Daniela • 22/02/16 09:02
Gran Burattinaio - 5945 interventiScherzi a parte, Zender ha sollevato una questione non da poco. Quella tendenza, già consistente in ambito cinematografico, a lasciare immutati i titoli originali delle pellicole doppiate, sembra dominante in modo quasi esclusivo nelle ultime serie anglosassoni che approdano sui nostri piccoli schermi.
Non ho idea se questo derivi da decisioni prese a monte da parte dei distributori oppure semplicemente segua l'andazzo generale per cui la nostra lingua si va sempre più inquinando con termini anglicisti.
Parlo di "inquinamento" perché nella maggior parte dei casi l'utilizzo di un'allocuzione straniera non nasce da un innesto culturale, di per sé stimolante, ma da un atteggiamento, più o meno consapevolmente manipolatorio ma comunque "politico", volto ad escludere dalla comprensione del termine buona parte della popolazione oppure a dare una connotazione particolare al termine stesso, in un senso o nell'altro (come è giocoso il "bail-in", vero?).
Tanto per fare un esempio banale, di cui tanto si parla in questi giorni:
http://iltirreno.gelocal.it/italia-mondo/2016/02/19/news/step-child-adoption-la-paura-delle-parole-1.12984703
Torniamo alle serie.
Escludendo ovviamente i casi, pur numerosi, in cui la traduzione non è necessaria perché il titolo è una località oppure un nome proprio, per il resto sono davvero pochi i titoli la cui la traduzione sarebbe stata difficile oppure fuorviante.
Ad esempio, "Trans-parent" non poteva essere semplicemente tradotto in "Trasparente", perché si sarebbe perso il riferimento a quel "trans" che caratterizza il protagonista.
Ma per altre serie, come questa sul "Maestro di niente" oppure "Maestro in nulla", la traduzione si poteva fare senza problemi.
Ultima modifica: 22/02/16 10:53 da
Daniela
Galbo, Manrico, Daniela
Jandileida