Vieni piccino sono il neroconiglio e ti mostro la Polonia delle meraviglie. Cosicché l'inebetito Alicio, ribelle alla patria reale, ne vive e ne vede da far invidia a San Tommaso, che s'accontentava di molto meno. Zulawski è fra i pochi che fa davvero "Horror"; ma di quello tosto, che strania e fa perdere i sensi senza versare ettolitri di sangue o urla che ti urla, di quello arcano e bestiale che seduce la mente pian piano nell'oscurità e sconvolge i corpi in danze da tarantolati. La Mdp segue e balla con loro, tra boschi e corridoi invasati.
MEMORABILE: L'inizio, nel castello, è da antologia.
C’è già tutto lo Zulawski a venire in questo autoctono horror polacco, saturo, folle e inumano. Il film anticipa alcune suggestioni di Possession, calate però in un contesto cinematografico bergmaniano di simbolismi tardo medievali e subdole impersonificazioni demoniache. Lo stile invasato del regista polacco si confà alla squilibrata ricerca di ordine del protagonista, destinata a perderlo definitivamente agli dei, al diavolo e agli uomini. Stordente, tonitruante e per lunghi tratti criptico, bisogna lasciarsi andare alla sua farneticante musicalità.
MEMORABILE: Le apparizioni stranianti del diavolo impersonato da Wojciech Pszoniak; Il cadavere del padre riportato in casa; Il rasoio.
Sanguigno e sciovinista, il cinema uterino di Zulawski è fin da subito votato al parossismo: trait d'union di sabba e ballo di San Vito, non ammette moderazione, non concede requie: deflagra ingovernabile e imprevedibile, stordente come il popper, frastornante come 24 ore di autoscontro, speronato da attori sismici da rintronare Grotowski, ornamenti di una mdp civettuola, score impertinente, una fotografia bruegeliana. Il falso storico (superstizione ideologica e religiosa) irriso dal Vero artistico che si fa brechtianamente largo a calci e morsi. Il Diavolo, probabilmente, è il cinema, e non ci sono inquisizioni né esorcismi che tengano.
In una ricostruzione scenica impressionante una pellicola di grandissimo valore filmico. Ad un anno solo da I diavoli di Ken Russell, un film con le stesse atmosfere, seppur relative a un contesto differente. Ambientato alla fine del '700 in Polonia, un film dal montaggio non frenetico come altri successivi del regista e in odore di caos, guerra, morte e depravazione. Tra paesaggi innevati e movimenti di macchina autoriali il diavolo sembra trovare linfa vitale. Il mondo è realmente così brutto? Capolavoro.
Horror gotico intriso di politica, simbolismi e furenti critiche sociali. L'ambientazione settecentesca è il paravento per narrare in maniera spietata il gioco di inganni nei quali un giovane protagonista (la nazione polacca) viene coinvolto subdolamente dal diavolo (l'Unione sovietica) che sussurrandogli bugie lo porta al delitto e alla perdizione. La censura dell'epoca mangiò la foglia e bloccò la pellicola per molti anni. Volutamente artigianale nella messa in scena, il film affascina e coinvolge. Da scoprire.
Film di grande impatto visivo (con alcune parti notevolissime) e di grande complessità. Non tanto dal punto di vista narrativo (la storia è abbastanza agevole
da seguire) quando per ciò che riguarda il piano metaforico ma anche quello storico
A tratti criptico ed anche ostico, riesce però infine a ripagare pienamente gli sforzi dello spettatore. Zulawski è già lui e mostra gli stilemi del suo cinema: macchina da presa mobilissima; recitazione in parte sopra le righe ed "urlata"; squarci visivi di grande bellezza; simbolismi di vario tipo. Ma in questo caso il risultato è da incorniciare.
Rivisitazione, potente ed esagitata, dell'Amleto (il padre morto, la madre incestuosa, i teatranti...) in cui la massima scespiriana ("Il tempo è fuor di sesto"), summa del disordine morale e politico, viene adattata alla storia polacca (i Prussiani) e autobiografica (l'invasione nazista). Cupo e livido, il film diviene rappresentazione del diabolico quale negazione del cosmo, ovvero dell'armonia nelle relazioni sociali e verso la divinità. Considerato genericamente "maledetto" è, in realtà, la diagnosi di una disfatta metafisica e umana.
Interminabile odissea in salsa storica di uno psicopatico con look alla Berto Consalvi, che gira tra i boschi della Polonia settecentesca uccidendo con nonchalance chiunque lo degni di un minimo d'attenzione. Le provocazioni (omicidi totalmente gratuiti, incesto, un tentato stupro gay) non ridestano lo spettatore da una mattonata febbricitante come piace al regista ma totalmente sconnessa e ripetitiva. Difficilmente digeribile ma stranamente credibile, con quei volti sgradevoli (cast femminile escluso), quelle location povere e quell'irruenza.
