Una storia senza nome - Film (2018)

Una storia senza nome
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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Di ghost writer in ghost writer... La faccia ce la mette Alessandro Pes (Gassmann), sceneggiatore di successo senza una buona idea da anni che si rivolge alla segretaria di produzione, Valeria (Ramazzotti), per consegnare storie che piacciano e funzionino; ma questa volta pure lei viene contattata da una terza persona, tale Alberto Rak (Carpentieri), che esigendo l'anonimato le fornisce in gran segreto il materiale per un nuovo soggetto; l'idea parte dal reale furto, nel 1969, della Natività di Caravaggio, capolavoro scomparso che ancor oggi ci si domanda dove possa essere. In mano alla mafia da anni, si dice, e da questo assunto si diparte un'intrigante vicenda che porta il povero...Leggi tutto Pes di fronte ai boss: pretendono di sapere dove abbia saputo quel che si dirà nel suo prossimo film (già opzionato da un gruppo cinese e che sarà diretto da un grande regista tornato per soldi dietro la macchina da presa). Rak però non ha ancora raccontato l'intera storia a Valeria e di conseguenza Pes, com'è ovvio, ne sa ancora meno; né può dire di non averla scritta lui... In tutto questo s'inserisce la madre (Morante) di Valeria, che invece forse sa più di quanto sembri. Gli spunti non mancano, l'idea di agganciarsi alla scomparsa triste quanto vera di un capolavoro della nostra arte fondendo fiction e cronaca è intelligente e ricca di suggestioni che qua e là il film riesce a raccogliere. La messa in scena è però pedestre, il confezionamento un po' da sceneggiato d'altri tempi, fotografato senza gloria e penalizzato da una regia spesso piatta e televisiva che fatica a coinvolgere come potrebbe. Dopo una prima parte in cui gli elementi mystery sembrano promettere grandi cose, il film rischia di perdersi in divagazioni fumose o scene che sembrano costruite quasi esclusivamente per lasciare spazio alla buona vena della Ramazzotti, camaleontica nel trasformarsi da morigerata segretaria "occhiali e look da ufficio" in panterona sexy per sedurre chi forse ha scoperto troppo della sua doppia identità. Come prevedibile non mancano tracce di commedia nella caratterizzazione di molti personaggi (il nuovo investitore balbuziente piazzato lì dalle mafie, il Pes di Gassmann, il produttore dell'immancabile Antonio Catania), ma il tentativo è quello di restare in un ambito più da giallo nemmeno riammodernato con qualche spargimento di sangue (giusto nel bianco e nero dell'agguato in garage), in cui l'interesse maggiore risiede sempre nel lento dispiegarsi della vicenda, comprensiva di un'ultima parte "politica" e di un meta-finale davvero da dimenticare... Con la Ramazzotti al centro della scena, Gassmann si prende qualche minuto in apertura per poi diradare la presenza causa ricovero di Pes dopo il pestaggio mafioso, la Morante esibisce il consueto repertorio espressivo trovando qualche bel duetto con la Ramazzotti, Carpentieri fa il suggeritore infiltrato che molto sa ma tutto non può dire (e che sarà al centro di un evitabile colpo di scena da telenovela), Jerzy Skolimowski gigioneggia nella parte dell'anziano regista, Renato Scarpa si prende qualche discreto momento nell'ultima parte.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 22/09/18 DAL DAVINOTTI
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Digital 25/09/18 10:32 - 1257 commenti

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Quando si vogliono unire più generi cinematografici in un unico calderone spesso si fa cilecca. E’ il caso di questo film, incapace da una parte di instillare la giusta tensione e dall'altra di smuovere il sorriso. Perché il tentativo di mischiare il giallo alla commedia non funziona granché, finendo per scontentare un po’ tutti. Resta una regia corretta, una Ramazzotti sempre brava e un gigionesco Gassman, ma la storia (intrigante) poteva condurre a risultati ben più appaganti. Un'occasione mancata.

Markus 25/09/18 09:33 - 3680 commenti

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La vita un po' dimessa di una ghost writer per il cinema viene sconvolta da un inaspettato incontro... Divisa tra gialletto e commedia, l'opera di Roberto Andò regge perlopiù grazie alla buona performance attoriale del nutrito parterre (in primis la bella Ramazzotti), ma pecca per il taglio televisivo che in taluni frangenti trasforma la pellicola in una banale fiction per la televisione. Gassman, pur nella sua bravura, fa Gassman. Resta in ogni caso un film persuasivo nella descrizione della metamorfosi psicologica della protagonista.

