Zender • 25/09/13 09:18
Capo scrivano - 48353 interventi
Riportiamo anche qui un'intervista del nostro utente
Mrzerol al vero proprietario della "villa del critico" (John Steiner):
Come ha fatto Argento a risalire alla sua villa, architetto?
Diciamo che io e Dario Argento siamo più amici che altro; infatti, l'anno dopo, la mia villa è stata utilizzata anche per il film "Acqua e Sapone" con Carlo Verdone. Di solito sono favori questi che faccio, nient'altro che favori...
Qanto tempo è rimasto lì Argento a girare?
Sono passati moltissimi anni, non lo ricordo ma credo che sia rimasto una settimana, perchè nel film le scene girate in villa non sono consequenziali; quindi in una settimana vennero girate tutte le scene che componevano il film. Ricordo che una volta mi ospitò anche a cena...
Com'è la villa oggi?
Attualmente la casa è curata più di prima, non è cambiato nulla! Ci sono dei giardinieri che tuttora la curano. Nonostante siano passati anni la villa è ancora un punto di riferimento per i cineamatori, dato che ogni tanto vedo gente ficcanasare fuori dal cancello. Fa ancora piacere.
La villa era già così o è stata allestita per l'occasione?
Diciamo che tutta la villa era così, incontrava i miei gusti. L'unico particolare era la cantinola, le cui pareti ho dovuto riverniciare di grigio. Per il resto era ed è tutto come l'originale.
Cosa ne pensa lei del film?
Il film è eccezionale. Dario ha saputo scegliere, oltre alla storia stupenda, fuori dagli schemi, anche ottimi attori e location. Uno dei più grandi capolavori del Maestro.
Ha avuto contatti con altri proprietari di immobili utilizzati nele locatin dei suoi film?
Sì. Conoscevo da tempo la signora Flaminia che vive all'Eur in Via dell'Esperanto, dove c'è la casa del protagonista del film "Quattro mosche di velluto grigio".
Sul set ha avuto contatto con gli attori?
Sì, per quello che possa ricordare sì... Dato che furono gli anni d'oro quelli, per me, non avevo molto tempo di rimanere a casa e affidai la responsabilità a Dario Argento. Ero pieno di lavoro. Ma per quanto poco che ci sia stato, hanno tutti dimostrato di essere persone eccezionali.
Ha ancora contatti con Dario Argento?
Beh... Diciamo che un periodo ci siamo visti spesso, poi col tempo non ci siamo più incontrati. Mi farebbe piacere incontrarlo di nuovo, dopo tutto questo tempo!
Qualche particolare che ricorda, qualche episodio?
Mah... Non dovrei dirlo ma lo dico! Nessuno mi aveva mai intervistato per chiedere simili cose, lo farò volentieri per il vostro sito Davinotti. Erano le undici di sera, quando finirono di girare. Era estate e la troupe stava rincasando quando io e Dario rimanemmo ore e ore a parlare, bevendo qualcosa. Intorno alle due della notte squillò il telefono principale di casa (ricordo di non aver messo il mio numero nell'elenco di zona, ma solo quello del mio studio, in una zona nord di Roma). Risposi io e... il silenzio! Chi era dall'altra parte della cornetta stava in silenzio e disse qualcosa e voce bassissima che non riuscimmo a percepire. Da quel momento, mi disse Dario, entrambi soli in quella villa, era riuscito ad immedesimarsi nella vittima di uno dei suoi film.