Vai alla scheda Sei nel forum Discussioni di

Discussioni su Ecologia del delitto - Film (1971) | Pagina 1

DISCUSSIONE GENERALE

30 post
  • Se ti va di discutere di questo film e leggi ancora solo questa scritta parti pure tu per primo: clicca su RISPONDI, scrivi e invia. Può essere che a qualcuno interessi la tua riflessione e ti risponda a sua volta (ma anche no, noi non possiamo saperlo).
  • Gestarsh99 • 9/08/11 16:31
    Scrivano - 21542 interventi
    DEGLI INSETTI E DELLE PENE - ETOLOGIA DI UNA CATENA

    Mario Bava può essere a buon diritto ritenuto il Leonardo Da Vinci del cinema italiano e la cosa è risaputa.
    Parlando di generi nostrani ha inventato quasi tutto lui: l'horror gotico con La maschera del demonio (il pur precedente I vampiri possedeva difatti ancora alcune venature giallo/poliziesche), il thriller in bianco e nero con La ragazza che sapeva troppo, il thriller a colori con Sei donne per l'assassino e con questo Reazione a catena anche lo slasher.

    La trama di quest'opera è presto riassunta: una nutrita schiera di sciacalleschi ereditieri coinvolti in una serie di faide e lotte intestine per l'accaparramento e lo sfruttamento delle bellezze naturali attorno a una baia.
    Il tutto a suon di morti e ammazzamenti (ecco spiegato il sardonico titolo alternativo Ecologia del delitto).

    Ciò che in questo film sembra contare realmente per l'autore sanremese non è il "cosa" ma piuttosto il "come", il "fino a che punto": Bava architetta con moralistico sadismo un intreccio dall'incedere cartesiano causa-effetto, una storia dai deliranti risvolti da tragedia elisabettiana.

    Nonostante l'illustre presenza di attrici celebrate e impegnate come Isa Miranda e Laura Betti, il Nostro continuava sempre ostinatamente a considerare gli interpreti come elementi/oggetti del film rigorosamente intercambiabili. Di volta in volta i personaggi delle sue pellicole divenivano ora topi in gabbia, ora pedine di una macabra scacchiera, ora persino burattini di un teatrino dell'assurdo che lui, in prima persona, si divertiva misantropicamente a manovrare, spostare e destinare alle fini più atroci e orrende.
    In questo film gli umani sono visti come insetti, da osservare, infilzare (come fa Leopoldo Trieste coi suoi scarafaggi) e di cui studiare impietosamente i comportamenti dinanzi a situazioni limite e disperate. Un'umanità svilita e colta nelle sue peggiori manifestazioni di cupidigia, bramosia di denaro e bieco arrivismo. E a farne le spese sarà persino la spregiudicatezza di una comitiva di hippies.
    Come suo solito, Bava coordina il tutto senza spocchia autoriale ma comportandosi da puro cine-artificiere, facendo di necessità virtù. In barba ai dettami dell'ovvietà, egli si prodiga da un lato in stroboscopici giochi di zoom e fuori fuoco squisitamente extra-contestuali e stranianti (vedasi ad esempio il sole sfocato che, al contrario, risulta poi essere un occhio che spia), dall'altro in ardite successioni analogiche che nemmeno Ejzenstejn (la fulminea decapitazione repentinamente seguita da un salvadanaio che, cadendo a terra, va in mille frantumi). Cosa più importante, condisce l'insieme delle vicende di un umorismo tanto nero ed efferato da turbare per la sua spietatezza.

