Note: Scritto da Nigel Kneale. Con "I vampiri dello spazio" e "L'astronave degli esseri perduti" fa parte della trilogia classica di Quatermass; ognuno dei tre è il remake di una serie in 6 puntate della BBC.
(ULTRA BABY VINTAGE COLLECTION) THE QUATERMASS EXPERIMENT è il primo dei due film diretti da Val Guest per la Hammer di Anthony Hinds ispirati alla serie televisiva americana dedicata all'insuperabile "trilogia Quatermass" di Nigel Kneale, uno dei più originali e dotati sceneggiatori di fantascienza inglese (e non solo) di sempre. Il film ebbe un notevole successo e consegnò ai posteri la superba interpretazione di Richard Wordsworth, che regalò all'incredibile personaggio di Victor Carroon una fissità di sguardo e un'espressività memorabili. Purtroppo per noi, però (o perlomeno per chi ha letto la sceneggiatura in forma di romanzo...Leggi tutto di "L'esperimento Quatermass"), le splendide atmosfere e le complicate biascicature di Carroon create dalla geniale mente di Kneale sono state sacrificate a causa dell'infelice scelta di ridurre a meno di un'ora e venti un vero e proprio dramma psico-sociologico, che molto meglio era reso nella versione televisiva in più puntate. Certo i mezzi allora a disposizione erano davvero pochi, ma se gli effetti speciali si limitano a deformare superficialmente la pelle di Carroon e a gettare in terra una viscida sostanza gelatinosa, forse si poteva fare di più per valorizzare una sceneggiatura tanto precisa e dettagliata. Ad ogni modo il film, sebbene datato e ormai faticosamente digeribile, possiede un certo qual fascino, grazie soprattutto all'esperta direzione dei dialoghi e al provetto mestiere degli attori utilizzati. Bryan Donlevy si inventa un dottor Quatermass molto vicino a quello che probabilmente aveva immaginato Nigel Kneale, contribuendo a costruire quello che comunque resterà sempre un classico della fantascienza.
Il film attraversa 4 tipologie narrative: quella fantascientifica con il ritorno dell'astronave dallo spazio; il giallo con la ricerca delle cause della stranezza dell'astronauta superstite; la caccia al mostro dolente (con tanto di tipica scenetta con bambina innocente che il mostro non può violare); e infine una terrificante invasione aliena da sventare. Bello questo slittamento, e buoni alcuni particolari momenti: le riprese degli astronauti durante l'attacco, l'inquietudine degli animali dello zoo, il finale con un determinato Quatermass.
Piccolo classico della fantascienza vecchi tempi a cui il tempo deve però aver tolto non poco smalto. Passi per il budget molto risicato, ma il problema è una storia che zoppica e non avvince come dovrebbe. Dopo una prima parte promettente, il film si impantana ed il livello di coinvolgimento non decolla mai. L'elemento più interessante è la figura del dottor Quatermass (ma da noi chiamato, inspiegabilmente, Quitermass) ben poco simpatico e per nulla filantropico. Certo si lascia guardare, ma nulla più.
Pietra miliare nella produzione Hammer che qui esordisce in un'opera dalle spiccate ascendenze horror, destinate poi a riversarsi interamente nel genere gotico. Non è uno degli esempi meglio invecchiati, ma ha i suoi buoni momenti (strepitosa la sequenza notturna nello zoo) discreti sfx, un clima di minaccia incombente e due personaggi ormai iconici: l'astronauta invasato, cui Wordsworth conferisce una legnosa e bruciante sofferenza, e naturalmente Quatermass, incarnazione di una scienza che non si ferma davanti a nulla. La mente vola a Lovecraft, forse aldilà delle intenzioni di Nigel Kneale.
Notevole sci-fi che si tinge ben presto di forti tinte horror fino a sfociare nel finale in un monster-movie dei più classici (con l'immagine prototipica della creatura gigante che sovrasta un edificio della città). Il clima di mistero e di inquietudine è ben reso, soprattutto nella prima parte, quando ancora non è chiaro cosa sia effettivamente successo all'equipaggio dell'astronave e la verità viene scoperta attraverso la visione di un filmato registrato a bordo (ottimo espediente narrativo). Non perfetto, molto lineare, ma assai godibile.
