"Qui squadra mobile" episodio per episodio

3 Giugno 2023

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Introduzione (a cura di Mco)
Da un soggetto di Massimo Felisatti e Fabio Pittorru ecco che dall'8 maggio 1973 appare sul Programma Nazionale (progenitore dell'odierna Rai 1) "Qui Squadra Mobile", una serie che porta al cospetto del pubblico della prima serata televisiva fatti di cronaca giudiziaria. Il capo della succitata squadra troviamo il dottor Carraro (Giancarlo Sbragia), sostituito successivamente dal dottor Salemi (Luigi Vannucchi), operante grazie alle varie sezioni: la Omicidi del dottor Solmi (Orazio Orlando), la Rapine di Argento (Elio Zamuto), la Scientifica di De Maria (Gianfranco Mauri), la Furti di Astolfi (Gino Lavagetto), a cui si affianca l'attivo operato dell'ispettrice di Polizia Femminile Giovanna Nunziante (Stefanella Giovannini). I vari episodi (sei per stagione, la seconda che abbriva dal settembre 1976) affrontano le peripezie del compatto gruppo, alle prese con casi legati alla droga, alla prostituzione e, soprattutto agli omicidi, traendo spunto da ciò che realmente passa(va) per quegli ambienti. Nel cast, tra gli altri, anche Mariolina Bovo, Leo Gullotta, Francesco Baldi, Gianni Musy, Giulio Platone.

PRIMA STAGIONE (1973)

1. TUTTO DI LEI TRANNE IL NOME
**! Il professor Artale, anche scrittore, viene strangolato nel suo appartamento da chi si pensa possa essere una donna, malgrado inzialmente fosse stato ipotizzato anche il suicidio. La squadra agli ordini del dottor Carraro indaga senza escludere alcuna pista. L'esordio televisivo di questa serie interessa lo spettatore con la sua capacità di concentrare in poco più di un'oretta una traccia gialla assai articolata ma strizzando, di tanto in tanto l'occhio al registro da commedia. Valeria Fabrizi, eccellente, mostra all'obiettivo le sue flessuose gambe, confondendo chi guarda con la sua avvenenza. (Mco)

2. RAPINA A MANO ARMATA
**! Durante una rapina al Credito Laziale rimane senza vita un povero innocente, dopodiché i malviventi si dileguano nel traffico della città. La Squadra Mobile di Carraro e Solmi tenta di raccogliere più informazioni testimoniali possibili al fine di scoprire al più presto a chi dover dare la caccia. Tanti i tavoli d'intesa tra le varie sezioni in questo frammento poliziesco tout court, anche se le troppe chiacchiere, inevitabilmente, rischiano di inficiare la dinamicità del ritmo. Buona prova di Francesco Di Federico nella parte del maresciallo Attardi, le cui intuizioni felici portano a seguire la strada investigativa giusta. (Mco)

3. UN CASO ANCORA APERTO
***
Un ragazzino passa le giornate a mendicare tra casa sua e un bar della città. L'ispettrice Nunziante prende a cuore la sua situazione e gli assicura un luogo più confortevole per dormire e un'educazione scolastica. Ma è nella ricerca della sua famiglia d'origine che si crea un inatteso intoppo. La morte della mamma è uno di quei casi irrisolti su cui Carraro e Solmi decidono di riaprire le indagini. La struttura di questo episodio è circolare, cioè con incipit ed explicit ad alta tensione drammatica. Il giovane Fabrizio Mazzotta è eccellente nella parte del bambino sfortunato e la traccia gialla ben sviluppata ed avvincente. Nel cast anche Carla Comaschi. (Mco)

4. IL SALTAFOSSI
*** 
Dalla denuncia di un furto d'auto all'omicidio il passo è breve in questo excursus tra mariuoli e tranelli ben assortito e recitato. Lo stratagemma che giustifica il titolo è una delle poche concessioni extraregolamento che la squadra di Carraro si concede. Ma è utilissimo nella risoluzione del caso. Spazio per il procuratore impersonato da Dario De Grassi, burbero e in totale difformità di pensiero con il buon Solmi. Segmento molto stimolante. (Mco) 

5. UN'INDAGINE ALLA ROVESCIA
**!
Il ritrovamento di una coppia di cadaveri mette in moto la macchina investigativa della squadra di Carraro, sebbene inzialmente viaggi a giri bassissimi, perduta com'è tra sottotrame sentimentali e spesso mielose. Con la parte conclusiva, invece, si addiviene a una buona resa scenica e tensiva, soddisfacendo i canoni del filone e restituendo quel senso di giustizia all'intera operazione. (Mco)

