Una prostituta qualunque considerata come merce di scambio e carne da macello in un ultimatum alla polizia. E non solo. Varie umanità escono fuori e fra queste le povertà umane più bieche. Sì, anche in questo il film appare un po' convenzionale, ma a volte piace riflettere senza troppa considerazione critica e lasciarsi prendere dalla storia. Mariangela Melato, al solito, credibile.
L'accattivante titolo non deve ingannare; si tratta infatti non di un poliziesco con la tensione a 1000, ma di uno stranoioso drammatico a sfondo psicologico-sociale. Cast sprecatissimo (la Melato, Cucciolla nel ruolo di un povero ingenuo e Vanel nei panni di curato col vizio di bere!). Si rischia di morire di noia e di vedere due cose rotonde cascare sotto il tavolo, nel sentire i sermoni morali di qui questo film è infarcito. Pessimo.
La Melato fa una prestazione da urlo, oltre a non apparire quasi mai così bella in altri film. Purtroppo è incentrato molto poco sul rapitore e molto più sulla vigliaccheria e sullo scaricabarile delle forze di sicurezza. Quel che è peggio è che la verità la viene a ribadire un prete sbronzo, quando il sottoscritto se c'è proprio una cosa che non tollera è il proverbio "in vino veritas" (tanto più che non bisognava esser dei nobel per arrivarci da soli...). Ovvio come l'acqua calda, ma un'acqua che nel frattempo si è imputridita di brutto...
Uno psicopatico evaso da un manicomio prende in ostaggio madre e figlia in un casolare di campagna mettendo in subbuglio un piccolo villaggio del sud della Francia. Thriller di ostaggi a sfondo sociale, in cui lo scoperchiamento di miserie e meschinità di provincia prende il sopravvento sulla tensione drammatica. Non male, anche se chi si aspetta un poliziesco a tinte forti non può che rimanere deluso.
MEMORABILE: Lo sfogo dell'immigrato a cui viene chiesto di sacrificare le figlie.
Dramma su un rapimento con insolito scopo di estorsione, dove scarseggia totalmente la tensione ma viene privilegiata la pessima reazione delle forze dell'ordine e i comportamenti inetti del prefetto e del sindaco (interpretato dal Righi di Amici miei). Messa in scena senza particolari guizzi o colpi di scena, trama poco credibile e dialoghi banali, nel complesso abbastanza noioso. Nel cast spiccano positivamente Riccardo Cucciolla e Mariangela Melato. Titolo fuorviante: era meglio tradurre l'originale "Per il sangue degli altri".
Il titolo farebbe pensare a un poliziottesco di casa nostra. Invece si tratta di un film francese che di poliziesco non ha nulla. Lo spunto vagamente thriller offre invece il destro per una lunga riflessione sui rapporti umani, sull'ipocrisia, sull'egoismo insito nelle persone. In questo senso fondamentali sono la figura del prete e il suo sfogo finale, che dice molto sulle intenzioni del film. Molta più filosofia che azione dunque. Ottimo il cast. Mariangela Melato bravissima anche in terra francese coadiuvata da bravi colleghi con un grande Bernard Blier. Regia asciutta. Buon lavoro.
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