    Come già accennato, Reazione a catena è largamente ritenuto il padre di tutti gli slasher ottantiani made in USA, a partire proprio dall'acclamato Halloween di Carpenter, proseguendo con la lunga serie dei Venerdì 13 di Cunningham e soci (saga che, da par suo, riprenderà sfacciatamente sia l'ambientazione lacustre che addirittura uno degli omicidi più genialmente congegnati dal maestro: quello dei due amanti trafitti nell'atto dell'accoppiamento).
    Questa è altresì l'opera più splatter ed estrema della filmografia baviana e si avvale degli ottimi effetti sanguinosi del fidato Carlo Rambaldi, al quale va senza dubbio una menzione ad honorem per la violentissima roncolata in pieno viso riservata a uno degli hippies:




    A un'ultima analisi, in Reazione a catena fa capolino anche il tema ricorrente di tante sceneggiature del soggettista Dardano Sacchetti, quello della cattiveria innata dei bambini (SPOILER Alla fine la natura si reimpadronirà del proprio spazio e i due bimbi, unici superstiti della mattanza e vindici di tutto il sangue sparso, correranno liberi tra i prati, senza adulti tra i piedi...! SPOILER).

    Come non citare però, dulcis in fundo, la scena che vede Brigitte Skay denudarsi e calarsi nelle acque della baia, col cadavere in ammollo che, cullato dalle onde, giunge quatto quatto a sfiorare col suo freddo e rigido dito le natiche eburnee della procace tedescona...

    Come avrebbe detto quel pugliese:
    "MARIO, SEI PROPRIO UN FIGLIO DI PUTTENA!"
    Ultima modifica: 12/02/25 19:44 da Gestarsh99
  • Zender • 9/08/11 16:39
    Capo scrivano - 49277 interventi
    Beh, gran bell'analisi. Mi sono però sempre chiesto se in effetti è vero che in Usa ritengono questo film il loro progenitore o se è una semplice nostra convinzione.
  • Gestarsh99 • 9/08/11 16:46
    Scrivano - 21542 interventi
    Lustig son sicuro che non avrebbe alcun dubbio ad ammetterlo, anzi mi pare l'abbia già fatto in alcune sue vecchie interviste.
    Non so però se i diretti interessati sarebbero altrettanto "umili" in questa confessione :)
  • Zender • 9/08/11 16:51
    Capo scrivano - 49277 interventi
    E' quello che intedevo, per l'appunto :)
  • B. Legnani • 9/08/11 17:14
    Pianificazione e progetti - 15264 interventi
    Gestarsch88 ebbe a dire:
    Come non citare però, dulcis in fundus, la scena che vede Brigitte Skay denudarsi e calarsi nelle acque della baia, col cadavere in ammollo che, cullato dalle onde, giunge quatto quatto a sfiorare, col suo freddo e rigido dito, le natiche eburnee della procace scandinava...



