Fantasy in Veneto - La sfida della Elia Rosa film
16 Dicembre 2020

HACKETT: come nasce la tua passione per il cinema?
ELIA: La mia passione per il cinema è senza dubbio nata nel momento in cui ho visto Jurassic Park di Steven Spielberg. Avrò avuto tre o quattro anni al tempo e vedere dei “veri” dinosauri sulla televisione di casa che divoravano persone non mi ha spaventato ma, al contrario, tremendamente affascinato. Qualche anno e duecento visioni dopo dello stesso film, quando ormai avevo capito la finzione dietro ciò che mi incantava sullo schermo, non desideravo altro che fare la stessa cosa. Desideravo ardentemente creare quella magia che per anni mi aveva rapito e che non smette di affascinarmi tutt’ora.
HACKETT: Cosa ti ha ispirato maggiormente come regista?
ELIA: Sarò banale ma sono stato ispirato per anni da Spielberg; non tanto per la sua regia, che con il tempo mi sono reso conto non essere così ricercata o particolare, ma anzi, molto standard, diretta e classica, quanto più per ciò che creava con il suo cinema. Opere che mi hanno fatto rimanere a bocca aperta per tutta l’infanzia. Con il tempo, e soprattutto entrando in questo mondo, ho iniziato ad allargare i miei orizzonti e i miei gusti cercando di trarre sputo e imparare anche da altri maestri del cinema, dei giorni nostri e non. Alcuni nomi che non posso non citare sono: James Cameron, Peter Jackson, Christopher Nolan e Sam Raimi.
HACKETT: Un film fantasy in italia. Come nasce l’idea di Covered sun?
ELIA: Covered sun nasce inizialmente come un fumetto, scritto e disegnato da me. Al tempo, circa dieci anni fa, non avevo la determinazione e quel pizzico di follia che ho oggi, perciò il progetto, già all’epoca estremamente impegnativo, venne accantonato. Diversi anni dopo, con l’aiuto di Erica, ho realizzato un mediometraggio ispirato ai romanzi di Licia Troisi “Cronache del Mondo Emerso”. Il piccolo grande “successo” di quell’opera ci ha dato una carica e un’adrenalina che ci ha spinti a imbarcarci in quel colossale, impegnativo, folle progetto che è stato Covered sun. Abbiamo tirato fuori dal cassetto il mio vecchio fumetto e lavorato per mesi sviscerando l’intera opera, riscrivendo i personaggi, adattando la trama per un lungometraggio e riconcependo il design di ogni elemento per adattarlo al linguaggio del cinema.
HACKETT: Quanto importante è stata la collaborazione con Erica e Paolo? Come vi siete divisi il lavoro?
ELIA: Erica e Paolo sono stati due elementi fondamentali per la realizzazione del film! Erica, oltre ad essere stato il mio supporto morale per tutti gli anni in cui abbiamo lavorato al film, è stata anche una grandissima fonte di idee che hanno migliorato man mano l’opera, rendendola più matura e originale. Inoltre la sua supervisione durante la post-produzione del film ha permesso a tutti di non vedere personaggi con la pelle gialla e cieli tinti di verde, dato che io sono daltonico. Paolo invece è stato una spalla perfetta alla regia. Di oltre 100 giorni di riprese lui ha partecipato attivamente ad almeno 80, fornendoci tutta la sua ricca strumentazione, le sue luci, la sua abilità e le conoscenze tecniche. Continuo a trovare incredibile come la sua regia si sia mimetizzata perfettamente con la mia nel corso del film, pur essendo di base due registi con stili completamente diversi.
HACKETT: Il film ha molte scene in esterni sui Colli Euganei; quanto hanno influito questi luoghi nella costruzione della storia?
ELIA: I Colli Euganei sono stati il palcoscenico perfetto per la nostra storia. Avevamo già avuto modo di esplorarli con l’opera precedente, ma con Covered sun abbiamo voluto sfruttare al 110 per cento tutto ciò che aveva da offrire questa fantastica area del nostro territorio. Alcuni luoghi sono veramente magici e ci hanno aiutato a creare l’atmosfera fantasy del mondo del film. Mi vengono in mente, per esempio: il Pianoro del Mottolone (una delle nostre location preferite), Fonte Regina a Torreglia e Rocca Pendice a Teolo. Ci teniamo molto a preservare questo rapporto con il nostro territorio e siamo orgogliosi di poterlo mostrare in questa veste “inedita” al pubblico che apprezza sempre moltissimo e spesso ci chiede dove abbiamo girato.