Rambo90 26/09/18 22:51 - 7661 commenti

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Poco riuscita via di mezzo tra giallo e commedia, con le due strade mai davvero convincenti e che anzi cozzano tra loro in scene infelici. Il mistero parte bene ma si perde appena comincia la caccia dello scrittore da parte dei mafiosi, ripetendosi e smarrendo il ritmo iniziale. I personaggi sono stereotipati, già visti e in generale ci si affeziona poco a loro, nonostante le buone interpretazioni del ricco cast. Un paio di momenti trash avvilenti, qualche buona inquadratura e un generale senso di fiacchezza.

Galbo 6/07/19 06:48 - 12372 commenti

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Una storia che mette tanta (forse troppa) carne al fuoco, tra malavita, arte, politica e cinema, con non tanto velati riferimenti all’attualità italiana dell’ultimo trentennio e un clima generale di torbido mistero, sfumata dall’ironia della commedia nostrana. Interessante, ma la sceneggiatura non è molto calibrata e il film, pur meritevole di visione, soffre di una parte centrale troppo statica. Buona la prova degli interpreti, con particolare riferimento alla Ramazzotti e Capentieri, con un’ottima scelta dei caratteristi.

Thedude94 9/01/22 00:01 - 1084 commenti

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La partenza di questo film diretto da Andò è a dir poco sconclusionata e dispersiva e non aiuta di certo a capire lo scenario e la situazione nella quale si trovano realmente i protagonisti, dando l'impressione così di essere il solito film riuscito male. Con il passare del tempo e grazie a una seconda parte leggermente più avvincente, si comprende comunque il perché di un'operazione del genere, che ha nel mistero il suo punto di forza, ma ha troppi punti quasi imbarazzanti di comicità che non aiutano il discorso complessivo. La recitazione è mediocre.

Daniela 6/03/22 23:46 - 12606 commenti

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"Chi si loda, s'imbroda": detto popolare che calza a pennello in questo caso. Si parla di un presunto capolavoro cinematografico ma il film che, partendo da un spunto di cronaca, si propone di raccontarne la genesi è sceneggiato male, diretto in modo piatto e dozzinale, peggiorato dalle interpretazioni dell'afona Ramazzotti (terribile il momento scopiazzato da True Lies in cui si trasforma da segretaria occhialuta e dimessa in femme fatale) e di Gassman piacione, seduttore anche in coma. Quanto all'epilogo, è tanto brutto che avrebbe affossato anche un film molto migliore.

Capannelle 6/09/22 19:39 - 4394 commenti

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Film che fila abbastanza, con atmosfere interessanti ma che presenta anche incongruenze che ne penalizzano l'efficacia. Se all'inizio l'alchimia tra Gassman e la Ramazzotti pone delle buone premesse, soprattutto finché rimaniamo nell'ambito cinematografico, è il prosieguo a convincere meno. Lo sviluppo di trame affaristico istituzionali non trova adeguata concretizzazione e questo non dipende tanto dal cast, che nella sua globalità pare assolvere ai suoi compiti, quanto da un incrociarsi di temi e sottotrame a volte un po' naif e che sembra far perdere la bussola.

Piero68 7/12/22 15:18 - 2955 commenti

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Ispirata da un fatto di cronaca realmente accaduto (la scomparsa di un dipinto del Caravaggio), una storia esageratamente romanzata che non riesce mai a decollare davvero. Eppure l'incipit era interessante e le premesse buone. Senza contare un cast di comprimari di tutto rispetto (Catania, Scarpa, Carpentieri). Ma il film purtroppo naufraga miseramente per colpa di una sceneggiatura (ma anche di una regia) che non riesce a dare una identità precisa alla pellicola, cercando di spaziare tra vari generi ma fallendoli quasi tutti. Ramazzotti ancora una volta oggetto misterioso.

Mco 7/03/24 16:04 - 2323 commenti

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Il cinema, quello buono. Con una pletora di ottimi attori, un'idea di base che si aggancia a un (triste) fatto reale e una voluntas di malcelata condanna del sistema politico, Andò confeziona uno stratificato prodotto che gioca abilmente per novanta minuti tra film e metafilm. Ramazzotti e Carpentieri formano una strana coppia, che però funziona, soprattutto per la straordinaria poliedricità della prima, irresistibile sia in veste sexy che in quella investigativa. Esilarante Bruno nella parte di un tramite dalla loquela difficoltosa. Venato da poesia, venato da sottile magia...
MEMORABILE: La Ramazzotti che si sfila stivali e calze per sedurre un più che sorpreso David Sebasti; L'incontro con il latitante in bagno.

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