Buiomega71 • 5/04/25 10:49
Consigliere - 27409 interventiBruciando sul tempo l'ossessione sanguigna e paranoica psicotica della maternità a tutti i costi dei
francesi, Cámara gestisce con ottime tempistiche thriller all'americana del "nemico in casa", quasi tutto in interni di una splendida villa appena fuori Madrid, tra parti incubotici/
cronenberghiani (il gatto antropomorfo), micette uccise e gettate nel cestino dei rifiuti, seduzioni malate e melliflue, mosche nell'insalata da lavare, morbosità inquiete del clearblue test (usato anche come arma contundente per trafiggere gole), accoppiamenti davanti alla culla (la frenetica ossessione di Elena per avere un bambino, che arriva quasi a violentare il suo partner), le ansiogene ultime battute delle lotte femminee craveniane (il taglio alla gola con il vetro rotto del bicchiere, il piede sanguinante) con il volo dalla
finestra e le schegge di vetro
argentiane e la totale follia femminea di Elena (davvero inquietante e disturbante la performance di Ingrid Rubio), che balla con la sorella sulle note di una bellissima canzone e si attrezza con mazze da golf, coltelli da cucina, occultamento di cadavere, fino alle derive
miseryane (la chiusa in ospedale dopo il parto) e
babyjaneniane, con l'insano e deviato istinto materno tossico che la porta oltre il baratro della ferocia e della pazzia.
Thriller di certo impatto, che mantiene la suspence per tutta la sua breve durata, non raccontando nulla di originale ma pregno di umori di insanità uterina, coadiuvato da una regia serrata che carbura in crescendo (con terrore), dove la Rubio mette a disagio nei suoi sguardi, nelle sue sofferenze (l'aborto notturno), nella sua malattia mentale che la trasporta in una dimensione allucinatoria, cercando febbrilmente il maschio per rimanere incinta (il dopocena nel bagno), immaginandosi bambini che non esistono, fino alle estreme conseguenze.
Passato sotto silenzio nel marasma degli straight to video, merita il recupero.
Buiomega71
Elsup
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