Andrzej Zulawski HA DIRETTO ANCHE...
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Schramm ebbe a dire: Nel suo commento, Giùan ebbe a dire: autoctono horror polacco
Credo di capire che valenza transgenerica intendi dare nel definirlo horror, ma è bene puntualizzare che non appartiene strettamente al genere. O almeno, arrivato a un'ora e 10 di visione, non scorgo elementi per accostarcelo, a parte l'umore furente e l'uso spericolato del gore. Certo è che a sprazzi balza alla crapa I diavoli (ma riletto sotto overdose di Plegine) e che dice benissimo chi sottolinea che qua c'è già tutto il più virulento, incazzato e kamikaze Zulawski a venire. sembrano quasi le prove generali per Possession.
Buiomega71 ebbe a dire: Il Zula che mi manca, a quando un edizione in dvd?
nell'attesa di un degno recupero Rarovideo, ti darà forse gioia nell'anima sapere che sto alacremente curando la traduzione (invero non facile, date le non poche quotes scespiriane in inglese arcaico) italiana dell'srt. Tempo di sbrogliarne i passaggi più ardui e lo caricherò su subscene.
Rispondo alla tua chiamata, Schramm...
Come ben sai aborro ogni tipo di "visione webmastica" che non sia dvd o vhs original .
Attenderò un ipotetico dvd Raro (di nome e di fatto)
Grazie comunque per la info...
DiscussioneGiùan • 16/05/13 14:04 Controllo di gestione - 241 interventi
Ciao Schramm e oomplimenti intanto per il tuo splendido commento al film, che confermo solo in maniera molto approssimativa e "generica" ho incasellato nella categoria horror. D'altra parte quello di Zulawski (odi et amo catulliano) è uno degli esempi più virginali di cinema puro o cinema cinema come una volta si diceva, pervaso da un narcisismo strabordante come da un vitalismo che pericolosamente flirta col nichilismo...........a tra non troppo rimando una "re-visione" de L'amour braque.
Attendo anche nuove per i tuoi subs in italiano al film
A presto
Juanito ti ringrazio, in realtà in una prima stesura il commento era lungo il doppio, perché tanto ci sarebbe da aggiungere sulla ciccia del film, a partire da ciò che l'ha ispirato: da una parte un fatto di cronaca realmente accaduto negli anni Sessanta, in cui il regime comunista stroncò violentemente la protesta contro la censura di una manifestazione studentesca, dall'altra scioccante vissuto infantile dell'autore durante le occupazioni naziste in Polonia. Substrati che per la pellicola fungono da doppi fondi, o da pozzo senza fondo. Per Zula la Storia è un fungo mortalmente velenoso germinato grazie a spore di muffa ideologica: a ciò si aggiunga che quest'ottica è a sua volta messa in abisso e allegorizzata dall'Amleto scespiriano che qua -come in molti altri suoi film, Femme publique su tutti- irrompe metalinguisticamente creando un forte straniamento che Brecht e Beckett gli avrebbero invidiato.
Sono state proprio le pagine scespiriane ad avermi dato i maggiori grattacapi di traduzione, portata comunque a termine con successo ma per ora congelata in attesa di sapere se alla Rarovideo interessa acquistare la traduzione in vista di un'annunciata edizione italiana del film. In caso di esito negativo, caricherò immantinente l'srt su subscenes e opensubts.
Amor braque è un helzapopping dell'assurdo che non ammette mezze tinte: o si detesta o si adora (io propendo naturalmente per seconda). Peccato che via via il suo cinema si sia affievolito fino a cristallizzarsi (La fidelité, ahimé...), e peccatissimo che dal 2000 in poi non sia più tornato in cabina di regia...
Lucius ebbe a dire: Appena entrato in possesso di un dvd coi sottotitoli in italiano.
Che siano quelli curati da Schramm? :)
dubito siano i miei dato che non li avevo caricati su subscene né passati ad alcuno.
credo siano quelli reperibili su opensubtitles, che per inciso hanno i passaggi scespiriani orribilmente tradotti alla lettera, mentre per tradurre tutti i passaggi meta-teatrali sono filologicamente andato a ripescarmi l'amleto... ;)
Schramm ebbe a dire: Buiomega71 ebbe a dire: Lucius ebbe a dire: Appena entrato in possesso di un dvd coi sottotitoli in italiano.
Che siano quelli curati da Schramm? :)