The dissident - Documentario (2020)

The dissident

Location LE LOCATIONLE LOCATION

La nostra recensione di The dissident

Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Quanto accadde il 2 ottobre 2018 all'interno dell'ambasciata saudita di Istanbul ha dell'incredibile, e se non si avessero le prove che le cose si svolsero esattamente come viene qui ben spiegato, non ci si crederebbe: il giornalista arabo del Washington Post Jamal Khashoggi entra nell'edificio da solo per ritirare i documenti necessari al suo matrimonio con Hatice Cengiz e viene lì ucciso in un agguato, quindi letteralmente smembrato seduta stante per esser poi fatto sparire senza lasciare tracce. Hatice, che lo aspettava fuori dall'ambasciata, non lo vede uscire e resta lì fino a notte inoltrata inutilmente, capendo infine come da lì Jamal non sarebbe uscito...Leggi tutto più. Khashoggi, fuggito dal suo paese a causa di chiari indizi che portavano in direzione di un suo arresto (nella migliore delle ipotesi), aveva scelto di vivere negli Stati Uniti e di continuare da dissidente la sua battaglia contro la monarchia di Mohammad Bin Salman, a suo giudizio responsabile della situazione di arretratezza culturale del Paese nonché delle evidenti limitazioni riguardanti la libertà di pensiero e di stampa. Un nemico dello Stato, di fatto, dallo Stato brutalmente eliminato con chiara premeditazione: dimostrato che il team selezionato per ucciderlo convenne lì con ordini precisi e voli governativi, è sufficiente ascoltare le agghiaccianti, grottesche registrazioni audio "in diretta" di quanto avvenuto, trascritte in pagine che grondano sangue e testimoniano di uno smembramento selvaggio degno di NON APRITE QUELLA PORTA, per capire quanto accadde. Di fronte a prove tanto evidenti (che in America il solo Trump ha avuto l'ardire di confutare per non compromettere le buone relazioni economiche con l'Arabia Saudita) non si è riusciti comunque a fare pressoché nulla, e questo è quanto il documentario di Bryan Fogel sembra voler sottolineare primariamente. Dell'attività giornalistica di Khasshoggi il film se ne occupa solo molto marginalmente, dando per assodato che i suoi fossero articoli decisamente "scomodi" per il Principe saudita e i suoi accoliti. Si racconta invece il modo con cui l'Arabia intervenne hackerando i dispositivi dei dissidenti e negando recisamente ogni coinvolgimento nel delitto senza portare nessuna prova a discolpa a fronte di elementi lampanti che dimostravano fin da subito il contrario. Permettendosi anzi, 19 giorni dopo l'omicidio, di precisare che Khasshoggi era morto all'interno dell'ambasciata in seguito a una rissa (!). Forse due ore sono troppe per ripetere concetti tutto sommato facilmente sintetizzabili, le interviste non sono sempre interessanti e lo è solo parzialmente la testimonianza del dissidente di Montreal che funge da “narratore indiretto”. Ciononostante va lodata la chiarezza espositiva e definita necessaria l'operazione in sé, tesa a non permettere che si dimentichi un delitto "di stato" emblematico nella sua realizzazione e nella condanna in Arabia dei colpevoli (un processo condotto non si sa come producendo arresti di non si sa bene chi, con i chiarissimi responsabili graziati). Ci fa bella figura Erdogan, l'unico a detta di Hatice Cenzig ad averla sostenuta mostrando di aver voluto ricostruire fin da principio con precisione l'accaduto. Se si esclude l'intervista più lunga, “dinamica” e articolata con l'amico di Jamal, che da Montreal lottava a distanza come lui contro Bin Saman, il resto sono testimonianze della moglie, di chi Jamal conosceva o filmati di repertorio con lui stesso a spiegare il proprio punto di vista. Un uomo solo a combattere in prima linea, morto sul campo nel modo più assurdo immaginabile. Nessuna ricostruzione particolare, solo testimonianze video (anche del 2 ottobre, naturalmente) e una buona capacità di illustrare il piano dei killer e le reazioni internazionali (blande), con l'imbarazzo di chi non sa (neanche alle Nazioni Unite) come affrontare una situazione tanto paradossale. Semplice, immediato, un po' prolisso, qua e là acuto, ottimo compendio di un momento altamente significativo nella storia contemporanea. Come associare il termine civiltà a quanto ci viene mostrato, non solo sul versante arabo?

Chiudi

Tutti i commenti e le recensioni di The dissident

TITOLO INSERITO IL GIORNO 18/06/21 DAL DAVINOTTI
1
1!
2
2!
3
3!
4
4!
5

Clicca sul nome dei commentatori per leggere la loro dissertazione ( vale mezzo pallino)
ORDINA COMMENTI PER: BENIAMINI GERARCHIA DATA

Reeves 5/06/23 16:20 - 3078 commenti

I gusti di Reeves

Uno dei crimini più crudeli ed efferati compiuti dal governo dell'Arabia Saudita, quello che ha a libro paga politici di tanti stati. La crudeltà e il sadismo sono in questo caso esibizione muscolare di arroganza del potere e il documentario lo racconta con efficacia, sottolineando come tanti, probabilmente troppi governi abbiano voltato la testa dall'altra parte.

POTRESTI TROVARE INTERESSANTI ANCHE...

Spazio vuotoLocandina American manhunt: Osama bin LadenSpazio vuotoLocandina Mondo matto al neonSpazio vuotoLocandina Cocaine cowboys 2Spazio vuotoLocandina My friend Rockefeller
Per inserire un commento devi loggarti. Se non hai accesso al sito è necessario prima effettuare l'iscrizione.

In questo spazio sono elencati gli ultimi 12 post scritti nei diversi forum appartenenti a questo stesso film.


DISCUSSIONE GENERALE:
Per discutere di un film presente nel database come in un normale forum.

HOMEVIDEO (CUT/UNCUT):
Per discutere delle uscite in homevideo e delle possibili diverse versioni di un film.

CURIOSITÀ:
Se vuoi aggiungere una curiosità, postala in Discussione generale. Se è completa di fonte (quando necessario) verrà spostata in Curiosità.

MUSICHE:
Per discutere della colonna sonora e delle musiche di un film.