Dal regista di Shadowzone c'era ben poco da attendersi e, puntuale, arriva la conferma con questo film (proposto all'After Dark Horrorfest 2006), che punta su una sceneggiatura inconcludente sia sul versante gore (cassato per volontà, si dice), sia sul versante narrativo (come è perché i bambini vendicativi siano fuori dalla porta, in cerca di sangue, non è dato immaginare). Peccato, perchè la location (è girato a Sofia, Bulgaria) è a dir poco ammaliante e la scenografia naturale rimane l'unica cosa significativa dell'intera operazione...
Una casa nel bosco. Una vecchia miniera che nasconde un vecchio e orribile mistero. Un gruppo di "bambini" che gridano vendetta. Questi sono gli ingredienti di un horror senza pathos e che non riesce in alcun modo a coinvolgere lo spettatore. La fotografia in alcuni frangenti è ottima ma un horror ha il dovere di far paura: questo fa solo addormentare.
Classico esempio di film dove il contenitore (il bosco, la casa e attori decenti) è decisamente migliore del contenuto, di rara pochezza. Si passa più di un'ora a sonnecchiare, visto che regna quasi sempre il buio, dopodichè, qualcosa si muove (i bambini con picconi), ma ciò non è sufficiente a creare quella suspence e tensione indispensabili in un horror. Trattasi quindi di minestra filmica annacquata, con discrete riprese e poco altro. Evitabilissimo.
MEMORABILE: I bambini zombi illuminati dai fulmini dietro le finestre della casa.
Spaventoso per la noia che riesce a generare, questo insignificante esercizio da Bignami dell'horror riciclato gioca tutte le sue carte sulla suggestiva ambientazione fra i boschi. Al di là di questo, il nulla: situazioni tanto elementari quanto forzate, totale assenza di tensione narrativa, personaggi piatti e stereotipati. Oggettivamente, la visione rappresenta una deprecabile perdita di tempo.
Le leggende sui bambini morti che tornano in vita incutono sempre un sacco d'apprensione, forse proprio per la netta antinomia fra l'innocenza della tenera età e la funerea aneddotica che ne adombra per tradizione l'oltrevita spiritico. Zombi o fantasmi che siano, i fuligginosi virgulti cardoneschi ce l'hanno a morte con tutti gli adulti in circolazione, solo gretti sfruttatori e infanticidi sconsiderati. Quantunque l'assodata elementarità delle dinamiche appaia un difetto ingiustificabile, l'angosciosa tenuta fobica del racconto si propaga caliginosamente nella semioscurità silvana senza ulteriori aggravanti.
MEMORABILE: I nebulosi scorci boschivi in cui si smarriscono madre e figlioletta durante la notte.
Ninna nanna ninna oh questi bimbi a chi li dò? Li darò a un regista inetto che ci manca di rispetto; li darò a sei attori cani che li vedi e alzi le mani; li darò al signor Romero che ci faccia un remake vero; li darò allo spettatore che s'addormirà per ore; li darò a un davinottiano che li affogherà nel guano: ninna nanna ninna oh più di uno nun je dò'.
Lo spunto non era male, seppur non originale: fantasmi/zombi bambini in cerca di vendetta. A sprecarne le potenzialità uno svolgimento senza guizzi tranne che per l'assedio finale (peraltro non esaltante) e i vari clichè del genere buttati lì stancamente, dalla ricostruzione dell'antefatto tramite ritagli di giornali, alle macchine che non partono, alla bimba in contatto col fantasma... Tante scene troppo buie penalizzano gore e sfruttamento delle belle location. Soprattutto tanta noia.
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Sotto l'etichetta della Medusa Video è uscito, anche per la vendita, questo soporifero "teen-zombies".
Formato video 16:9 anamorfico ed audio in dolby 5.1.
Edizione comprensiva di un modesto vano extra, composto dal trailer italiano e da un backstage della durata, approssimativa, di 18 minuti.
Un mito dei "caratteristi" di cui "non si può fare a meno"
Per me rimarrà il delinquente "spalla" di George Kennedy (una specie di coppia alla Gianni e Pinotto, che però sfocia nel sangue, la loro fine e a dir poco terribile) nel gioiello ciminiano Una calibro 20 per lo Specialista
E vederlo recitare accanto alla figlia Juliette in Blueberry, mi ha toccato il cuore.