Buiomega71 • 12/01/25 10:14
Consigliere - 27275 interventi Hammer house of horrorDal
ragazzo dai capelli verdi ai bambini dalla pelle fredda, Losey s'addentra nelle mire più ambiziose della casa di produzione inglese (di cui, poi, se ne lamenterà, per le interferenze hemmeriane, che le tagliarano la sua opera e modificarono l'assunto voluto dall'autore del
Servo) e lancia un monito per una (im)probabile apocalisse, degli effetti nefasti delle radiazioni atomiche e della creazione di una nuova razza di "superuomini" (o superbambini, come nel caso specifico).
I teddy boys della canzone (con un Oliver Reed morbosamente e quasi incestuosamente ossessionato dalla sorella, e l'unico attore con certo carisma, appena smesso i panni di un tormentato licantropo in uno dei fiori all'occhiello
licantropico hammeriano ) e la storiella d'amore altamente superflua e improbabile (lei una ragazzina scipita, lui un maturo americano anonimo che gira in panfilo) annaspano nella noia e nell'inutilità di un intro troppo lungo e vanesio (la casetta al mare di Viveca Lindfors che scolpisce inquietanti statue), dove salta fuori il Losey di
Eva e va a cozzare con lo spirito hammeriano (che vorrebbe discostarsi dal b-movie per approdare ad una fantascienza adulta e autoriale, discostandosi da prodotti tipo
Villaggio dei dannati-di cui riprende la maternità "dannata"-, dove prende a modello i bimbi perfetti e biondi, ma ben poco minacciosi).
Ma una volta nella fossa (o nella grotta, in quello che sembra un campo di concentramento) la pellicola ingrana e cala una fredda geometria kubrickiana (il teleschermo per mettersi in contatto con i bambini "atomici", lo splendido piano sequenza dell'intrusione di un soldato in tuta protettiva che entra silente nella stanza da letto dei ragazzini, gli effetti collaterali a contatto con i bimbi "nucleari", la scoperta della loro gelida temperatura corporea) con questi bambini sfortunati dal potere quasi vampirico, che stanno tra l'innocenza dell'infanzia e l'inconsapevole potere distruttivo.
La spietata cattura da parte dell'esercito (gli elicotteri che torneranno in
Caccia sadica) e uno dei finali più neri, pessimisti e lucidamente crudeli marchiati Hammer (le suppliche d'aiuto dei ragazzini nell'indifferenza generale, l'eliminazione diretta di chi è stato a contatto con loro) elevano uno dei prodotti più vanitosi di casa Hammer (che in pochi casi ha bazzicato la SF), dove l'orrore c'entra poco, se non nella figura malinconica di un gruppetto di scolaretti "succhiaenergia", inquietanti nella loro semplicità di bambini.
E forse raro caso in cui la Hammer si affida ad un regista dalla forte personalità autoriale, che ci mette del suo (tutta la prima parte è indissolubilmente, nel bene e nel male, prettamente loseyana) mantenendosi a distanza dagli aspetti exploitativi tipici della casa madre dei vari
Dracula e
Frankenstein.
Imperfetto ma dotato di un certo pessimismo e da un fascino raggelante (suggestivo il bianco e nero dell'hammeriano Arthur Grant).
E non sarebbe da escludere che un giovane Stephen King abbia preso appunti per
L'incendiaria.
POI DAVINOTTATO IL GIORNO 8/08/07
Rufus68, Daniela
Cotola, Anthonyvm, Marmotta, Cerveza
Giùan, Myvincent, Buiomega71
Pigro, Lucius, Rebis, Schramm, Marcel M.J. Davinotti jr.