episodio è comunque piuttosto riuscito per l'umanità sprigionata dal protagonista dei tanti flashback, quest'uomo dall'aria dimessa e buona. Inoltre il finale (in cui l'ispettore come spesso gli capita tende ad accusare a casaccio in attesa della confessione immancabile) è un bel crescendo di nervi tesi, con insulti a viso aperto che ci fanno apprezzare un Derrick più vivo del solito, nonostante in un paio di occasioni i suoi interlocutori lo debbano svegliare dall'assopimento. Harry piazza due/tre battute in ufficio sempre del tutto inutili, fa tutto Stephan. (Zender)

** Una nullità per i mariti (paragonato anche a un ratto) e un uomo fantastico per le loro mogli. Chi l'avrà mai ucciso? L'episodio non ha nulla di particolarmente originale, sia nella costruzione della storia che nel finale. Ma bisogna dire che l'uomo fantastico in questione (guardate come pattina sul ghiaccio!) tiene più o meno a galla la baracca telefilmica, che almeno vede un Derrick piuttosto vigile e parecchio incarognito (tratta volutamente male i sospettati, nella speranza che...). Nel complesso, vedibile. (Puppigallo)


250. IL CUORE DI UN UOMO (Eines Mannes Herz)
**! Un uomo si interessa alla scomparsa di una ragazza che da due anni tutti ritengono ormai morta. Dice di essersi informato dalla polizia di tutto ciò che è legato alla scomparsa, e per ultimo arriva dai genitori della giovane, che inizialmente lo scambiano per un giornalista sciacallo. La cosa è invece molto più complessa: all'uomo è stato trapiantato (senza che lui inizialmente lo sapesse) il cuore della ragazza scomparsa, e ora vuole capire chi questa fosse. Evidentemente se ne fa una buona impressione, visto che il giorno dopo decide di buttarsi sotto un treno per evidenti rimorsi di coscienza. Derrick (con Harry a rimorchio giusto in un paio di scene per il gettone di presenza) inizialmente non sa bene a chi attaccarsi per scoprire cos'è accaduto, ma alla fine trova la sua preda e capisce su chi puntare. Solite lungaggini e pause esagerate, ma la storia è piuttosto lontana dagli schemi abituali della serie e tutto funziona come deve. Non si può dire che l'idea anticipi il celebre Hostel di Eli Roth, ma in fondo, dovendo cercare un paragone azzardatissimo, è divertente pensare che gli autori di quel film abbiano avuto l'illuminazione guardando questo singolare episodio. (Zender)
 
**La tragedia di un uomo di mezza età che, a seguito di un operazione di trapianto di cuore, scopre (in una beffarda circostanza) che l'organo che pulsa dentro di lui è d’una giovane ragazza della cui famiglia ha acquisito l’indirizzo di casa. Andrà a trovare i genitori e il fratello della ragazza scomparsa e, in preda a rimorsi, si suiciderà. La vicenda poi si sposta sulle indagini del solerte Derrick che si troverà a che fare con il collega dell’uomo suicidato e un'organizzazione italiana (ma a parte gli spaghetti, dobbiamo sempre fare i cattivi?) che traffica in organi umani. Puntata sorniona, che gioca sulla psicologie della mente e dei sentimenti che, seppur banali, fanno parte della nostra morale comune. Le indagini sono lente, quasi insignificanti, poiché non è un omicidio di stampo classico, ma è solo la constatazione di eventi legati ad un traffico internazionale che di certo i buoni Derrick e Harry non potranno sventare… (Markus)
 
*** Episodio che riassume in sé le peculiarità dell'ultima fase del telefilm: il ritmo e la tensione sono praticamente ignorati, a vantaggio dell'approfondimento psicologico e di una scrittura molto ambiziosa, che non disdegna temi di particolare drammaticità. Soggetto notevole, interpreti impeccabili. Derrick è nella sua terza fase: da poliziotto intransigente a fine psicologo, è ormai approdato alla saggezza filosofica. Da vedere. (Kozincev)

**! Una puntata discreta ma dal sapore agrodolce. Se lo spunto iniziale, infatti, sembra promettente e senza dubbio diverso dall'encefalogramma piatto degli ultimi anni della serie, poi la sceneggiatura si perde nei soliti meandri psicologici, effetto a cui concorrono Derrick e Harry non particolarmente ispirati. I personaggi descritti sono però tutto sommato ben delineati e la resa finale si segue, fino a un finale purtroppo debole. (Gordon) 


