Note: Aka: "Collector's Item "; "Dead Fright"; "The Trap"; "La Jaula"; "L'Enchainé"; "Der Käfig". Da un soggetto di Francesco Barilli, sceneggiato anche da Lucio Fulci (che avrebbe dovuto dirigerlo e ne darà una versione pressoché identica con Il Miele del Diavolo).
Mediocre dramma erotico che tiene desta l'attenzione per la prima mezz'ora ma che poi scade nella noia. Iperdialogato, con una regia anonima di Griffi. Gli interpreti, almeno Musante e la Antonelli, se la cavano con indubbio mestiere. Ma è una pellicola che si fa veramente fatica a seguire fino ai titoli di coda.
L’estrinsecazione del malessere esistenziale e della paura della solitudine, accennata nel clima natalizio della prima mezz’ora, si ritrae nella pomposa messa in scena di un malsano rapporto vittima-carnefice e della rivalità tra madre e figlia che ingombrano tutta la seconda parte, tingendosi di un flebile giallo all’approssimarsi dell’epilogo, improvviso e aperto. Un dramma erotico rappresentato da buoni attori, ma che si strascica per la ripetitività delle situazioni e tautologici flashbacks. Musiche di Morricone, con poderoso giro di basso post-punk nel brano dei titoli di testa.
Patroni Griffi firma il più morboso e tetragono degli erotici italiani degli anni 80. Cadenze da horror, atmosfere e situazioni polanskiane, musica incalzante di mastro Morricone, una Antonelli sensualissima e completamente folle. Kammerspiel spietato e sanguigno, con flashback che ricordano le tracce argentiane di Tenebre, situazioni che echeggiano L'impero dei sensi e anticipazioni del kinghiano Misery. Più un thriller della follia che un erotico vero e proprio, tra rasoiate, claustrofobia e angoscia. Un piccolo gioiellino sottovalutato.
MEMORABILE: La Antonelli ricopre di uova e salmone la faccia del povero Musante; Il finale aperto che ricorda quello della Casa dalle finestre che ridono.
Noioso e banalissimo dramma erotico che vorrebbe essere morboso. La confusione regna sovrana, alcune scene sono prevedibili e nonostante l'ottimo cast siamo a livelli di cinema davvero bassi. Non ho mai apprezzato i lavori di questo regista e questa è una delle sue pellicole meno riuscite. Alfin mediocre.
Film drammatico erotico condotto quasi del tutto in interni con Musante in forma che purtroppo predica nel deserto in quanto non lo seguono né la Antonelli (e questo non sorprende) né la Bolkan, che appare poco convinta. La vicenda è morbosa e paranoica, tirata troppo per le lunghe e con forzature e incongruenze. Anche il maestro Morricone non offre una prova memorabile.
MEMORABILE: Musante incatenato al letto, permette di essere incatenato ancora (ma allora...).
Tutto sommato si rivela meno orrendo delle previsioni, pessime. L'ultimo film di Patroni Griffi è quello con minori velleità autoriali e il mestiere del regista (prevalentemente dedito al teatro) si avverte. La coppia Bolkan-Musante è una reminiscenza di Metti una sera a cena, di cui è citata per un attimo la famosa colonna sonora. Laura Antonelli recita male, ma al crepuscolo della sua bellezza oscura comunque l'inguardabile Blanca Marsillach, in seguito protagonista del letale (quello sì) Miele del diavolo di Lucio Fulci.
A distanza di diversi anni da Metti una sera a cena Patroni Griffi riesce ancora a sorprendere con un altro grande film, musicato egregiamente dal maestro Morricone. Il Légami nostrano si intitola La gabbia. Ambientato per lo più all'interno di un appartamento borghese mette inscena la follia di una madre e una figlia pazze per lo stesso uomo: un legame indissolubile che traghetta lo spettatore fino al finale spiazzante, che si abbatte come un'accetta a spezzare le catene di un'incubo. Pregno di senso di pericolo, sorprendente quanto a coraggio. Cult.
Giuseppe Patroni Griffi è il regista di questo film parzialmente riuscito, a metà fra l'erotico e il drammatico. Il cast nasconde relativamente alcune pecche di sceneggiatura e il migliore risulta essere Tony Musante. Il reparto femminile (Bolkan, Antonelli e Marsillach), infatti, pare che reciti svogliatamente.
Il passato torna fragorosamente nel presente di un dongiovanni senza scrupoli per intrappolarlo in una morsa mortale. L'essere umano viene schiacciato dal peso delle proprie pulsioni e condannato all'impossibilità di tenere a sé anche solo il ricordo di quello che fu. Non c'è amore, non c'è sesso; solo rabbia, gelosia, frustrazione che si mescolano insieme creando un cocktail di fiele. La fine di tutto senza un nuovo inizio.
Quasi più interessante il versante thriller (non male il finale) che quello erotico e ciò, purtroppo, non è un complimento per una pellicola che punta molto sull'aspetto sensuale. La storia non è granché e non dice nulla di nuovo e, tra l'altro, non lo dice bene. Tutto è un po' sottotono: la regia di Patroni Griffi è abbastanza scialba, mentre gli attori deludono, con la Antonelli in testa che recita male. Musante poi non sembra particolarmente in parte. La Marsillach fa le prove per il futuro così come Fulci che cosceneggia e se ne ricorderà, anche lui, ne Il miele del diavolo.
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Da un soggetto di Francesco Barilli, particolarmente famoso per la regia di Il Profumo della Signora in Nero e Pensione Paura.
Cristina Marsillach, di lì a due anni di distanza con una serie di spilloni sotto agli occhi (1987, Opera, Dario Argento) interpreta il ruolo di Marie (Laura Antonelli) da giovane.
Mentre Blanca Marsillach (nei panni di Jacqueline, la figlia della "predatrice") verrà ripresa da Fulci (Il Miele del Diavolo, 1986, sorta di remake de La Gabbia) per sottolinearne l'appartenenza della sceneggiatura (cui ha, in parte, contribuito) e rivendicarne la mancata direzione (in un primo momento è stato il regista accreditato, poi sostituito da Patroni Griffi).
Ma secondo voi quale è il dvd migliore del film come qualità (perché ahimè dal quel che vedo zero extra in ogni versione).
Poi questo titolo mi intriga non poco,ed è nella lista delle mie visioni da un po'.