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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Se c'è un motivo per sorbirsi l'ennesima storia del sicario solitario che monologa tra sé e sé del suo mestiere muovendosi silenzioso per colpire è, in questo caso, la luce. La luce straordinaria che pervade le immagini notturne e che si posa su architetture e scenografie limando i dettagli con precisione assoluta, che l'alta definizione esalta per lasciar emergere una ricchezza di dettaglio impressionante. La creatività di Fincher, in THE KILLER, sta tutta qui. Il resto, che deriva dalla solita graphic novel e che anche per questo riflette una ricerca sull'immagine assai brillante lavorando sui contrasti per darvi una nettezza apparentabile al disegno,...Leggi tutto è poca cosa.

Fa sorridere che dopo lunghi minuti trascorsi a spiegare la propria dura vita da sicario (infilando citazioni dotte che gli conferiscano improbabile statura da assassino educato) ma soprattutto a chiarire tutto ciò che va fatto e non fatto per risultare infallibili, il protagonista spari da una finestra a Parigi e centri il bersaglio sbagliato: non la vittima designata ma una presumibile prostituta che gli si para davanti all'ultimo momento. Pochi secondi per liberare lo stabile e fuggire. Occhio però, perché rispetto alle esperienze cinematografiche precedenti in tema, il tempo è passato e i sistemi in uso alla polizia per risalire agli assassini sono sempre più sofisticati, quindi le precauzioni da prendersi per non farsi beccare aumentano a dismisura; fortunatamente lui, il killer (Fassbender), le conosce tutte. Che poi renda partecipi pure noi delle sue contromosse è un altro discorso, e più in generale una cosa di cui nemmeno Fincher sembra volersi troppo occupare. Ellissi, tagli di montaggio... Le domande inevase si moltiplicano e non tutte troveranno una risposta, dal momento che il killer non parla con nessuno o quasi. Anzi, quando lo fa il film ha finalmente un'impennata, come nell'ultima parte in cui prima Tilda Swinton e poi Arliss Howard si prendono la scena e monologano a turno di fronte a un uomo che si presenta in modo suggestivo quasi come fosse la Morte vera e propria.  Silenzioso, ieratico, inespressivo: un blocco di marmo col quale non viene proprio voglia di parlare. E spietato, va da sé. Perché quando qualcuno raggiunge la sua casa di Santo Domingo per eliminarlo riducendo in fin di vita non lui ma la sua compagna, si imbestialisce (senza muovere un lineamento, sia ben chiaro) e progetta la sua vendetta.

Insomma, il nostro - che cambia più nomi che mutande, a giudicare dai documenti su cui sono stampate ogni volta generalità diverse - non si chiama John Wick ma l'origine fumettistica del personaggio li accomuna. Fincher però punta al film d'autore, non può certo darsi all'azione selvaggia, e il primo effetto della scelta è una lentezza pachidermica, aggravata dall'assenza drastica di dialoghi. Non bastano le escursioni da narratore che accompagnano tutto il prologo parigino a rendere interessante una storia che da lì in avanti prova a procedere dicendo sempre il meno possibile; in definitiva una vuotezza di contenuti che non è certo di buon accompagnamento a immagini invece superbe. Perhé FIncher il cinema lo conosce eccome, e in molti frangenti la qualità della messa in scena è evidente. Pur tuttavia, definire supefluo un film simile è fargli un complimento...

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 29/09/23 DAL BENEMERITO SONOALCINE POI DAVINOTTATO IL GIORNO 17/01/24
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Il ferrini 29/11/23 23:37 - 2361 commenti

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Un film che è una macchina che prevede tutto, fino al più insignificante dei dettagli, e lo fa a Parigi come a Santo Domingo fino a New York, con codici spietati e "automatici". Nessuna cattiveria, solo calcoli. Per aggirare questa realtà Fassbender deve infatti scomparire, diventare un anonimo "turista tedesco" e seguire ferree regole per non lasciare mai nessuna traccia di sé. Fincher coglie nel segno e Fassbender è adatto al ruolo. Peccato che quella macchina abbia fagocitato anche loro. Non brilla per ritmo né per originalità.

Sonoalcine 29/09/23 06:32 - 185 commenti

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Un compatto gioiello fatto di tensione e in grado di tenere il pubblico con il fiato sospeso lavorando su una suspense sapientemente dosata dalla regia di uno dei più grandi registi contemporanei: bastano già la scena del combattimento corpo a corpo e l'incipit, a confermare la grande messa in scena firmata da Fincher e la qualità nel reparto del montaggio.