251. IL FRATELLO ASSASSINO (Dein Bruder, der Mörder)
Un ragazzo albino (genio della musica, dirà Harry dopo qualche ricerca, ma da quanto vediamo non pare proprio) fa fuori una prostituta in casa. Chiama la mamma e il fratello che decidono di aiutarlo e di portare la giovane davanti a casa dei genitori di lei dove l'abbandonano. L'albino in sè se la passerebbe liscia e ben pochi rimorsi pare avere; è invece il fratello buono a informarsi sulla famiglia della vittima attirando stolidamente le attenzioni di Derrick. E infatti tutta la puntata sarà un lungo inseguire e parlare con la sorella della poveretta, con Derrick che si aggiunge agli incontri per curiosare. Poca fantasia da parte degli autori: la puntata non offre personaggi interessanti e la storia di Caino e Abele proprio non regge. Derrick appare annoiato, Harry un po' meno ma non fa granché nemmeno lui. Finale fiacco, in linea con l'episodio, decisamente da dimenticare... (Zender)


252. COLLOQUIO CON UN OMICIDA (Die Ungerührtheit der Mörder)
Tema in classe: intervista con l'assassino. L'omicida in questione è appena uscito di prigione e già c'è chi lo chiama in classe a raccontare delle sue gesta. Colpa di un professore non troppo per la quale, che pensa di spiegare meglio la psicologia di un omicida chiamandolo direttamente a rispondere alle domande dei suoi alunni. L'omicida è un po' evasivo, riconduce tutto alla normalità, e descrive il passato con indifferenza. Pure Derrick (che l'aveva incarcerato a suo tempo), Harry e una psicologa della polizia assistono, e, quando l'omicida se ne va, ci si domanda a cosa sia servito il suo piatto racconto. Fatto sta che poche ore dopo è già morto e tocca investigare su chi l'ha ucciso. Puntata di rara insulsaggine, in cui i "buoni" sono tutti odiosissimi e l'unico a risultare "simpatico" è il povero killer (e stupratore). Interi minuti persi tra ciance di nessuna utilità e un personaggio, la psicologa, buttato lì e al quale hanno pure affibbiato improbabili trascorsi scioccanti (ma che, non lo aveva mai visto un assassino, lì in polizia?). Lo squallore regna sovrano, tra interni scialbi, attori poco convincenti (e convinti, anche Derrick è ormai al capolinea). (Zender)

*! Sto ancora sbadigliando, perchè questa puntata soporifera, se vista verso sera, potrebbe far andare chiunque in letargo. Sembra addirittura che tutti parlino al rallentatore, quasi dovessero far passare il tempo, perchè il succo dell'episodio è ben poca cosa e il trauma della psicologa non lo raddrizza di certo. Ci sono troppe banalità e pochissimi momenti di un certo interesse, anche perchè, quando la si butta sulla psicologia, ne escono discorsi poco più che ordinari. Per non parlare poi dell'assassino: una sorta di robot inespressivo e monocorde. Episodiaccio con un unico, vero momento che quasi giustifica 'sta mattonata: quando Derrick dice alla psicologa: "Sofie, vorrei tanto stringerti tra le mie braccia". E lei: "Non farlo". Ho riso per 5 minuti. (Puppigallo)


253. I SOGNI PROIBITI DEL SIGNOR WIDANJE (Herr Widanje träumt schlecht)
** Eh sì, il buon Widanye era il classico porcellone, e i suoi sogni in tema. Ce lo conferma la psicanalista della moglie, che l'aveva avuto in studio per un paio di sedute. Se vedeva una donna la immaginava subito nuda, e non a caso infatti aveva finito per violentare una bella ragazzina, assumendone in società il padre per fare alla giovane ritrattare la denuncia. Se poi è finito ammazzato non c'è da stupirsi, insomma, e a volerlo morto a ben vedere erano in tanti. Tanto che Derrick va subito in confusione, tra tanti sospetti (e Harry lo pressa, lui che del caso pare disinteressarsi: "Allora, a che punto siamo? Hai scoperto qualcosa o no?"). Puntata a sfondo psicanalitico architettata in modo complesso, con snodi e colpi di scena inattesi destinati però a condurci verso un finale piuttosto vago e che non chiarisce del tutto i tanti punti interrogativi. E' questo, oltre all'andamento lento tipico dell'ultimo Derrick, a non convincere. Non erano male i personaggi invece, compresa la psicanalista (amica dell'ispettore da lunga data), che pare invischiata nel caso con tutte le scarpe! (Zender)