Primo capitolo di una fortunata saga fantascientifica, che come spesso accade in questi casi delude un po' nella rappresentazione del mostro. Per il resto si tratta di un film incisivo e serrato (non dura neppure 80 minuti) che opera una buona commistione di generi, passando da una prima parte intrisa di mistero a una seconda con caccia all'uomo dal taglio quasi poliziesco. Donlevy interpreta una figura di scienziato tanto brillante quanto egocentrico, Warner nei panni dell'ispettore di polizia gli tiene degnamente testa.
Come un buon vecchio lord british resiste meritoriamente (e talora proditoriamente) alla prova degli anni, così fa questo autentico baluardo della sci/fi anni '50. Merito della stringata sceneggiatura di Kneale, che tutt'uno pare fare con la dinamica regia (di dinamismo inglese però sempre parliamo) di Guest e col coriaceo fideismo scientifico di un superbo Donlevy. Notevole la suppliziante interpretazione di Wordsworth che, con gli effettacci del viscido blobbone, rinforza l'allure horrorifica e notturna della seconda parte. Ancora inquieta la sequenza allo zoo.
Filmino dal fascino inossidabile: gli elementi fantascientifici (i più caduchi) sono, infatti, solo le cause occasionali per una narrazione che affonda le radici nell'immaginario romantico inglese (il film non è che una rivisitazione dei miti di Frankenstein e Jekyll). Perfetto il protagonista Wordsworth nel rendere la sua intima lotta contro un doppio inumano che lo divora da dentro e bravo Donleavy a miscelare protervia scientista e pragmatismo anglosassone. Pesa, purtroppo, il finale sbrigativo e dalla soluzione un po' ingenua.
Film celebre ma un po' ammuffito, che contiene nondimeno qualche momento suggestivo, anche se esigenze produttive debbono aver costretto ad andar di corsa senza scavare certi aspetti psicologici che sembrano più interessanti del mammozzone poliposo in cui poi tutto si risolve. Soggetto indovinato però, senza "eroi" (Quatermass è un riuscito emblema di scientismo presuntuoso e ottuso).
Ottimo primo capitolo della saga di Quatermass girato in un buon bianco e nero. Donlevy interpreta ottimamente Quatermass (che è molto più altezzoso qui rispetto al secondo capitolo), buon cast di caratteristi ed effetti speciali buoni (anche se non mostrati eccesivamente causa censura). Da citare la bella scena nello zoo, quella della navicella precipitata, il cactus...
Primo capitolo cinematografico dedicato allo scienziato Quatermass e non certo il migliore. La parte iniziale del film è la più interessante, perché semina indizi di ciò che è avvenuto nello spazio e palesa a poco a poco i sintomi della mutazione dell’astronauta, mantenendo un’atmosfera enigmatica. Poi si trasforma in una caccia al mostro prevedibile e con finale decisamente deludente. Quatermass, impersonato da Brian Donlevy, è di un’arroganza insopportabile; negli episodi successivi il personaggio verrà un po’ ammorbidito.
Può un film di fantascienza con effetti speciali decisamente datati e un protagonista antipatico suscitare interesse? Nel caso del film in questione, decisamente sì. Il film che lancia la Hammer Film nell'universo del cinema gotico è un piccolo gioiellino che mostra uno spirito diverso rispetto ai coevi film di fantascienza americani: meno fumettistico, piu "sociale", piu attento alle motivazioni romantiche dei protagonisti.
Buon film di fantascienza che sconfina nell'horror, non solo nei delitti e nell'affezione aliena che deforma il corpo, ma anche nelle atmosfere cupe, tanto che il finale è ambientato in una cattedrale gotica. Il personaggio del professor Quatermass è piuttosto riuscito: un protagonista né buono né cattivo ma solo interessato ai suoi intenti scientifici e con sete di conoscenza. Ci sono notevoli sequenze, come la scena allo zoo o il razzo conficcato nella terra. La trama è semplice e comunica inquietudine per l'ignoto che c'è nello spazio.