Kinodrop 11/11/23 19:19 - 2961 commenti

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Nonostante le estenuanti elucubrazioni sciorinate come un mantra su quello che un buon killer dovrebbe fare, il protagonista sbaglia obbiettivo e dovrà affrontarne le conseguenze. Fincher questa volta sembra girare a vuoto, portando avanti una narrazione a capitoli senza creare una vera unità emozionale, rincorrendo piuttosto l'estetica e l'esotismo delle location (anche qui niente di nuovo) che si ripetono con una sequenza estrinseca rispetto alle dichiarazioni di intenti del protagonista. Nonostante la presenza di un buon cast, lascia a ogni svolta una sensazione di freddo déjà vu.
MEMORABILE: I continui cambi di luogo e identità, noleggi auto e appostamenti in attesa che succeda qualcosa; La freddezza delle esecuzioni; Gli Smiths in cuffia.

Rufus68 11/11/23 00:17 - 3845 commenti

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Un film freddo, sostanzialmente anonimo, ingannevolmente complesso. La psicologia dell'assassino (alla fin fine egli opera una vendetta) è composta di citazioni alla rinfusa sentite innumerevoli volte. La parte pre-action (la meticolosa preparazione, le abilità tecniche) è l'unica a generare curiosità e in questa riposa la maggior attrazione della pellicola insieme all'algido controllo registico. L'azione vera e propria (il corpo a corpo) è, invece, debole oltre che stravista in centinaia di filmetti e telefilmetti. Inutile monologo della Swinton buono al più come riempitivo.

Erfonsing. 11/11/23 11:37 - 22 commenti

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Bei tempi quando Fincher era Fincher. Il film non è male in sé, la prima parte incuriosisce ed è ben costruita. Poi tutto diventa routinario; al posto di Fassbender ci poteva essere uno Statham qualunque e sarebbe stato lo stesso. Forse addirittura meglio. Anche il mantra ripetuto all'infinito dal protagonista è un classico di chi deve compiere una vendetta. La presenza di Tilda, sempre magnetica nonostante (o forse perché) algida, è sostanzialmente inutile. Finale spiazzante. Si salva solo la fotografia.
MEMORABILE: Il nome del killer.

Daniela 12/11/23 09:01 - 12673 commenti

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Sicario metodico commette un errore professionale uccidendo la persona sbagliata. A seguire la solita sentenza di morte emanata nei suoi confronti e la solita mattanza da parte di lui... La trama è basica, ma questo in sé non è un problema, a patto che l'essenzialità si coniughi con il il rigore autoriale. Non è il caso di questo film, che racconta una storia già proposta in altre occasioni in modi migliori e anche più congruenti, considerati alcuni risvolti privi di senso logico. Quanto a Fassbender recita come fosse un monaco tibetano, sentenziando in continuazione fuori campo.

Capannelle 12/11/23 10:43 - 4412 commenti

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Fincher, un regista di peso e poco banale. Fassbender, che non si vede molto sul grande schermo, in un ruolo totalizzante. La cosa sembrerebbe intrigante. Durante la visione tuttavia non si registrano picchi di interesse, lo stesso protagonista è voluto in una veste metafisica che osserva e ripete fino allo sfinimento alcuni principi di come intende il suo mestiere. Poco action (si salva la fuga sullo scooter), dialoghi che vanno a corrente alternata, ambientazioni varie. Rigoroso e autoriale nelle intenzioni ma alla fine prossimo al dimenticabile.

Thedude94 12/11/23 23:42 - 1097 commenti

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Un Fincher senza dubbio minore questo di "The killer", che mette in scena la storia di un cupo e solitario assassino interpretato in maniera fredda e glaciale da Fassbender, non riuscendo ad andare oltre a una storia piatta e di base molto semplice. Ciò che manca è sicuramente l'aspetto emotivo, surclassato da una logica filmica e una struttura molto precise, il tutto a sfavore dell'empatia nonostante si provi a dare al personaggio una sorta di fallibilità iniziale per renderlo il più umano possibile. Tecnicamente di indubbio valore, ma debole nei contenuti.

Piero68 13/11/23 14:17 - 2958 commenti

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Un film bolso, inutile, che sa di déjà vu e che nulla aggiunge alla già lunga lista dei film simili. Recitazione fuori campo che dopo un po' diventa più che fastidiosa (anche perché spesso poco ci si capisce) e un Fassbender impalpabile che recita peggio che nella saga di Alien (ma lì almeno era un robot). Il killer sarà anche appassionato degli Smiths ma la pubblicità di McDonald's inserita all'inizio del film è davvero inqualificabile.
MEMORABILE: Pessima la citazione satanista di Aleister Crowley a inizio film: "Fa ciò che vuoi". Ovviamente hanno omesso la fonte della frase.

