"Bojack horseman" stagione per stagione

3 Settembre 2017

LA PAGINA DEGLI ESPERTI

In questa pagina sono raccolti i commenti pervenuti sulle singole stagioni di BoJack Horseman. Chi volesse contribuire commentando un'unica e precisa stagione non ha che da CLICCARE QUI e farlo, scrivendo nel forum il proprio commento e facendolo anticipare dal numero della stagione (es. STAGIONE 2) e dal relativo pallinaggio. Il commento verrà prelevato “automaticamente” (per via umana, cioè da me) dal forum e trasferito in questa pagina nel punto esatto.

STAGIONE 1 (2014)
 ***!
Bojack non ti accalappia subito, ma piano piano ti cattura col suo cinismo, colla caratterizzazione dei personaggi antropomorfi, finendo per farti amare anche un tonto labrador come mr. Peanutbutter. Episodi in linea con il filone cartoni da adulti come durata e con una "cattiveria" che lo avvicina ai Griffin senza rischiare di sembrarne un mero epigone. Punto massimo della prima stagione l'episodio 11, con un eccellente trip degno del miglior Trainspotting che fu. (Redeyes)

**** In questa stagione conosciamo Hollywoo (Hollywood, ma dopo i primi episodi perde la lettera "D") e i personaggi chiave di questa vicenda, ma captiamo anche subito che dietro i caratteri strampalati di alcuni personaggi (Todd Chavez su tutti, ma anche l'egocentrico mr. Peanutbutter) e dietro alcuni dialoghi completamente folli si cela il sapore agrodolce delle riflessioni sottese alle sceneggiature, ben scritte e sempre esagerate, fautrici di un disegno piuttosto contorto ma di cui si avvertono solo le premesse, incuriosendo notevolmente lo spettatore. (Fabbiu)


STAGIONE 1 (EPISODIO DI NATALE)
*** In perfetto stile Christmas' episode anche Bojack e la sua serie si catapulta nell' Horsing Around intorpidendoci dapprima di buoni sentimenti e amore, lasciando l'agrodolce, ma forse più solo l'agro per l'ultima parte dell'episodio. Emerge forte il carattere egocentrico e cinico dell'equino e l'unica parvenza di festività è un cineforum domestico sugli speciali del passato mai dimenticato, fra Bourbon e birre. Se avessimo avuto un dubbio, ora è fugato: BoJack non può fare a meno di se stesso.
(Redeyes) 
 
***! Tradizione televisiva vuole che a Natale la gente guardi gli speciali natalizi ed ecco quindi che BoJack, su invito dell'amico Todd, si dedica alla visione dell'episodio speciale di Horsin' Around, sitcom da lui interpretata e chiara parodia in chiave critica dalle grottesche caratteristiche peculiari (risate registrate, morali stiracchiate e propinate a tutti i costi insieme ad ipocrite battute convenzionali). Del resto il Natale non è che la più triste delle feste, per un carattere come quello del Bojack attore e personaggio. (Fabbiu)

*** In questa prima stagione possiamo apprezzare elementi umoristici non indifferenti come le tante battute politicamente scorrette. I personaggi bizzarri che affollano questo mondo non sono così differenti dalla nostra realtà e per questo risultano credibili. Bojack Horseman di primo impatto si può anche non amare, ma alla lunga il suo muso equino ti conquista, così come il suo stato d'animo sempre alle prese con sbalzi d'umore incontrollabili ti fa sganasciare dalle risate.  (Pinhead80)


STAGIONE 2 (2015)
**** Bojack e i suoi tormenti. Questa seconda stagione è decisamente più introspettiva e riesce a mettere in luce i caratteri di tutti i personaggi principali: Princess Carolyne, Todd, mr. Penautbutter e Diane. Si fa luce sul passato di Bojack, sull’infanzia e sul suo mito Secretariat che riuscirà a interpretare in un film. Tutto il cartone è impregnato di frustrazione, di infelicità ma nonostante questo si donano piccole gocce di speranza come il finale di stagione. Estremamente gradevole la “fotografia” di Fuga da L.A. (ep.11) e la puntata 12 che sembra proprio scimmiottare le crociere di Scientology. Luccicante più di Holliwoo! (Redeyes)

**** Stagione in cui vengono approfondite le parentesi introspettive dei personaggi partendo dal rapporto del protagonista con i suoi genitori e passando ad analizzare la sua incapacità nell'instaurare legami. Viene trattato dunque il tentativo di "ripresa" del depresso ed alcolizzato Bojack, in parte motivato dalla possibilità di recitare di nuovo (per giunta nei panni del suo personale mito Secretiariat), d'altro canto vittima di nefaste vicende riguardanti i rapporti con gli altri personaggi: la sua ghost-writer Diane e la sua manager (gatto) Princess Carolyne. Il tutto, sorprendentemente, è comunque intinto in una strafottente ironia trendy e politically-incorrect. (Fabbiu)


STAGIONE 3 (2016)
 *****
Non fosse solo un cartone animato sarebbe uno splendido Spleen californiano; non fosse solo un cavallo, Bojack sarebbe la nostra perenne insoddisfazione. Questa terza stagione amplifica le percezioni, squarcia la realtà pur lasciando un anelito di speranza. Mr. Peanutbutter fa un balzo in avanti e prende sostanza fra flashback e presente, di pari passo si approfondiscono anche gli altri personaggi. Notevole Brrap Brrap Pew Pew con la sua ost, bello il finale di stagione. Siamo al top! (Redeyes)