** Episodio interessante ma non del tutto riuscito. Il punto debole non è la flemma che lo pervade e che anzi potrebbe essere un valore formale; a non convincere è la chiusura, ovvero gli ultimi quindici minuti - ci si aspettava che fosse dato fuoco alle polveri psichiche disseminate tra personaggi e vicenda ma ciò non accade e il fumo è solo in aspetto di fumosità. Il morto è un tossico del sesso, sua moglie è tormentata ma non si direbbe che lo volesse ammazzare. Altre figure sono sospettabili, tra cui un'enigmatica psicologa - e Derrick, dunque, procede tentando di trapanare le menti di tutti (vedremo vari personaggi coinvolti nel caso, tra cui una bella e giovane ragazza stuprata dal signor Widanje, il tossico). La regia ha movimenti teatrali impepati da qualche zoom strategico. (Faggi)

*** La psicologia la fa da padrona in questa storia ambigua e ricca di sfumature. Nella prima parte c'è una certa lentezza, ma quando entrano in scena la ragazza e il suo tormentato genitore l'episodio finalmente decolla e procede spedito. Il finale è aperto ma irrisolto solo in parte, a conti fatti solo il ruolo svolto dalla psicologa è avvolto nel mistero: ha fornito un alibi per solidarietà femminile o ha istigato all'omicidio? La tensione è buona, i personaggi disegnati con spessore (in particolare la bella psicologa e il padre disposto a tutto pur di riconquistare la stima perduta della figlia); vedere Derrick che anatomizza gli attori della vicenda con il suo inimitabile stile, poi, è sempre un piacere. (Kozincev)

** Una puntata che lascia decisamente l'amaro in bocca, in quanto avrebbe potuto dimostrare che la piega introspettiva e plumbea presa dalla serie nei suoi ultimi anni non necessariamente significa tedio. Gli ingredienti c'erano tutti: un Derrick e Harry più vispi del solito ma non per questo impegnati in ampollose dissertazioni morali sul caso, personaggi interessanti e sfaccettati (specie l'ambigua psicanalista) e un finale niente affatto delineato. Peccato però che il ritmo sia troppo basso per impedire allo spettatore di distrarsi; a questo si aggiunge un finale sottotono e non del tutto chiarificatore. (Gordon) 


254. ASSOLO DI MEZZANOTTE (Mitternachtssolo)
**! Apertura al night: "Back for good" dei Take That e subito dopo "74-75" dei Connells. Il problema sono i libri contabili: il direttore da anni sottrae soldi e il proprietario se n'è accorto. Finirà male. Ma quando c'è da sgombrare il cadavere del proprietario ecco che salta fuori la guardia notturna che vede la vittima trascinata. "Il proprietario s'è suicidato"... Sì, vabbè. La guardia è rintronatella alquanto, ma scema no, e il direttore capisce che dovrà corromperla. Ma l'uomo è strano, un solitario suo malgrado, ed esprime il desiderio di farsi servire il caffè a letto dalla moglie dell'assassino. Questi spinge la moglie ad accettare col risultato che tra i due nasce una strana complicità. L'intero episodio si basa sull'ambigua figura della guardia: di poche parole, parla quasi solo con la donna (con Derrick proprio perché deve). Lo sguardo fisso nel vuoto, sogna solo di far colazione assieme a una donna: per lui già quello è molto di più di quanto potesse sperare dalla vita! Derrick al primo incontro col direttore ha già capito tutto (anche se questi si frega le mani convinto d'averlo fatto fesso) e anzi, ci arriva subito persino Harry. Quando poi beccano la donna nella casa della guardia, andiamo... più facile di così... Eppure l'episodio ha una sua grazia, non si capisce come possa concludersi e godrà di un epilogo piuttosto inatteso. Senza gridare al miracolo, un episodio con un suo perché (e per le ultime serie non è qualità facile da trovare). (Zender)
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