Rebis 14/11/23 09:50 - 2339 commenti

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Immersivo come un videogioco, minimale come un haiku, metodico come lo zen, l'ultimo thriller di David Fincher adatta una graphic novel, mutuandone lo stile ellittico, per passare dalla parte del killer, dopo averlo lungamente osservato attraverso l’indagine investigativa. Difficile non trascenderne l'essenzialità inesorabile in una metafora sul mestiere della regia e sull’ossessione per il controllo. Ma la macchina funziona al di là delle implicazioni e l'imperturbabilità di Fassbender è un pilota automatico al quale è un piacere abbandonarsi, certi di arrivare alla meta.

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Nicola81 14/11/23 23:14 - 2862 commenti

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Un Fincher minore? Senza dubbio, ma i difetti non risiedono certo nel manico, quanto piuttosto in una sceneggiatura che si limita a raccontare senza colpi d'ala una storia già vista troppe volte. Peccato, perché l'idea di coniugare uno stile essenziale degno di Melville con le dovute concessioni alle esigenze dello spettacolo doveva dare frutti migliori, vista la varietà delle location e la ricchezza della messa in scena. Fassbender è anche bravo, ma nel suo essere glaciale e al tempo stesso sentenzioso finisce col risultare monocorde, forse non solo per colpa del personaggio.
MEMORABILE: La visita all'avvocato; La lotta corpo a corpo; La barzelletta della Swinton.

Ultimo 18/11/23 15:23 - 1656 commenti

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Data la regia era lecito aspettarsi qualcosa in più. La vicenda del killer professionista è pure intrigante, ma risulta troppo lenta e non sviluppata a dovere. Qualche buon momento c'è, ma nel complesso il film risulta troppo prolisso e tendente al dimenticabile. Nella norma il cast, in cui il protagonista fa il suo ma non recita una parte indimenticabile. Sufficiente nel complesso, ma Fincher ha fatto di meglio.

Lythops 4/12/23 15:15 - 1019 commenti

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Film dalla trama ben poco originale, ha però il pregio di non essere in linea con la produzione dei nostri anni 2020, in cui a dominare è la pura azione arricchita da effetti di ogni tipo e a reazioni assolutamente epidermiche. Pervaso di una tensione quasi costante, non privo di qualche ripetitività, possiede il raro pregio del silenzio. Personaggi ben rappresentati, fotografia non rimarchevole. Buon film perché da seguire senza pop corn et similia.
MEMORABILE: La cena con il bersaglio femminile e sua relativa conclusione.

Galbo 20/11/23 18:50 - 12401 commenti

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Un film che segue la routine (se così si può chiamare) di un sicario che subisce un intoppo professionale; quasi sempre statico (tranne che per una bella scena di fuga in moto e poco altro), è decisamente ben realizzato dal punto di vista tecnico (del resto, il regista non è uno qualunque) ma non si può negare che sia ripetitivo e monotono oltre che interpretato da un attore che (in questo film) esalta la "fissità espressiva"; né compaiono personaggi secondari degni di nota. Insomma un Fincher minore, con qualche momento godibile.

Paulaster 22/11/23 18:03 - 4431 commenti

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Killer va alla ricerca di un cliente non soddisfatto del suo mancato lavoro. Fincher la mette sull'autoriale cercando di creare pathos emozionale e nel lungo prologo crea interesse. Sembra il cinema di Refn, ma qui manca il colpo (in tutti i sensi) a sorpresa. Fassbender va a corrente alternata e il suo mantra diviene solo ripetitivo; la Swinton serve solo per la bellezza particolare. L'unica scena di combattimento sembra uscire da un blockbuster e le pubblicità sparse sono dichiaratamente palesi.
MEMORABILE: Il garage; La fuga in vespa (!); Lo scivolone della Swinton.

Giùan 29/12/23 09:32 - 4568 commenti

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Equivoco! Se Fincher avesse perseverato sulla linea dell'eccezionale contraddizione in termini iniziale (il panegirico del killer zen "smontato" dalla casualità delle cose in fieri), ne sarebbe venuto fuori probabilmente un inconsueto capolavoro noir parodico. Nei capitoli successivi assistiamo invece a uno stationendrama in cui un musiliano Fassbender, versione assassino senza qualità, si mostra tanto coerente nella sua anarchica ferocia quanto nella sua eminente nichilistica ottusità. In un cast che non può che esser corollario, pure il monologo perfetto della Swinton è eccessivo.
MEMORABILE: La lotta con Il Bruto.
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  • Discussione Max dembo • 16/11/23 13:14
    Servizio caffè - 425 interventi
    Il protagonista di Fassbender è appassionato degli Smiths, ahahahahahahahaha, non so se la cosa fosse voluta da Fincher ma pare difficile che no, e lo fa molto "sospetto", ahahaha.