Giallo davvero poco interessante con svolgimento banalissimo senza nessuna atmosfera o colpi di scena che possano rompere la monotonia, finale dello stesso tipo. La Valli è doppiata con voce fin troppo giovanile, il protagonista Jean-Claude Bouillon non convince molto meglio Mylène Demongeot. Patetica poi la scena comica sulla scaletta dell'aereoplano...
Gialletto scontato e incolore, visto che l'identità dell'assassino è ampiamente intuibile sin dall'inizio e la vicenda scorre con desolante piattezza per concludersi nel modo più prevedibile. Decisamente molto meno dotato come regista di quanto l'illustre padre lo fosse come scrittore, Marc Simenon inciampa in una sceneggiatura esangue cui non riesce a imprimere la minima credibilità. Molti attori di buon nome ma che sembrano volersi impegnare al minimo sindacale, compresa l'ormai attempata Alida Valli totalmente fuori luogo e fuori parte.
Il ritmo è rallentato, le scene psichedeliche legate agli allucinogeni perdono il confronto coi film americani, è banale il movente dell'omicidio, ma la Demongeot sfodera una maiuscola prestazione; nessun altro attore è sottotono e per una volta si sovverte una tendenza secolare: è il marito e non più la moglie a patire oltre ogni limite le quotidiane assenze della coniuge. Della Valli, nel ruolo di un'artista imprevedibile, viene sfruttato a fondo lo sguardo penetrante (addirittura si potrebbero candidare i suoi occhi per i dollari in banconote!).
MEMORABILE: La comprensione e soprattutto la complicità di Anne nei confronti di Eric.
L'assassinio di una piacente, matura donna si riempie di interrogativi circa la sua dinamica, il movente e naturalmente il suo fautore. Dramma psicologico neanche tanto superficiale, rimanda a sottili storie di solitudini infantili e traumi conseguenti, forte di interpreti attenti e di un plot piuttosto avvincente. Al riso sardonico di Alida Valli si contrappone l'introversione virile di Jean-Claude Bouillon. Dategli un'occhiata, molto più di un semplice thriller.
Nella prima parte si ha la sensazione di trovarsi a compiere una sorta di trip narcotico in totale empatia con ciò che lo schermo ci mostra. Funghi dai forti poteri allucinatori coltivati da una splendida Alida Valli, immagini che si disperdono in frammenti e instabilità emotive che svelano per via retrospettiva traumi che si credevano sepolti. Bouillon si carica sulle spalle gran parte del peso del film e la bella Demongeot delizia gli spettatori con i suoi cambi d'abito e i suoi stivali bianchi. Il finale restituisce ordine a un progetto bizzarro ma discretamente affascinante.
MEMORABILE: La bambola che fa da tramite per spiacevoli ricordi.
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Neanche farlo apposta ho visto un paio di settimane fà questo titolo pure io.
Sono sincero, non mi ha sconvolto, ma alla fin fine non è proprio un brutto film.
Sarà che sono un grande fan della Valli, e in qualunque film appaia la seguo con interesse.
Interessante quello che scrivi nel commento Fauno, e in effetti, qui la figura femminile è molto forte, rappresentata come quella che porta il pane a casa, e figura forte della coppia.
La Valli non l'ho vista nei suoi film più famosi, anche se conosco il suo valore, e qui devo dire che l'inquadratura dei suoi occhi che sono di un azzurro brillante come interpretazione di un qualcosa di assolutamente oscuro per non dire losco è un'ammirevole creazione del regista.
L'ambientazione è limitata, ma fa parte dell'introspezione e dei conflitti manifestati dal film, ma indubbiamente il piatto forte è la complicità dimostrata dalla Demongeot nel finale, anche perché è difficile che qualsiasi donna assuma a tempo zero un atteggiamento del genere dopo aver capito certe cose, ma lei lo fa in un modo più che credibile.
Infine ritengo che il film valga senz'altro la visione, certo che difficilmente lo può apprezzare chi non ama certe varianti del cinema d'Oltralpe...