6. SENZA DIFESA
***!
La brutta fine fatta da una giovane sarda trapiantata sulle rive del Tevere sconvolge il gruppo della Mobile, Solmi in particolar modo. Sarà proprio lui a dubitare di un personaggio che sin dal primo incontro gli lascia addosso un senso di irrequietezza. Droga, sfruttamento e povera gente i temi passati in rassegna in uno dei migliori episodi della serie, all'interno del quale si respira forte il lezzo di morte. Oltre alla bravura del cast fisso, va segnalata l'ottima prova anche di Gianni Musy, qui calato nelle vesti di un enigmatico intermediario. (Mco)


SECONDA STAGIONE 1976

1. POLLICINO VA IN CITTA'
**! 
Cambio della guardia alla Mobile, con il dottor Salemi al posto di Carraro. Dal punto di vista attoriale è una sfida tra ottimi interpreti, visto che Luigi Vannucchi diventa presto elemento di coesione del gruppo. Qui c'è un barbone morto e una sua amica intima che porta a spasso bambini per mendicare e costoro, pur se piccolissmi, hanno tracce di droga addosso. Il ritmo appare scostante, spesso indulge in sentimentalismi e facili pietismi sociali ma lascia il segno tutta la sequenza dello sfasciacarrozze, con Orlando in bella mostra. Marcello Mandò entra nel cast d'azione con il suo vero nome. (Mco)

2. IL BOTTO
*** 
Un infilitrato della polizia scopre l'imminenza di un colpo dalle grandi proporzioni, costringendo Salemi a investire il solito agguerrito Solmi dell'incarico di fronteggiare la banda del cosiddetto "professore" (Virginio Gazzolo). Siamo nell'antro più colorato di poliziesco della serie, con agguati e trappole disseminate lungo tutto l'arco della diegesi. Se ne gode appieno, grazie anche all'apporto dei caratteristi di contorno, tra cui spicca il doppiatore Luigi (Gigi) Montini. (Mco

3. RAGAZZI TROPPO FORTUNATI
***! 
Un piccolo gioiello questo giallo poliziesco girato con maestria da Majano tra soldi facili e gioventù disillusa. Da un banale controllo in un locale notturno si delinea la curiosa disponibilità eccessiva da parte di uno studente, per lo più ripetente. Il ritmo è vertiginoso e lo sguardo di disprezzo per una parte di società mette i brividi. I drammi si susseguono senza soluzione di continuità e tra i vari interpreti d'occasione (cioè quelli che non fanno parte del cast fisso) va menzionata l'incantevole Licia Lombardi, mentre a Ivano Staccioli viene riservata un piccolo ruolo. (Mco).

4. LA POLIZIA NON DEVE ESSERE AVVERTITA
**! 
Un commerciante viene rapito ma non pare avere tutte quelle disponibilità che solitamente attraggono le bande di sequestratori. Infatti il capo della mobile Salemi s'insospettisce assai e sguinzaglia l'intera sua squadra, Solmi in testa, per giungere a una pronta soluzione. L'azione, in questo dramma tinto di giallo, si concentra in particolar modo nel finale, allorché tutti i nodi vengono al pettine. Giovanna Grifeo fa girare la testa al maturo Orazio Orlando, oltre che allo spettatore. (Mco

5. OMISSIONE DI SOCCORSO
**! 
Una ragazza rinvenuta senza vita tra le boscaglie della capitale pare condurre all'ipotesi di morte per overdose. La squadra mobile di Salemi, però, non sembra convinta che sia questa la reale causa e si premura di indagare con la consueta solerzia. L'episodio mostra come, anche a distanza di anni dalla sua ideazione, il problema della droga sia un vero cancro sociale. Il comparto attoriale si arricchisce nel caso de quo della partecipazione di Marisa Merlini, Gastone Pescucci e Jole Fierro, immersi perfettamente in un contesto che grida a squarciagola il suo dolore, tra famiglie in difficoltà e gioventù allo sbando. (Mco)

6. TESTIMONI RETICENTI
*** 
Un ex funzionario di banca viene gambizzato dopo essere scampato ad un precedente attentato alla sua persona. Nel frattempo un membro di una banda di rapinatori viene visto in volto da una donna (Maresa Gallo) che, spaventata, viene successivamente ricattata. Salemi, Solmi, Astolfi e Argento vogliono vederci chiaro e spingono la signora a fidarsi delle autorità. Questo frammento, che chiude brillantemente la serie, gode del supporto roboante delle note di Francesco De Masi, mai così compenetranti. L'insolitamente cattivo Toni Ucci è attore di spicco di una vicenda dalla climax investigativa molto intensa. Dal punto di vista prettamente estetico non ci si può esimere dal sottolineare la regal bellezza di Silvia Monelli. (Mco

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