Velvet Buzzsaw - Film (2019)

Velvet Buzzsaw
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MMJ Davinotti jr
Titolo originale: Velvet Buzzsaw
Anno: 2019
Genere: horror (colore)
Regia: Dan Gilroy
Note: Distribuito dalla piattaforma Netflix.
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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Stramba commistione tra horror e satira sul mondo dell'arte girata tra installazioni, quadri, vernissage e scenografiche ville, il film di Dan Gilroy (più noto come sceneggiatore) ruota attorno alle figure di un critico di grande nome, Morf Vandewalt (Gyllenhaal) e di un'importante gallerista, Rhodora Haze (Russo), presso cui lavora l'abiziosa Josephina (Ashton). E' proprio quest'ultima a ritrovare, nelle stanze di tale Vetril Dease (un anziano morto nel suo stesso palazzo), una gran quantità di dipinti capaci di stregare chiunque li osservi per la straordinaria forza evocativa e la capacità di trasportarti in una dimensione "altra". L'autore è proprio Dease, un uomo dal misteriosissimo passato...Leggi tutto che Morf si preoccupa di ricostruire (per quanto possibile) dopo averne ammirato lo stile sulle magnifiche tele. Rhodora ospita immediatamente i lavori di Dease all'interno di una sua mostra mentre Josephina finge coi media di averle trovate in un cassonetto. Un gran bel colpo per entrambe, visto che i prezzi salgono subito vertiginosamente, ma nel frattempo accade qualcosa di tremendo: i quadri - perlomeno nell'immaginazione di chi li osserva - si animano e le conseguenze sono nefaste. Del tutto inattesa s'infiltra in questo modo nel film la componente horror che, per quanto appaia sempre sullo sfondo rispetto allo spazio occupato da dialoghi e personaggi, si fa lentamente strada attraverso qualche sparuto effetto splatter e qualche altro più fantasioso legato ai colori e ai disegni. Un voler tenere il piede in due scarpe insomma; e se da un lato ciò contribuisce a creare un amalgama piuttosto insolito, dall'altro lascia l'impressione di un connubio che stona, mal sposato al contesto e che Gilroy approfondisce relativamente preferendo sempre e comunque la descrizione dei rapporti tra i protagonisti, tutto sommato ben costruiti seguendo schemi già di frequente utilizzati nella descrizione di un ambiente piantato nel lusso che si presta a inevitabili cliché. La figura del pittore maledetto è indubbiamente interessante, più dei suoi colleghi in vita la cui importanza nell'economia della storia lascia molti dubbi (si vedano il Piers di John Malkovich con le sue ovvie crisi d'ispirazione o il Damrish di Daveed Diggs, prototipo dell'artista estroso e "free" anche nella sua relazione con Josephina). Gyllenhaal si aggira sul set di Miami con l'abituale professionalità, per quanto indossando occhiali e capello a scodella non sembri così azzeccato nel look. Più centrata la Rhodora di Rene Russo, maliziosa e cinica, ma nel complesso si può dire che l'atmosfera sia quella giusta. Peccato per l'inconcludenza e la sterilità degli innesti horror, incapaci di evolversi in una qualsivoglia direzione e responsabili di un finale che lascia l'amaro in bocca per quanto sembri buttato lì, pronto a riagganciarsi al titolo senza un vero perché. Una maggiore concisione avrebbe giovato a un'incisività che a conti fatti manca e abbandona il film in un limbo facilmente dimenticabile.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 3/02/19 DAL BENEMERITO DANIELA POI DAVINOTTATO IL GIORNO 14/03/19
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Anthonyvm 7/02/19 23:20 - 5612 commenti

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Insomma... Gli spunti interessanti ci sono, anche lo stile dei primi minuti è accattivante, ma le due nature del film (commedia nera satirica e horror sovrannaturale) non si amalgamano alla perfezione e neanche prese da sole convincono appieno: come satira sul mercato dell'arte è troppo verbosa, come horror è troppo canonico. Il cast non è affatto male, anche alcuni personaggi riescono a emergere, ma il complesso raggiunge a stento la sufficienza. Brutti gli effetti speciali, ma qualche delitto rimane impresso. Peccato perché l'idea era buona.
MEMORABILE: Il quadro con le scimmie prende vita; La pittura colante "attacca" la sua vittima; Il tatuaggio della sega circolare comincia a roteare.

