Tokyo march - Corto (1929)

Giovane rampollo si innamora a prima vista di una sconosciuta: scoprirà che è una geisha, amante del padre. Melodrammone il giudizio sul quale è certamente inficiato dal fatto di esserci giunto frammentato, ma che ciononostante prefigura già i capisaldi mizoguchiani: la condizione di sudditanza e sofferenza femminile, le disparità sociali come ulteriore fonte di umiliazione. Curioso l'incipit, con le strade della Tokyo anni '20 ("città di progresso ma anche del vizio" cita la didascalia) attraversate a rotta di collo a bordo di un'automobile lanciata.

Il giovane ricco si innamora di una geisha, ma scopre che è sua sorella. Classico mélo che attraversa tutti i luoghi comuni del genere, come peccato e redenzione, disparità di classe sociale... ma si ferma prima della tragedia, consentendo di approdare a un finale amaramente consolatorio e pacificatore. Notevole l’inizio documentario sulla città di Tokyo, così come è ottimo l’uso attento della sovrimpressione. Più in generale, nonostante si tratti di una versione corta del lungo originario, la narrazione fila con coerenza e buon equilibrio.