HACKETT: Negli anni di lavorazione la notizia aveva iniziato a circolare suscitando curiosità; come reagivano le persone del posto?
ELIA: Le persone del posto sono sempre state estremamente curiose del nostro progetto! Abbiamo conosciuto molti amici grazie alla nostra attività e ci hanno aiutato a migliorare il nostro prodotto. Mentre per quanto riguarda coloro che ci vedevano girare nelle varie location dei Colli, sono sempre state molto gentili e rispettose. Moltissime persone si avvicinavano per chiedere cosa stessimo facendo e poi ci inondavano di domande entusiaste. È sempre stato un piacere per noi dialogare col pubblico, anche con quello più casuale! Quando la voce ha iniziato a girare maggiormente abbiamo iniziato a partecipare a diversi eventi della zona per mostrare i risultati del nostro lavoro. Nel 2019, grazie all’associazione Teatrando gestita dall’instancabile Professoressa Manuelita Masia, abbiamo presentato i primi 15 minuti del film in più di dodici istituti scolastici delle nostre zone (dalle elementari alle superiori), a diversi eventi culturali molto importanti come la serata al Gabinetto di Lettura di Este, la serata al Museo Nazionale Atestino e La Notte del Classico, nonché un pomeriggio di presentazione alla Casa Circondariale di Rovigo. Siamo molto grati di tutte queste esperienze e speriamo di poterle continuare in futuro!
HACKETT: Quali sono stati gli ostacoli maggiori che avete trovato al principio e lungo il cammino?
ELIA: Può sembrare stupido, ma un grosso problema del lavorare a un film così complesso e lungo erano i capelli del protagonista. Ovviamente ad ogni ripresa in cui Ismaele Sacco (San) era presente, doveva avere sempre lo stesso aspetto, quindi stessi capelli, stesso pizzetto, stessa corporatura e non sarebbe un grosso problema se si parlasse di un lavoro della durata di qualche mese, ma Covered sun è stato filmato per quasi quattro anni, dilazionando i giorni di riprese solo nei weekend, quando possibile. Un altro ostacolo ben più serio è stato sicuramente il clima. Dato che potevamo filmare solo nei weekend, immaginate quanto potesse essere fastidioso dover rimandare a causa del maltempo o del troppo freddo. Questo mi ha portato ad avere una sorta di mania di controllo del meteo, che anche dopo la fine delle riprese mi ha perseguitato per diverse settimane. Trasportare il nostro konoc su e giù per i colli non è stata sicuramente una passeggiata. Ogni volta dovevamo attrezzarci con un camion per portarlo nella location, prescelta e studiata settimane prima in modo da non aver problemi durante la giornata di riprese. Ultimo ma non ultimo ostacolo è stato sicuramente la post-produzione del film. Ho lavorato da solo a tutti gli effetti visivi e in generale a tutto ciò che comporta “confezionare” il prodotto finale. È un lavoro che ha richiesto un intero anno e più di qualche volta mi ha portato quasi a gettare la spugna.
HACKETT: In cinque anni di lavorazione avete mai pensato di non farcela e cosa vi ha spinto ad andare avanti?
ELIA: Si arriva a un punto nel quale sei ormai troppo avanti per pensare di abbandonare. È quello che è successo a me. Al contrario di tutti gli altri, che molto prima di me si sono “stancati” (e non gliene do nessuna colpa poiché è più che comprensibile dopo quasi cinque anni), io ho avuto dalla mia una gigantesca dose di forza di volontà, data anche dal fatto che l’opera in sé era un mio sogno rimasto nel cassetto per quasi un decennio e il fatto di vederla finalmente prendere vita mi dava un’enorme grinta. Ma anche io ad un certo punto ho iniziato a vacillare, molto tardi in realtà, proprio durante gli ultimi mesi della post-produzione. Continuavo a non vedere mai una luce in fondo al tunnel e questo era estremamente demoralizzante, dato che ero rimasto solo con tutto il peso della conclusione del film sulle spalle. Unicamente io e il computer potevamo mettere la parola fine. Il solo pensare a quanto tutti avessero sacrificato tempo, passione, energie per Covered sun mi ha impedito, per rispetto, di mollare tutto.
HACKETT: Elia, nel film hai curato anche tutti gli effetti speciali e l’animazione delle fantastiche creature che sono analogiche e da te costruite manualmente; questo lavoro artigianale quanto studio e preparazione ha comportato?