Daniela 3/02/19 10:36 - 12606 commenti

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Dopo il videoreport criminale del film d'esordio, Gilroy ripropone Gyllenhaal nei panni di un critico d'arte supponente, circondato da personaggi altrettanto sgradevoli di galleristi e mercanti, in una satira del mercimonio dell'arte moderna su cui si innesta una trama horror non molto originale legata alla suggestione dei quadri di un pittore maledetto. Il mix non convince del tutto per i troppi spunti non elaborati e la scarsa definizione di alcuni personaggi come quello di Malkovich, ma si tratta comunque di un film curioso, a tratti divertente e con alcuni momenti visivamente gustosi.
MEMORABILE: Le scimmie; Il cadavere sanguinante scambiato per una installazione

Il ferrini 3/02/19 10:58 - 2337 commenti

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Dopo Lo sciacallo torna la coppia Gilroy/Gyllenhaal, che stavolta abbandona le atmosfere noir in favore di quelle più luminose del mondo dei mercanti d'arte. L'anima gotica però non tarda ad arrivare; le opere prendono vita e uccidono. Il messaggio è piuttosto chiaro e ha dalla sua un cast all'altezza nonché alcuni buoni spunti registici. I limiti sono quelli della maggior parte delle produzioni Netflix: scarsa profondità di campo (film pensati per piccoli monitor) e quella tipica patinatura televisiva.
MEMORABILE: Il sangue calpestato dai bambini scambiato per un'installazione.

Salbaccaro 4/02/19 07:22 - 2 commenti

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Un film horror che non fa paura (evviva!), nel quale è difficile in certi momenti persino immergersi, a causa dell'ambientazione in un mondo troppo gelido e distante dall'essere umano medio. Forse vuole essere una satira, forse vuole essere la parodia di una parodia (vedi gli inutili e inefficaci jump-scare). Un horror/thriller accecante, luminoso, con questo discorso sull'arte che uccide, che trancia le braccia ma... Dan Gilroy non è Dario Argento '82 e questo film non è Tenebre.

Ira72 5/02/19 11:15 - 1305 commenti

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Incipit interessante, con un Malkovich "vedo-non vedo-soprattutto vedo poco" nei panni consueti del maledetto (ma redento e quindi improduttivo pittore) e un Gyllenhaal come critico bisessuale cinico e spietato, impacciato quattrocchi di giorno e muscoloso stallone di notte. Protagonista del racconto è l'arte, anelata da figure ambigue e avide, esposta in spazi freddi, asettici. Un'arte che si vendicherà attraverso i lavori postumi di un misterioso individuo. Gli effetti speciali e la pellicola, purtroppo, rendono dozzinale il film. La figura dell'assistente apprendista è volutamente ridicola?

Kinodrop 9/02/19 18:55 - 2908 commenti

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Il mondo dell'arte contemporanea fra cinismo dei galleristi e critici, tra ipervalutazioni e stroncature, contaminato dal persistere del mistero che l'arte stessa può nascondere, fino a sfociare in una resa di conti diabolica. La prima parte incuriosisce anche per la profusione di luci, installazioni e vernissage lussuosi; quando invece comincia il torbido, le vicende diventano ineluttabili e si susseguono meccanicamente. Un horror troppo lucido per suscitare brividi, anche se qualche trovata efficace c'è. Punta su un buon cast (Malkovich in disparte).
MEMORABILE: I dipinti diabolici ritrovati; La sfera assassina; I dipinti liquefatti.

Nancy 17/02/19 11:56 - 774 commenti

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Più che un horror un film satirico sul mondo dell'arte contemporanea, farcito da qualche scena vagamente splatter. Personaggi irrilevanti tra inutili battutine al vetriolo e battibecchi in merito a presunti quadri di un pittore maledetto di cui si sa nulla anche se si viene a sapere tutto sulla sua vita grazie al critico d'arte più nudo della storia dopo Oliva. Gyllenhaal è bravo ma non basta, con dei buchi di sceneggiatura così grossi. Malkovich sprecatissimo. Regia supponente che vorrebbe ambire molto più di ciò che riesce. Noioso.

Rambo90 26/02/19 17:32 - 7659 commenti

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Principalmente una satira del mondo dell'arte, in cui successivamente Gilroy innesta una traccia horror che per certi versi può ricordare Argento. Il risultato è altalenante, con le gustose caratterizzazioni della Russo e di Gyllenhaal ma una scarsa resa di tutti gli altri personaggi e poche spiegazioni di fondo. Ci sono sequenze abbastanza splatter ma anche momenti inutili. Riuscito a metà.

Didda23 17/03/19 14:58 - 2424 commenti

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La prima parte mostra una fauna di individui più attenta alla superficialità e all'opulenza, nascondendo la sua vera essenza (Gyllenhall ha una sessualità ambigua, come se essere gay accrescesse la sua credibilità nel mondo dell'arte). Questa fase è la migliore, perché i successivi sviluppi narrativi - con la metamorfosi da opera di denuncia a horror tout court - si accartocciano in scelte sterili che palesano l'incapacità di Gilroy di portarle a compimento. Gli abbellimenti formali sono di inequivocabile pregio, peccato che l'epilogo lasci un velo di delusione.
MEMORABILE: La Ashton che obbliga Gyllenhaal a stroncare le opere dell'ex; La perdita di ispirazione di Malkovich; Il tatuaggio della Russo.