    È tedesca (o svizzera tedesca), non scandinava.
    Scusa per la precisazione ma, conoscendoti, so che non ti offenderai.
    Ultima modifica: 9/08/11 18:41 da B. Legnani
  • Giùan • 9/08/11 17:23
    Risorse umane - 247 interventi
    Che l'ammettano o no è un problema relativo.A ricordarglielo c'è la Storia del Cinema e noi suoi modestissimi custodi.E comunque per quanti epigoni ci si possano esercitar su,la originalità dell'apologo di Bava resta inimitabile.Ottima esegesi Gestarsch
  • Zender • 9/08/11 17:38
    Capo scrivano - 49277 interventi
    Mi chiedo però se noi abbiamo una conoscenza tale del cinema made in Usa da poter dire che trattasi davvero del primo slasher. Ad ogni modo in realtà quello che tu chiami un problema relativo è anche una questione di merito per il nostro paese che non sarebbe male poter rivendicare. Per questo dico che sarebbe bene che gli americani sapessero (e secondo me solo Lustig e pochi altri "fissati" lo sanno).
  • Columbo • 9/08/11 17:41
    Pulizia ai piani - 1097 interventi
    Bava è indubbiamente un Maestro del genere. Da lui hanno scopiazzato in molti, da tanti americani famosi, a parecchi italiani.
  • Giùan • 9/08/11 18:03
    Risorse umane - 247 interventi
    A Zender:dell'importanza e dell'influenza di tanto cinema di genere italiano sulla nouvelle vague americana (da Tarantino in giù)penso ci sian state,più o meno recentemente,diverse testimonianze.Quel che volevo dire è che le rivendicazioni sulle filiazioni(bastarde o genetiche che siano)rischian di esser velleitarie rispetto al fatto che Ecologia del delitto è fortunatamente un unicum irrangiungibile per concisione e "gusto":sostantivo quest'ultimo che effettivamente per prodotti come Venerdì 13 non ha ragion d'essere
  • Zender • 9/08/11 19:02
    Capo scrivano - 49277 interventi
    Infatti io non discutevo del fatto sia o meno il primo slasher (mi chiedevo solo se fosse stato provato che il "luogo comune" è esatto, ma difficile verificare). Dicevo però che tale "merito" non so quanti americani accettano di attribuirglielo (visto come una buona parte di loro, registi compresi, considera certo cinema italiano e cioè, di base, cinema d'imitazione).
  • Gestarsh99 • 9/08/11 19:26
    Scrivano - 21542 interventi
    B. Legnani ebbe a dire:
    Gestarsch88 ebbe a dire:
    Come non citare però, dulcis in fundus, la scena che vede Brigitte Skay denudarsi e calarsi nelle acque della baia, col cadavere in ammollo che, cullato dalle onde, giunge quatto quatto a sfiorare, col suo freddo e rigido dito, le natiche eburnee della procace scandinava...



    È tedesca (o svizzera tedesca), non scandinava.
    Scusa per la precisazione ma, conoscendoti, so che non ti offenderai.



    Si, hai ragione Buono, assolutamente tedesca di Mannheim (l'avevo anche annotato su alcuni miei appunti dimenticati, pensa).

    Correzione doverosa ;)
  • Gestarsh99 • 9/08/11 19:32
    Scrivano - 21542 interventi
    Giùan ebbe a dire:
    ...Ottima esegesi Gestarsch

    Grazie, Giuan!
    Comunque a dirla tutta è un'esegesi un po' troppo contorta :)
  • Gestarsh99 • 19/12/11 20:46
    Scrivano - 21542 interventi
    Corinne ebbe a dire:
    Gestarsh99 ebbe a dire: 
    Lustig son sicuro che non avrebbe alcun dubbio ad ammetterlo, anzi mi pare l'abbia già fatto in alcune sue vecchie interviste.
     
     
    In riferimento a Maniac?
    Scusate, ma mi sfuggono le analogie...uhm.



    No, Maniac non credo.
    Si stava parlando delle influenze del film di Bava sugli slasher statunitensi.
    Lustig, essendo un gran cinefilo ed ottimo conoscitore del Genere italiano, ha sempre dichiarato orgogliosamente il peso estetico e tecnico che certo Cinema italiano ha avuto sull'horror americano anni '70/'80.
    Basta dare una scorsa ai film pubblicati dalla sua etichetta, la Blue Underground.

    Tornando a Maniac, credo che le opere baviane di cui è più riconoscibile l'impronta siano Operazione Paura (i cupi cromatismi surreali; la soggettiva dell'altalena, presente anche nel successivo Shock) e Il Rosso Segno della Follia (le pulsioni feticistiche incanalate nella collezione di manichini femminili tutti agghindati).

    Chiedi pure se ti sfugge qualche dettaglio.
    Ultima modifica: 29/12/24 19:22 da Gestarsh99
  • Corinne • 21/12/11 10:29
    Magazziniere - 86 interventi
    @Gestarsh, dimmi quel che vuoi, mi piace leggere di queste cose.
    Quando ho visto Maniac non avevo ancora visto i due di Bava (molto belli, tra l'altro)ed effettivamente...