Film girato con poche risorse economiche. Un quasi B movie fanta-horror di tutto rispetto. Quatermass non sprizza certo simpatia, ma è volutamente pragmatico, cinico e sposa la causa scientifica al di sopra di tutto per scoprire cos'è accaduto al suo razzo caduto all'improvviso con un superstite a bordo. Bello il bianco e nero nelle poche scene di una Londra d'annata dove, quando si spengono le luci, si noterà la "Battersea Power Station" (resa celebre dalla copertina di "Animals" dei Pink Floyd).
Riuscito plot fantascientifico che non ci propone il semplice mostro ma alza l'asticella con un'ancora più inquietante entità intangibile che s'impossessa di un umano per mutarlo geneticamente; dopotutto erano tempi di guerra fredda e radiazioni atomiche. Perfetto Wordsworth per fisicità e mimica nella resa angosciante della metamorfosi: una sorta di "creatura" post-shelleiana (il faccia a faccia con la bambina ne è un evidente omaggio). Eccessivamente marziale Quatermass; dovrebbe essere il nostro eroe, ma non emana quella empatia che ci fa desiderare di portarlo in trionfo.
Ottimo film in cui sono abilmente mescolati orrore e fantascienza in un’opera di “alto artigianato”, in cui il mostruoso emerge grazie all’uomo e alla sua quotidianità, nella quale è già nascosto qualcosa di grave e profondamente malato. La prima metà del film è decisamente superiore alla seconda, che diventa una caccia all'alieno non molto originale ma con effetti visivi notevoli, per l'epoca.
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Il dvd Passworld presenta alcune brevi sequenze in lingua originale con sottotitoli italiani (non forced): ma più che di censure sembrerebbe trattarsi di lacune nella traccia audio italiana.
Il radiodramma BBC del 1953 fu ridotto a romanzo-sceneggiatura da Nigel Kneale nel 1959. Fu pubblicato in italiano due anni dopo da Einaudi, come "L'esperimento Quatermass", nella celebre antologia "Il secondo libro della fantascienza" (il seguito dell'ancor più celebre "Le meraviglie del possibile").
Una edizione a sé stante si ebbe solo nel 1978, per la Mondadori Urania (collana "Classici della Fantascienza").
Entrambe le versioni sono nella traduzione di Gerardo Lanceri.
La nota in scheda andrebbe modificata in quanto i film per il cinema dedicati al dottor Quatermass sono 4 , comprendendo anche "Quatermass conclusion - La terra esplode" (quindi una tetralogia e non una trilogia)
Nelle varie apparizione del Prof. Bernard Quatermass cinema e tv si intrecciano più volte.
Il primo film della trilogia era la trasposizione cinematografica della miniserie The Quatermass Experiment trasmessa dalla BBC One nel 1953.
I due film successivi, partoriti dal successo del primo, nascono invece da soggetti originali, quindi non sono di derivazione direttamente televisiva.
Quanto a Quatermass conclusion, si tratta del condensato cinematografico di una miniserie tv trasmessa da ITV nel 1979.
Non capisco bene Daniela, le miniserie della BBC son tutte e tre tratte da sceneggiature fatte allo stesso modo da Kneale e tutte e tre portate prima in versione televisiva (le sceneggiature, uscite per Urania e che io ho, sono scritte apposta per le serie in più puntate) e poi al cinema.
Scusa Zender, evidentemente il ricordo ha fatto cilecca (ho controllato solo le date di uscita delle due miniserie), perché mi sembrava proprio che i numeri 2 e 3 fossero "autonomi" - non posso al momento ricontrollare sui vecchi volumi della storia del cinema di fantascienza, sto facendo le valige e devo chiudere qui, torno fra qualche giorno e rettifico la nota.