Pesten 9/04/19 08:39 - 784 commenti

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Interessante tentativo di portare l'horror nel mondo delle gallerie d'arte, non esenti a quanto pare da sotterfugi, tradimenti e personaggi senza scrupoli. Tutto questo fa parte dello strato principale della storia, dove delle presunte opere maledette di uno sconosciuto artista sono solo il collante del tutto, con un ruolo praticamente secondario. In generale la pellicola tenta di essere particolare, quasi fuori dagli schemi, ma i molti personaggi sono praticamente solo accennati, a parte il bravo Gyllenhaal. Impalpabile, con un finale stiracchiato.

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Redeyes 3/06/20 07:48 - 2442 commenti

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Velvet buzzsaw è esso stesso arte e quindi deprecabile e incensabile al tempo stesso? Ha un suo valore intrinseco? Difficile trovare la risposta e forse è già banale la domanda stessa. Un cast di valore si muove, poco definito; su tutti un Malkovich abbandonato a se stesso, galleggiando nel mare magnum di recensioni sfavillanti e stroncature per sbalzi umorali o per ripicche. Su questa mercificazione dell'arte irrompe un pittore maledetto e uno sviluppo orrorifico degno di un b-movie 80's. Un giocattolo che annoia presto!

Minitina80 2/08/20 16:11 - 2976 commenti

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Si intuisce l’intenzione di mostrare il mercimonio che si nasconde dietro la pittura e la valutazione di opere d’arte o presunte tali. Espone il marcio più putrido facendo capire quale sia il motore che regola il mercato e le dinamiche che ci sono dietro. La parte meno convincente è quella più cinematografica che vuole dei dipinti maledetti lasciare una copiosa scia di sangue dietro di loro. Purtroppo manca la giusta cattiveria, manca il tocco maledetto; troppo patinato e tirato a lucido, perde in credibilità.

Schramm 25/01/21 14:30 - 3490 commenti

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Il metacinema, la metaletteratura, il metateatro: perché allora non la metapittura come baluardo estremo della transavanguardia post-moderna post-futura prepost-tutto? Non che l'opera maudit quale compiuto anatema sul mondo o portAde sia uovo fresco di giornata. È fresco invece covarlo e sbatterlo in quel mondo parassitario e avvoltoiesco che fa della creazione un prodotto, vendicandosene. È qui che il film perde e vince al contempo la strana sfida: lancia un'idea di dissenso assorbita a monte da ciò che biasima, ma non sai mai come e quando la sviluppa. E proprio perciò accalappia.

Pumpkh75 10/02/21 14:24 - 1735 commenti

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Gilroy dipinge il mondo dell’arte come un covo di vipere, falliti, bugiardi e arrivisti. Se satira è, si ferma però in superficie e non trova mai la propria compiuta realizzazione, al netto di una qualsiasi forma allegorica e metaforica che avrebbe almeno dato un senso traslato alla nostra stessa visione. Lo rinforza l’oscura figura di Vetril Dease: presenza inquietante, che zittisce il chiocciare del pollaio con enigmi sussurrati e schiaffoni sanguinolenti (con omaggio, neanche troppo velato, alla mitologia coscarelliana). Assembramenti nel cast, Gyllenhaal si distanzia. Vaporoso.

Enzus79 19/03/21 18:52 - 2863 commenti

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Dopo la collaborazione in Lo sciacallo, Jake Gyllenhaal e Dan Gilroy ritornano insieme in un thriller soprannaturale ambientato nel mondo dell'arte moderna. Pellicola apprezzabile, che a tratti ricorda qualche film di Argento con i suoi momenti di suspense che sfociano nel macabro. Ottima la fotografia e i trucchi. Colonna sonora di Marco Beltrami così così.

Lupus73 21/03/22 22:26 - 1483 commenti

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Pittori, critici d'arte, moderne sale d'esposizione, musei d'arte moderna, ambientazione in cui l'interior design ha la sua grossa parte, come del resto la caratterizzazione dei vari personaggi con le loro frivolezze, e le loro debolezze. Questo è quello che ci offre questa pellicola horror-chic in cui fanno incursione le opere di un folle pittore suicida, che dipingeva con il sangue (come non rammentare il rantolo "i miei colori" del folle pittore avatiano). Il sovrannaturale subentra a piene mani in una sceneggiatura sicuramente molto interessante ma svilita dal finale aperto.

Cotola 2/07/22 19:47 - 8998 commenti

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Horror ambientato nel mondo dell'arte cui non vengono risparmiate diverse stilettate sardoniche, riuscite seppure facili. La prima parte è preparatoria e funzionale per ciò che succederà nella seconda. Novità narrative non ce ne sono: siamo dinanzi al solito artista pazzoide le cui opere sono maledette. Ma il film funziona abbastanza bene e si lascia seguire piacevolmente fino alla fine, nonostante una certa prevedibilità. Lo splatter c'è ma l'ideazione e l'esecuzione dei vari omicidi non è il massimo. Cast discreto ma meglio la Russo e la Ashton di Gyllenhaal. Non male.
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