ELIA: I konoc sono sicuramente uno dei punti forti del film, qualcosa che in un certo senso ci contraddistingue da altri prodotti indipendenti. Sempre più di rado si vede nel cinema l’effetto speciale pratico tradizionale, i pupazzoni per capirci. Sostituiti ormai dalla più economica computer grafica 3D. Noi siamo sempre stati fermi sull’idea di non usare mai il 3D, se non fosse stato necessario, e siamo tutt’ora di questo pensiero. Realizzare qualcosa di tangibile, di vero, che gli attori possono vedere e toccare, con il quale possono interagire, per noi era di gran lunga molto più interessante. La realizzazione delle creature ha richiesto settimane di progettazione e diversi mesi di lavoro per la loro creazione. Solo uno dei quattro konoc era un costume indossabile, mentre gli altri tre erano marionette snodabili, ognuna manovrata da cinque persone contemporaneamente. Un lavoro sicuramente complesso che ci ha riempiti di soddisfazione e di passione! Sicuramente anche nei futuri progetti utilizzeremo questo tipo di tecniche, cercando di migliorarci sempre a livello di qualità di resa e materiali.
HACKETT: Qual è stata la scena più complicata da realizzare?
ELIA: La scena più complessa è sicuramente la famigerata “scena 14”. Nel corso del film i diversi protagonisti della storia vengono presentanti a turni e i loro archi narrativi proseguono a rotazione, poi le loro storie iniziano ad intrecciarsi in maniera più fitta sino ad arrivare a un annullamento della rotazione in una scena dove quasi tutti i protagonisti sono presenti nello stesso luogo. Questo è un po' il momento chiave di Covered sun e la scena nella sua completezza dura circa 20 minuti, nei quali succedono davvero moltissime cose e in cui sono presenti svariati personaggi. Il più grande problema di questa scena è stato iniziare a girarla a Novembre, quindi in un’ambientazione invernale, grigia e spoglia. Naturalmente ogni giorno di ripresa di questa scena doveva avere le stesse condizioni atmosferiche e l’ambientazione doveva rimanere invariata. In definitiva abbiamo spezzato la scena in 14 giorni di riprese, dilazionati tra Novembre e Marzo, con temperature che variavano dai 10 ai 2 gradi e con gli attori che indossavano costantemente costumi a maniche corte, in linea con il resto del film. Un vero inferno. Piccola curiosità: qualche settimana dopo la fine delle riprese della “scena 14” avevo bisogno di fare un piccolo reshoot di un’inquadratura, ma cercando la location abbiamo avuto difficolta a ritrovarla. Ci siamo resi conto poco dopo che l’intera area era stata disboscata!
HACKETT: Quella più divertente?
ELIA: Una delle scene più divertenti da girare è stato il finale con San e Snoun, un pomeriggio di risate, molto leggero. Altri momenti esilaranti si sono verificati nelle tre giornate di ripresa con le comparse! Era molto impegnativo gestire tutte quelle persone ma erano tutti divertiti e contenti di essere lì con noi a girare e a ogni gaffe partivano le risate.
HACKETT: Cosa diventa indispensabile quando non ci sono i finanziamenti?
ELIA: Ingegnarsi! Uno dei nostri obiettivi principali è dimostrare che si possono creare immaginari interessanti e ricchi anche senza budget colossali. I konoc sono stati costruiti con tantissimi materiali di scarto, per i costumi abbiamo lavorato con indumenti di seconda mano e inizialmente anche i teli della green screen non erano in tessuto ma in semplici tovaglie di carta. Quasi tutto ciò che creiamo si basa sul riciclo e ci piace che sia così. Ci diverte molto! Ovviamente cerchiamo sempre di migliorarci e di acquistare ciò che serve quando raggiungiamo un determinato budget da poter impiegare ma penso che anche per i futuri progetti cercheremo sempre le soluzioni più fantasiose per poter realizzare riprese complesse. Non tutto dipende dal budget, conta molto di più l’amore e la passione che si mette in un progetto! Per il futuro sicuramente proveremo a chiedere se a qualche produzione potrebbero interessare le nostre idee, ma se non dovessero arrivarci risposte positive andremo avanti comunque.
HACKETT: Covered sun è disponibile da questo ottobre in dvd e bluray Digitmovies; come è stato accolto dal pubblico?
