Buiomega71 • 2/10/20 10:42
Consigliere - 27151 interventiAltra occasione mancata, dimostrazione che il cinema orange, fuori dall'ottica verhoeviana, non carbura.
Il ritratto di una adolescente ribelle, cassiera in un supermercato di provincia (da quì il titolo originale), ragazza madre (il fassbinderiano rapporto con il soldato di colore, poi ridicolmente ucciso da due teppistelli in motocicletta in un passaggio a livello), che và a Rotterdam in cerca di fortuna, ma quello che trova è solo emarginazione e una vita di espedienti, passando per il retaggio (banale) della prostituzione, fino a diventare un'improbabile rapinatrice di negozi e banche, per salvaguardare l'incolumità del nascituro.
Messo giù come un telefilmone, interpretato svogliatamente da una sciapita, fastidiosa e poco fascinosa Marion van Thijn (figlia dell'ex sindaco di Amsterdam, poi, fortunatamente scomparsa nel nulla), con i soliti clichè e un buonismo di fondo assai urticante (il finale in ospedale al ralenti è terribile), dove, fattore ancor più grave visto che il narrato ben si prestava, vengono omessi sesso e violenza, e Verbong (autore dell'interessante
La donna indecente) non riesce a dare nessuna empatia per la sua ragazzetta più antipatica che altro, che da sfortunata e introversa mocciosa provinciale, diventa una poco credibile Bonnie Parker.
Non bastano una masturbazione ad un cliente ricco e vizioso a cui piacciono le ragazzine incinta, il patrigno che sbircia Lily sotto la doccia, un'agressione in appartamento ai danni di Lily commessa da uno psicopatico, il nudo integrale in dolce attessa della Thijn o un parto live in stile
Helga per non far scadere il film nella mediocrità.
Restano Monique van de Ven nel ruolo di una protettiva ginecologa, gli scorci notturni e suggestivi di una Rotterdam quasi post moderna continuamente sotto la pioggia , impreziosita dai riverberi argentiani della fotografia di Lex Wertwijn, la pistola nescosta nel congelatore e poco altro.
Poteva venire fuori una robusta storia di emarginazione borderline e asprezza femminea, ma il risultato non và al di là di una convenzionale patina da tv movie nord europeo.
Notevole l'impaginazione della fascetta italiana della vhs, che lo spaccia per un thriller stile
Nikita!
Buiomega71, Daidae