La divorziata Norah accoglie in casa il fratello minore Joel, un giovane con evidenti disturbi della personalità, pensando di aiutarlo con l'affetto e il calore di una famiglia ma finirà braccata insieme ai suoi due bambini. Horror che riesce ad andare oltre le attese, ben interpretato dalla McLaine qui un po' fuori dai suoi personaggi abituali e dal futuro divo televisivo Perry King che con le sue sole espressioni riesce a delineare abilmente il ritratto di un uomo folle e sanguinario. Da guardare con spirito critico.
MEMORABILE: Il rito della comunità portoricana per liberare Joel dallo spirito di Tonio.
Un buco nell’acqua, questo tentativo di unire il cinema demoniaco – la possessione con urla lancinanti anticipa Friedkin – alla psicanalisi, al thriller e al razzismo che contrappone l’America bianca alle minoranze etniche. Tutto accade in modo rigido e asettico, senza stimolare alcun senso di angoscia, paura o semplice drammaticità, e il folkloristico rito portoricano, tra mosse robotiche e danze dinoccolate, potrebbe interessare piuttosto gli studiosi di etnologia. Di maniera gli interpreti, tra i quali esordisce da coprotagonista Perry King, poi noto al grande pubblico come il Cody di Riptide
MEMORABILE: Le avvisaglie della possessione di Joey durante la festa di compleanno.
In anticipo su Friedkin, un horror settantino che colloca la possessione nello zone di permeabilità sociale: Joel Delaney, membro dell'alta borghesia newyorkese, entra in contatto con i più degradati quartieri portoricani e ne subisce la fascinazione. Realizzato con professionalità e un piglio decisamente realistico, minimale e quasi totalmente privo di sequenze horror, soccombe ad una narrazione assai monotona; la pretesa emancipazione dal mondo dei b-movie lo capitola nella noia, malgrado qualche sferzata di sadismo nel finale. Convincente Shirley MacLaine.
La sorella benestante del posseduto (col foulard) ricorda la madre di una ossessa più famosa (pure col copricapo). Non c'è spazio per effetti speciali o liquami verdi di sorta, perchè lo spirito si mostra solo attraverso la voce e le azioni della vittima designata. Preferisco tralasciare il discutibile approccio sociale (per il tipo di film) e concentrarmi sulla moderata tensione che caratterizza lo sviluppo della vicenda, con momenti forti, anche sopra le righe, come il finale iperviolento tipico di un altro genere. Ottime le location americane anni 70.
MEMORABILE: Il finale è violentissimo (anche troppo)!
Tra esorcismi, esotismi e sguardi glaciali. Così questo proto-esorcista si presenta nei primissimi anni '70 con un flavour metropolitano che si distacca da certe oscurità, nebbioline o scene particolarmente notturne. Alcuni corpi e teste mozzate rendono la crudezza della pellicola.
Pochi anni prima che il capolavoro di Friedkin monopolizzasse l’immaginario del possession-movie, usciva questo horror di ambientazione urbana dal taglio minimale. Non è il demonio, ma lo spirito di un portoricano psicopatico a possedere il fratello di un’agiata borghese newyorkese (Shirley McLaine, straordinaria). Il film azzera l’effettismo per puntare su una tensione e strisciante che adombra “spettri” ben concreti quali la violenza domestica e la malattia mentale. Sorprendentemente brutale l’epilogo nella casa al mare.
MEMORABILE: Le espressioni di panico della bravissima McLaine nella scena dell’esorcismo; Gli ultimi allucinanti 10-15 minuti.
Interessante pre-Esorcista (senza vomiti verdi bestemmie e crocifissi sbalestrati) dall'evidente sfondo sociale: il mondo degli americani benestanti terrorizzato dall'immigrazione proletaria che ne mette a repentaglio affetti e perbenismo. Fluido e senza sussulti, ma con un azzeccato finale. La MacLaine (molto bella) è brava nel rendere un personaggio a disagio con una realtà (i quartieri portoricani) sconosciuta e misteriosa. In parte anche King.
Curioso come la MacLaine abbia rifiutato il ruolo da protagonista in L'esorcista per partecipare a questo; scherzi del destino ma solo a livello di popolarità, dato che il film è comunque di fattura molto buona, può fregiarsi di essere tra i primi lavori sul tema delle possessioni demoniache e ne offre anche una variante di una certa originalità. Eccellente la protagonista ma ottimo anche King; interessanti il sottotesto dello scontro sociale e le location suburbane, così come sorprende per cattiveria la parte finale, dalle affinità elettive con altri filoni del violento cinema 70s.
MEMORABILE: Il sequestro in casa; La ragazza decapitata.
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Per chi ama il (vecchio e caro) supporto vhs, segnalo che la versione uscita per Panarecord, a differenza di quelle targate ITC Polygram o Torino Video, riporta in copertina il titolo Legame di sangue in bella vista.
Mco ebbe a dire: Per chi ama il (vecchio e caro) supporto vhs, segnalo che la versione uscita per Panarecord, a differenza di quelle targate ITC Polygram o Torino Video, riporta in copertina il titolo Legame di sangue in bella vista.
Ci sarebbe anche la versione edita dalla General Video
Buiomega71 ebbe a dire: Mco ebbe a dire: Per chi ama il (vecchio e caro) supporto vhs, segnalo che la versione uscita per Panarecord, a differenza di quelle targate ITC Polygram o Torino Video, riporta in copertina il titolo Legame di sangue in bella vista.
Ci sarebbe anche la versione edita dalla General Video
Sì certo amico mio, ma il senso del mio intervento era finalizzato ad avvisare gli amanti del vecchio supporto (oltre ai folli estimatori come me e te) che avrebbero dovuto cercare anche l'edizione Panarecord, unica a porre Legame di sangue come primo titolo anziché Possession come avviene nelle altre edizioni citate.