(ULTRA BABY VINTAGE COLLECTION) Tra i primissimi film che vedono impegnata l'esilarante coppia Totò-Peppino De Filippo, UNA DI QUELLE (rieditato non a caso col titolo di TOTO’, PEPPINO E... UNA DI QUELLE) ha il difetto di essere una pellicola seriosa, affidata alla regia di un Aldo Fabrizi ancora una volta impegnato più a evidenziare i drammi dei singoli che non a ricercare la comicità pura che pure i due comici partenopei potrebbero offrire a piene mai. Così i duetti tra Totò e Peppino si esauriscono nella prima parte lasciando poi spazio a una Lea Padovani tristissima e noiosa, coadiuvata da un Totò frenato nel finale e da un Aldo Fabrizi dottore...Leggi tutto senza grinta. Insomma, alla fine chi fa la miglior figura è Peppino, tenuto all'oscuro di tutto e quindi ancora scanzonato e insistente come se davvero la Padovani fosse... una di quelle. Si tratta insomma di un'occasione mancata, penalizzata da interminabili sequenze di silenzi supportati da immagini statiche. La sceneggiatura è priva di slancio e da salvare c'è forse solo l'entrata di Totò e Peppino al night club, che verrà ripresa nella MALAFEMMINA, nella “DOLCE VITA" e pure nei FUORILEGGE rimanendo un esempio stupendo di comicità "a braccio".
Operina patetica che Fabrizi diresse rifacendosi al neorealismo e ottenendo invece di sciupare la presenza di Totò e Peppino in un film sbagliato, considerato da molti estimatori del Principe come uno dei suoi peggiori. L'unico personaggio salvabile è proprio quello interpretato da Peppino: mostra di non aver capito nulla della "triste vicenda" e, con ineffabile laidezza, vuole credere fino all'ultimo di star lì soltanto per, ehm, "quella cosa". Grande Peppino, sei tutti noi! Un vero demistificatore occulto dell'ipocrisia dell'intera operazione.
Tra i migliori Totò e Peppino, nonostante si tratti di un film prevalentemente drammatico (dove De Filippo appare poco), davvero un ottimo prodotto. Fabrizi (anche attore nel ruolo del medico) riesce a fondere bene la comicità e i duetti della coppia con situazioni più lacrimose dove il grande Totò risulta pienamente credibile e convincente. Da vedere per trovare un Totò leggermente diverso dal solito.
Tra i meno noti e apprezzati lavori del Principe, credo abbia meno demeriti di quanti gliene si attribuiscono. Certo, vedendo Totò e Peppino (e contando anche la presenza di Fabrizi) ci si aspetterebbero le solite risate, invece il film è molto serioso, quasi forzatamente melodrammatico. Il lato più comico è affidato a Peppino, che continua a vivere nell'equivoco sul rapporto tra il cugino e la Padovani, inscenando gustose gag anche con Fabrizi. Totò dà una buona prova, anche se in alcuni momenti soffre chiaramente il taglio del film.
MEMORABILE: Peppino quasi scaraventato fuori dalle scale da Fabrizi, Totò che mette in bocca il cucchiaio del bimbo malato.
Una pagnottella saporita piena di tante buone cose, questo film. C'é, formata per la prima volta, la coppia dei “cafoni” Totò e Peppino che calano alla conquista di Roma e dei suoi piaceri proibiti; c’è Fabrizi che si ritaglia, come attore, un ruolo intenso alla Orson Welles di un medico ricco di umanità; c’è la storia melodrammatica della povera vedova costretta dal bisogno a diventare “una di quelle; ”c’è la Roma squallida delle periferie vista come un allucinato quadro metafisico di De Chirico; c'è Fabrizi che filma col cuore in mano e con un sorriso amaro.
MEMORABILE: Magnifico il ruolo di Peppino De Filippo, così comicamente ottuso e tetragono nella sua convizione che la Padovani sia davvero una prostituta.
Strano innesto quello della coppia Totò-Peppino De Filippo, in un film dove al centro c'è una vicenda di povertà e di solitudine enfatizzata al massimo, anche con l'improvvisa malattia del bambino. Devo dire che però funziona abbastanza, merito soprattutto di un Totò capace di cambiare velocemente registro. La regia di Aldo Fabrizi è Fabrizi stesso, comico di razza, ma capace di parti altamente drammatiche, e qui ha alzato i toni del dramma (con una Padovani che più triste non si può) per contrapporli a quelli leggeri della famosa coppia.
Fabrizi riesce nell’intento di trasmettere tutta la sofferenza e l’angoscia di una povera madre che nel tentativo di sopravvivere finisce col cadere in disgrazia. Fortuna che ci sono Totò e Peppino che regalano qualche ventata di ilarità, sebbene la situazione sia drammatica. Un esempio forse minore ma comunque efficace di neorealismo, con la differenza che lascia un flebile barlume di speranza.
Gli eccezionali protagonisti mal si adattano al tono agrodolce della commedia. Il personaggio di Totò suona un po' forzato, quello di Fabrizi prevedibile, col suo altruismo da borborigma; l'unico a convincere a pieno è De Filippo, testimone ignaro di un atto di santità laica. Da lodare, invece, la regia, specie nel finale, con la coppia comica ad allontanarsi in una periferia anonima e gigantesca, simbolo di un'Italia nuova e ingiusta.
Due provinciali benestanti giungono in città sognando un'avventura con una donnina allegra e cascano proprio male, perché la prescelta è una sarta vedova che ha appena deciso di prostituirsi spinta dal bisogno di provvedere al suo bimbo, per giunta malato... Fabrizi dirige ed interpreta un film che ammicca alla commedia per la presenza di Totò e del defilato De Filippo, ma isi tratta in di un ricatto sentimentale tanto spudorato nella sua banalità lacrimogena da suscitare imbarazzo invece di commozione e coinvolgimento.
Bella storia notturna e dalla grande sensibilità drammatica diretta da Fabrizi che, aiutato o meno che fosse da un Leone non accreditato, era anche un bravo regista e un ottimo direttore d'attori. Totò si collauda e affina sempre più per parti con maggiore spazio alla seriosità e per momenti apertamente drammatici, stemperati dalla sua grande, innata, umanità e ironia partenopea. Una Roma buia e oscuramente notturna, delle erigende periferie di casermoni e non, tagliata da coni di luce che sembrano (anche per la storia) un racconto londinese dickensiano-neorealista.
MEMORABILE: La farmacia notturna un faro di speranza; L'immancabile grande apporto di Nando Bruno; Il finale in cui Peppino dimostra di non aver capito nulla.
Aldo Fabrizi HA DIRETTO ANCHE...
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CuriositàGugly • 6/02/08 23:03 Archivista in seconda - 4712 interventi
sul set fra Totò e Fabrizi esplose una furibonda lite fra i due che ne pregiudicò per sempre l'amicizia