3.ACCADDE A PRAGA (Czech mate) **! Inizio romanticheggiante (ma già si sà che gatta ci cova), poi , in una Praga dalle atmosfere arcane alla "Corta notte delle bambole di vetro" e dagli scorci squallidissimi, si dipana una vicenda alla "Frantic" al contrario, che riesce a regalare un pò di angoscia. Se si superano noiose derive nello spy movie (spie d'oltrecortina, doppi giochi e ambasciate) il prefinale all' aeroporto risulta teso e quasi allucinato, fino ad una chiusa beffarda e senza speranza, tra pazzia muliebre e scambi di persona(lità). Bravissima la George a sobbarcarsi il ruolo della straniera in terra ostile, che si gioca pure battute slasher con il belluino Peter Vaughan (thè bollente in faccia e sbattuto contro un albero). Poco incisiva ma professionale la regia di Hough. (Buiomega71).
Zender • 24/12/20 08:01 Capo scrivano - 49110 interventi
4.UN GRIDO LONTANO ( A distant scream) *!Suggestiva l'ambientazione sull'isola stile "Nè mare nè sabbia" e apparentemente notevole l'alone di mistero che circonda la storia a inizio episodio. Poi tutto si sfalda con l'apparizione di David Carradine truccato da ridicolo vecchio menagramo che arriva nientemeno dal futuro per autoscagionarsi del delitto e morire, così, in pace. Variazione fantascientifica poco efficace dei fantasmi natalizi dickensiani, con spruzzate di giallo (chi ha ucciso davvero Rosemary? Tra l'altro nome omen) e finalino giustizialista appiccicato alla bell' e meglio. Restano la condotta poco morale di Rosemary (che si spaccia per ninfomane) e la bellezza di Lesley Dunlop (con quei capelli corti). (Buiomega71)
5.LA DEFUNTA NANCY IRVING (The late Nancy Irving) **! Una coltre di mistero (e di inquietudine) avvolge l'episodio (come le location nebbiose e invernali), dove Sasdy dà riprova di essere un maestro della suspence. Strane case di cura private alla "Horror Hospital", teche zeppe di scorpioni che si divorano tra di loro, oscure trasfusioni di sangue, vecchiacci ambigui, scontrosi e onnipotenti e tracce di kidnapping movie. Peccato per la chiusa finale, dove ci si aspettava un pò più di cattiveria. La Raines (bellissima) se la deve vedere con le variazioni cliniche del vampirismo stile "La mano che nutre la morte" e ad assistere al suo funerale, dopo gli orrori di "Sentinel". Nel cast anche due reduci di "Spazio 1999" (il dottor Marquis e la subdola infermiera Parquet). Nel complesso, Sasdy, non delude. (Buiomega71)
6.SALTO NEL TEMPO (In possession) *** Uno degli episodi migliori della serie. Guest è abile nel lavorare di angoscia e arcano, per poi deflagare in un segmento claustrofobico e incubotico che non sfigurerebbe nei meandri de "Ai confini della realtà". Una macabra coazione a ripetere dentro gli spazi temporali, con crudeli delitti (l'annegamento "baviano" nella vasca da bagno), occultamenti di cadavere (la cassapanca nera), stragi di canarini e un losco figuro (Mr. Prentice) che mette davvero paura. Inquietante e a suo modo geniale (con twist finale azzeccato che manda in cortocircuito la dimensione del tempo e dello spazio tra passato e futuro). Ricorda un pò l'episodio con David Warner di "La bottega che vendeva la morte". Notevole e oppressiva (come in un incubo) la corsa da fermi, al ralenti, di marito e moglie. (Buiomega 71)
Zender • 28/12/20 08:17 Capo scrivano - 49110 interventi
7.CHE FINE HANNO FATTO I FAVOLOSI VERNE BROTHERS? (Black carrion) ***John Hough firma uno degli episodi più bizzarri, grotteschi e "folli" dell'intera serie. Dalle piacevoli canzoni del duo rockettaro (che ricordano quelle del "Fantasma del palcoscenico"), per passare al paesino fantasma di "2000 Maniacs", ai barboni servizievoli di "Oscar insanguinato", fino alle derive horror che stanno tra il terzo episodio del "Club dei mostri" e al finale necrofilo di "Compleanno di sangue". Sembra quasi scritto da Stephen King (lo spettrale paesino abbandonato alla "Grano rosso sangue", echi dalle "Notti di Salem"), con citazioni che vanno da "Duel" a "Rocky horror", e Hough che riprende la sua Villa Inferno di "Dopo la vita" con il lugubre castello che sovrasta il paesello fantasma. La risoluzione finale non è delle migliori (la rockettata necrofila è un pò risibile) e c'è un pò troppa carne al fuoco, ma l'atmosfera rancida regge, i flashback (il corvo nero, l'ombra dell'impiccato, la bambina che piange) sono ben resi e non male nemmeno la svolta nella giustizia sommaria. Bellissima, poi, Season Hubley in stivaloni neri e sciarpetta bianca. (Buiomega71)