****! Dopo le tante buone premesse efficaci della prima stagione e l'analisi caratteriale offerta dalla seconda, questa riesce a far viaggiare quanto sinora costruito dagli autori verso il crescendo narrativo offerto dall'autodistruttiva esplorazione emotiva dei personaggi. Ciò avviene sia dal punto di vista comico (Todd e mr. Peanutbutter alle prese con la creazione di servizi inspiegabili) che anche dell'offerta di una narrazione sempre dinamica: storie di altre epoche (2006), flashback, un episodio tinto di giallo (chi ha ucciso l'orca?), riflessioni sull'aborto e persino un particolare episodio surreale e "muto" ambientato sott'acqua. Tanta bella roba succulenta, che culmina in un finale che è un vero colpo allo stomaco. (Fabbiu)


STAGIONE 4 (2017)
**** Il filo conduttore di questi episodi è il legame tra il protagonista e la presunta figlia Hollyhock, intorno al quale ruotano alternativamente anche le storie di Diane (il rapporto sempre in crisi con mr. Peanutbutter), Carolyne (il rapporto con il topo Stilthon) e infine Todd che pur essendo il motore "più comico" dell'insieme, avrà anche lui il suo momento introspettivo. Sembrava difficile pensare che si potesse innalzare ancora di più il livello qualitativo della scrittura esistenzialista di Bojack, eppure è quello che succede in questa stagione pronta a scavare nel passato dei vari personaggi tirando fuori storie tristi e di malessere, come quella relativa alla lunga epopea familiare del protagonista, narrata in modo dolce e poetico. E il tutto è, ancora una volta, sorprendentemente divertente. (Fabbiu)
 
**** Bojack induce alla compulsione, all'autodistruzione, al seriale fagocitare ogni puntata come se non si fosse in grado di fare altro. Paradossale come si possa raschiare il fondo del barile umano, sfiorare il guano e dipingerci gli occhi per farci belli. Una Holliwoo come te la immagini, fra alcool, droga e falso impegno, una pastorale americana che a questa si unisce, si stacca, sembra a sé eppure alla fine è sempre la stessa storia. Riderete, avrete qualche crampo allo stomaco, qualche moto d'ira ma sarete li. Pazzesco. (Redeyes)
 
 
STAGIONE 5 (2018) 
***! Si avverte un calo del ritmo comico. Intendiamoci, anche alla quinta,Bojack Horseman è ancora una garanzia e un esempio di animazione per adulti intelligente dalla scrittura particolareggiata, ma l'analisi introspettiva di personaggi nuovi e vecchi (ora incentrata sull'auto-indulgenza di Bojack) delinea situazioni più complesse che sacrificano parte della verve umoristica (Todd è anche meno presente). Ad ogni modo è ancora un piacere, zeppo di perle e buone trovate (su tutte, l'episodio "monologo"). (Fabbiu)

*** Il tempo lascia qualche strascico, è innegabile, così come la parabola di Bojack, che sembra declinare. La qualità di certi momenti è elevatissima (vedasi "Churro gratis"), in altri, invece, si va di cinismo e intrigante non sense, ma coll'autopilot. Perdiamo un po' l'approfondimento dei personaggi e le new entry come Gina incidono poco, anche se i flashback su Princess Carolyn, Bojack e anche mr. Peanutbutter sono estremamente interessanti.  Ciò detto siamo ancora di fronte a un prodotto nettamente superiore alla media. (Redeyes)

 
STAGIONE 6 (2019-2020) 
**** Come se i problemi ed i drammi da cui Bojack ha tentato di fuggire negli anni non fossero già stati notevoli, se ne aggiungono nella stagione di chiusura (almeno così si direbbe), alcuni di rilevanza assoluta e tale che tutto prende un senso, si focalizza e diventa sempre più chiaro il senso della vita che ogni personaggio ha affannosamente cercato nel corso delle stagioni, poi rendicontato nell'episodio finale. Monologhi profondi, viaggi introspettivi nei vari personaggi (le paranoie di Diane, la fedeltà del cane Mr. Peanubutter e dell'amico Tod) per una serie che ha saputo usare l'umorismo in modo emozionante. (Fabbiu)

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commenti (2)

RISULTATI: DI 2
    Ryo

    5 Aprile 2020 19:27

    STAGIONE 4
    Man mano che le stagioni passano, questa serie si fa sempre più interessante. La terza stagione superava la seconda e la quarta supera la terza. Il tema portante di questa volta è il rapporto Genitori/figli: assistiamo ai retroscena della madre di Bojack (geniale l'episodio con i ricordi), Princess Caroline cercare di avere un figlio, Bojack che cerca di legare con sua figlia. Regia e sceneggiature ad alti livelli.
    ****
    Ryo

    5 Aprile 2020 19:31

    STAGIONE 6
    Chi avrebbe mai pensato che una serie animata su un cavallo antropomorfo ambientato a Hollywood sarebbe stato uno dei prodotti più umani mai realizzati? Questo è ciò che Raphael Bob-Waksberg ha creato con BoJack Horseman. È uno show divertente e drammatico, satirico e tragico mentre seguiamo BoJack e i suoi amici attraverso le prove della vita. La serie potrebbe essere nichilista e i personaggi potrebbero essere profetici sui propri destini, ma in fondo BoJack Horseman offre i migliori ritratti su temi come la salute mentale e la dipendenza a tutto tondo. Questo capolavoro è unico da meritare l'ingresso nella storia.

    *****