    Tornando al film oggetto della discussione, invece, riconosco l'influenza visiva che può avere avuto su Venerdì 13, ma non riesco a considerarlo uno slasher, per la sua struttura da giallo, gli assassini multipli, la tipologia di movente...
    Ultima modifica: 9/07/19 09:38 da Zender
  • Von Leppe • 21/12/11 13:52
    Call center Davinotti - 1131 interventi
    Infatti è un giallo, che per alcune caratteristiche precede gli slasher, è un precursore, ma non è uno slasher vero e proprio. E' un thriller baviano dove trionfano l'immagine (per chi reputa il cinema muto più artistico del sonoro) e l'umanità come carne da macello
    Ultima modifica: 21/12/11 13:53 da Von Leppe
  • Buiomega71 • 16/09/15 19:34
    Consigliere - 27411 interventi
    La farloccandina buiesca di Reazione a Catena, "doppiato" su vhs Phillips

    Qui entrano in gioco i famosi scambi "selvaggi" tra appassionati dei mitici anni '90: per i film che cercavi (se non beccavi in giro la vhs originale o passaggi tv spartani) dovevi arrangiarti come potevi!

    Tramite riviste del settore (chessò Top Video Guida piuttosto che Film Tv o Ciak) si mettevano gli annunci sul mercatino: cerco questo, cerco quello...

    Un ragazzo di Treviso mi fece la copia dall'originale della Gvr di Reazione a Catena, io gli feci quella di Chi L'ha Vista Morire? (originale Playtime)

    Dopo una settimana arrivava a casa il pacchettino, ma solo la vhs preregistrata con la custodia in cartone.

    Ovvio che poi dovevi arrangiarti a farti la cover della vhs doppiata.

    All'epoca (fortunatamente era il 1996) avevo già delle copie di Amarcord (di cui ero abbonato)

    Di Reazione a Catena avevo solo un minuscolo manifestino della cover della Gvr (in B/N, tra l'altro) su un catalogo, e non andava bene per la farloccandina.

    Fortuna volle che su un numero di Amarcord c'era una foto di scena del protoslasher baviano, quella in cui quattro persone giacciono insieme esanimi colpite a morte (ho fatto una leggera modifica sulla ragazza di destra, sgozzata in puro Argento style)

    Ricopiai quella foto disegnandola (aggiungendoci il colore, perché la foto era in B/N, e un po' di sangue in più)

    Ma non bastava, così disegnai (sulla sinistra) un occhio preso dal manifesto di L'occhio nel Labirinto (sempre da Amarcord) aggiungendoci la classica mano che tiene in pugno un coltello insanguinato.

    Così anche il film più terrificante di Mario Bava aveva la sua buiesca farloccandina:

    Ultima modifica: 16/09/15 20:23 da Buiomega71
  • Digital • 16/09/15 19:59
    Portaborse - 4175 interventi
    Aneddoti interessanti e cover carina (particolarmente simpatica la faccia con la mano alla bocca)..
  • Tersilli • 17/09/15 12:33
    Galoppino - 123 interventi
    Un'altra cover-capolavoro buiesca: davvero complimenti!!!!
  • Alex75 • 14/09/16 17:39
    Call center Davinotti - 710 interventi
    Gestarsh99 ebbe a dire:

    La trama di quest'opera è presto riassunta: una nutrita schiera di sciacalleschi ereditieri coinvolti in una serie di faide e lotte intestine per l'accaparramento e lo sfruttamento delle bellezze naturali attorno ad una baia.
    Il tutto a suon di morti e ammazzamenti (ecco spiegato il sardonico titolo alternativo Ecologia del delitto).

    Così imparano a fare i cattivi, titolo di lavorazione, sarebbe stato ancora più sardonico, secondo me.
  • Caesars • 19/11/18 14:52
    Scrivano - 17020 interventi
    Non l'avevo mai sentito, ma alcuni siti (es: Wikipedia) riportano come titolo alternativo "L'antefatto". Forse andrebbe aggiunto negli aka.