8.IL DOLCE PROFUMO DELLA MORTE (The sweet scent of death) **! Sasdy sà giostrare bene la suspence (notevoli gli inquietanti piani sequenza iniziali all'interno delle stanze della magione) e sfrutta appieno l'atmosfera minacciosa da silente "home invasion" dell'immensa casa di campagna con parco annesso. Gigantografie imbrattate di vernice rossa, mazzi di rose rosso sangue (anche recise), voyeur notturni tra i cespugli e strane stalkerizzazioni. A volte gira un pò a vuoto per guadagnare minutaggio, ma la risoluzione finale delle cospirazioni lenziane è ben resa (come i sospetti che cadono sulle due ambigue segretarie di Stockwell) anche se non così sorprendente. Incipit, un pò gratuito, con lontani riverberi allo "Squartatore di New York". Simpatico l'ispettore di polizia e di fascino mellifluo Carmen Du Sautoy, che stà tra Raffaella Carrà e Anjelica Huston. (Buiomega71)
9.L'UOMO CHE DIPINSE LA MORTE (Paint me a murder) **! Un incipit davvero notevole (il suicidio in mare del pittore), dà vita ad un intreccio da giallo classico ben condotto da Cooke, dove la coppia di amanti diabolici è ben resa e credibile. Tra piccioni avvelenati, il pittore chiuso in soffitta che dà di matto, la villa in campagna e il tesissimo finale sulla scogliera (con twist finale sul dipinto che dà il titolo all'episodio e si ammanta di soprannaturale) l'episodio scorre via che è un piacere. Merito anche di una sensualissima (e venale) Michelle Phillips, di un tenebroso James Laurenson post "Club dei mostri" (Potrai amarmi ancora?) e di un' imprevista e inaspetatta sequenza fetish dove la Phillips lancia la scarpetta con il tacco al marito che, poi, la stringe a sè. Tutto nella routine, ma con stile. (Buiomega 71)
10.L'EREDITà CORVINI (The Corvini inheritance) *** Tra i migliori episodi della serie. Incipit stalkerizzante depalmiano notevole, con una storia che viaggia su due binari: il sentimento (a senso unico) di un bravissimo e "sociopatico" McCallum verso la vicina di pianerottolo tampinata da un misterioso persecutore e la collezione maledetta dei gioielli della casata Corvini (una famiglia che si è macchiata dei crimini più odiosi). Videocamere, fotografie, sbirciamenti alla "Finestra sul cortile", sospetti e paranoie, eppoi i fantasmi del passato, la collana che cambia colore e offusca la mente, già vacillante, di McCallum (che crede di avere il controllo sù tutto). Diretto con gusto e sensibilità femminile dalla Beaumont, il segmento prende di mezzo Polanski, Coppola e la fobia di ciò che l'occhio non vede, fino a lambire la ghost story. Twist finale gelidamente sorprendente e beffardamente crudele. A suo modo originale nel tratteggiare le derive dell'ossessione e della perdità del contatto con la realtà. (Buiomega71)
11.LA PARETE MALEDETTA (And the wall came tumbling down) *! A parte i flashback nel 1600 con stregoni, sette sataniche , preti inquisitori, maledizioni e roghi, questo sciapo episodio sfrutta un'idea non malvagia (in anticipo sulla "Chiesa" di Soavi e sul "Signore del male") ma dalla fiacca realizzazione. Penalizza il tutto la noiosa parte investigativa di una improbabile acchiappafantasmi (bellissima, forse troppo, Barbi Benton, in un ruolo che non le si addice) e del capocantiere, con aggiunta di personaggi inutili (la nonna di Alan) e macchiette che sfiorano il ridicolo (lo stregone reincarnato nel generale baffuto). Non male il sacrificio di Chaterine (dove si ritorna nel medioevo), ma il tutto è condotto con svogliatezza e superficialità dalla regia anonima di Paul Annett. (Buiomega 71)
Zender • 2/01/21 07:33 Capo scrivano - 49110 interventi
12.UN GIOCO DA BAMBINI (Child's play) ***! Geniale e claustrofobico episodio zeppo di angoscia e oppressione, che non sfigurerebbe in un SF americano degli anni 50 (viene in mente Jack Arnold e il "Blob" nella sostanza vischiosa verdastra e maleodorante che scende dal caminetto per poi spandersi sul pavimento-incredibile, poi, la vera scoperta di cosa effettivamente è nel bizzarro finale fantascientifico-). Vero che prende di peso un episodio di "Ai confini della realtà", ma altrettanto vero che "The cube" viene un pò anche da quà. Guest si ridimostra maestro del fantastico, in una storia intrisa di ansia, mistero e follia che pare uscita dalle pagine di Ray Bradbury. Un attacco atomico? Un'invasione aliena? Una trappola diabolicamente costruita? Uno strano simbolo che appare in ogni dove, una bambina tanto indisponente quanto inquetantemente perfida, che legge, continuamente, solo il primo capitolo di "Alice nel paese delle meraviglie", eppoi quel finale beffardo e surreale che arriva direttamente dal futuro. Il picco massimo della serie. (Buiomega71)
POI DAVINOTTATO IL GIORNO 8/01/16
Buiomega71, Trivex
Rufus68, Ira72, Marcel M.J. Davinotti jr.
Undying