ELIA: Direi molto bene! Abbiamo riscontrato un’accoglienza positiva e curiosa. Certo il fantasy è un genere di nicchia e le persone possono essere un po’ restie ad avvicinarsi. Siamo comunque molto soddisfatti della risposta d’acquisto e dalle recensioni che ci arrivano. Speriamo di poter organizzare degli eventi dal vivo in futuro (quando si potrà fare in sicurezza, ovviamente) che potranno coronare il viaggio di Covered sun e far conoscere ancora di più la versione home video al pubblico.
HACKETT: Sarebbe ipotizzabile un seguito?
Io ho volutamente inserito, verso il finale del film, alcuni piccoli elementi ai quali sarebbe interessante agganciarsi per un possibile seguito della storia, ma realisticamente parlando credo che non me la sentirei di ritornare in questo mondo per raccontare altro. Covered sun è stato una parte della mia vita per oltre dieci anni, prima come fumetto e poi come film. Ora che è concluso credo sia giunto il momento di voltare pagina e proseguire per altre strade. Covered sun è, e rimarrà sempre, l’opera più importante della mia vita.
HACKETT: Che consiglio dareste a giovani videomaker che stanno pensando ancora se ne valga la pena?
ELIA: Non arrendersi. Non dare peso ai giudizi altrui. Essere testardi e provarci. Se c’è la necessità, l’istinto, di dover assolutamente raccontare una storia sono dell’idea che sia indispensabile tentare di farlo in tutti i modi, anche se non si hanno i mezzi economici adatti. Qualsiasi primo lavoro sarà una base di partenza per qualcosa di più bello e professionale che verrà in seguito. Provando e sbagliando si impara moltissimo! Sul mio canale YouTube ci sono ancora dei vecchi video girati con il cellulare (e non certo uno smartphone) nei quali cercavo di riprodurre i trailer cinematografici dei film che mi piacevano. Costringevo mio fratello a farsi riprendere e montavo il tutto con musiche ad effetto e frasi in inglese senza senso che però suonavano bene. Non ho intenzione di cancellarli perché mostrano da dove sono partito e mi ricordano quanta strada abbia fatto.
HACKETT: Quali sono i vostri progetti in cantiere?
ELIA: Nel nostro futuro ci sono molti progetti! In primis un nuovo lungometraggio, già in fase di pre-produzione, dedicato ad un mondo sci-fi. Vogliamo cambiare genere e stile! Poi abbiamo in cantiere un altro cortometraggio che sarà molto simile al nostro lavoro Oniro – Fratello della Morte e che parlerà di un altro racconto mitologico ambientato ai giorni nostri. Prevediamo anche di iniziare delle collaborazioni con case di produzione amiche che in questi anni ci hanno contattato e offerto molti spunti interessanti. Appena si potrà, ritorneremo anche nelle scuole con un progetto laboratoriale di cinematografia che non vediamo l’ora di poter intraprendere con i ragazzi!
SCHEDA DEL FILM
Un film di Elia Rosa Regia di Elia Rosa e Paolo S. Borgato Interpretato da Ismaele Sacco (San), Erica Andreose (Yama - Snoun), Giacomo Rosa (Prorok) Riccardo Meneghello (Deshida), Simone Crema (Hairystone). Musiche di Carlo Tosini VFX di Elia Rosa Distribuito da DigitMovies Cinema in DVD e BRD Girato in Veneto (Italia). Nessuna produzione esterna.
RICONOSCIMENTI
Selezione Ufficiale ai Prisma Movie Awards (Roma) • Premio come Best Debut Filmmaker presso i Cult Critics Movie Awards di Calcutta (India) • Premio Menzione d'onore come Miglior Film Fantasy presso gli Oniros Film Award 2020 (Valle d'Aosta) • Premio Miglior Film Fantasy e Migliori Effetti Pratici al New York International Film Awards (New York) • Premio Miglior Debutto alla Regia al Cult Critics Movie Awards (Calcutta) • Premio Miglior Capelli, Makeup e Costumi agli Screen Power Film Festival (Londra) • Selezione Ufficiale come Finalista ai Kosice International Monthly Film Festival (Kosice, Slovacchia) • Selezione Ufficiale come Finalista ai Prague International Monthly Film Festival (Praga) • Miglior Film, Miglior editing, Miglior Production Design al Brazil International Monthly Independent Film Festival (Rio de Janeiro) • Selezione Ufficiale al New York International Film Award 2020 (USA).
INTERVISTA INSERITA IL 16/12/2020 DAL BENEMERITO HACKETT
17 Dicembre 2020 09:14
Bella intervista.
Bravo Hackett.
17 Dicembre 2020 12:26