Vagabondo a Tokyo (Tokyo drifter) - Film (1966)

Vagabondo a Tokyo (Tokyo drifter)
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Titolo originale: Tokyo nagaremono
Anno: 1966
Genere: gangster/noir (colore)

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 8/04/07 DAL BENEMERITO IL GOBBO
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Il Gobbo 8/04/07 18:12 - 3015 commenti

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Spettacolare, stilizzatissimo yakuza-movie del grande Seijun Suzuki. Tetsu è uno yakuza che vorrebbe rigare dritto, ma il suo boss è nei guai e la lealtà lo spinge di nuovo nella mischia. Trama convenzionale, ma lo svolgimento è originalissimo, iper-pop, surrealistico e continuamente spiazzante nel suo frullato di stili. Una festa per gli occhi, da cui Tarantino ha saccheggiato in KB la struttura a quadri ciascuno con un colore dominante, e varie altre ideuzze qua e là.

Cotola 29/07/08 03:27 - 9009 commenti

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Se da un lato, quello narrativo, è abbastanza risaputo, il film non delude invece dal punto di vista dello stile visivo che, come sempre in Suzuki, è straordinario, caleidoscopico, pieno di idee sperimentali ed in alcuni casi geniali soprattutto negli ultimi minuti che condiscono un finale bellissimo. Bella l'idea di far cantare lo yakuza anche nei momenti meno opportuni. La scazzottata nel saloon è una presa in giro dei gusti occidentali. In ogni caso meno riuscito di altre opere del maestro e comunque una spanna sotto la "farfalla".

Mickes2 29/02/12 11:24 - 1670 commenti

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È il percorso morale di un uomo lacerato nell’animo; una storia di onore e tradimenti, amore sofferto e non corrisposto, amicizia virile, dignità, cinismo e odio intrinseco. Formalmente anticonvenzionale, narrativamente frammentato ma lineare e stilisticamente sperimentale; godardiano con rimandi a Breathless nella sua essenza antinarrativa in quanto non si seguono schemi prestabiliti, ma si tende a sviluppare il racconto esaltando i tempi morti, diluendo alcune sequenze rendendone frenetiche altre. Semplicemente clamoroso e affascinante.
MEMORABILE: Le sparatorie.

Fulleffect 9/10/21 10:55 - 107 commenti

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Arrivati a questo punto della sua carriera, Suzuki ha sviluppato uno stile unico ed estremo che raggiunge con questo film (e con la farfalla) il suo apice. La storia è abbastanza canonica: uno yakuza devoto al boss è costretto all'esilio e deve vagabondare per il Giappone affrontando mille pericoli. Certo è che la trama passa in secondo piano quando lo schermo si infiamma di geniali invenzioni visive, con una cura maniacale per scenografie e fotografia. L'estetica pop ben si accompagna a un uso perfetto delle ellissi temporali per un film che è la definizione stessa di postmoderno.
MEMORABILE: Il duello nella neve, con il treno in arrivo; La resa dei conti finale.

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