Una storia vera registrata dalle cronache di allora come un autentico mistero, data la sparizione dei tre protagonisti. Dicembre 1900: cambio della guardia al faro delle Flannan Isles, al largo della Scozia. Due uomini, il più anziano Thomas (Mullan), James (Butler) e il giovane Donald (Swindells) si apprestano a isolarsi per settimane là dove chi arriva dovrebbe essere solo chi porterà loro le provviste. E invece un giorno, durante un'esplorazione sulle scogliere, i tre si accorgono di un corpo disteso tra i sassi in riva. Donald scende per capire se è vivo ma non sembra. Sbagliato: si ridesta e attacca il ragazzo, che per difendersi gli tira due pietrate in testa e lo accoppa. Lì i nostri recuperano...Leggi tutto anche una cassa che apparteneva al misterioso uomo trovandovi dentro dei lingotti. E qui siamo ovviamente nel campo della fantasia, nell'ipotesi degli autori che si trovano a dover giustificare la scomparsa dei tre e per questo imbastiscono una storia che possa in qualche modo solleticare la fantasia dello spettatore. Rifugiandosi più o meno nell'ovvio, andando poi a raccogliere elementi in campo psicologico, Kristoffer Nyholm punta al film di qualità sfruttando il fascino del mare attraverso una fotografia sicuramente d'effetto, punta a sedurre con insistiti primi piani a voler sostituire la profondità di dialoghi che sono invece piuttosto qualunque. Si appoggia all'intensità di Butler e Mullen per conferire spessore ai personaggi (meno può fare con Swindells), scava nelle rughe e nelle barbe per ritrovare scampoli di saggezza, ma la verità è che tutto sembra studiato per coprire un soggetto minimale, che sviluppato in questo modo andava bene forse per un corto. La lentezza esasperante con cui è condotta l'azione trova i momenti migliori nel faccia a faccia con chi verrà sull'isola a cercare l'amico scomparso col "tesoro", quando cioè la tensione è dosata al meglio. Ma è un'eccezione, perché poi altrove i rapporti tra i tre guardiani sono improntati alla sobrietà, con botta e risposta prolungati inutilmente in attesa che le seconde prima o poi arrivino. Si apprezzano la maturità nell'approccio, il desiderio di rifuggire da colpi di scena fuori luogo, ma stupisce come vengono gestite alcune ellissi, che sulle prime lasciano aperto più di un punto interrogativo, e non convincono i troppi silenzi, spesso scarichi di significato, così come alcune reazioni che si cerca di rivestire d'un abbozzato retroterra psicologico. E per quanto suggestive e ottimamente filmate (a intervalli compare una lunga ripresa dell'orizzonte deserto tra cielo e mare) le scogliere e il verde intorno al faro non avranno mai - per esempio - la potenza dei boschi a Hanging Rock, dove altre misteriose scomparse (risalenti esattamente allo stesso anno, il 1900!) lasciarono ben diversa impronta nella storia del cinema. Marcel M.J. Davinotti jr. Chiudi
Thriller dalla suggestiva ambientazione data dallo spettrale isolotto e relativo faro. Dopo una prima fase interlocutoria il film inizia a spiccare il volo con una storia che, pur presentando sviluppi nient’affatto imprevedibili, ha il merito di instillare angoscia e tensione, con sequenze altamente disturbanti e picchi di allucinante violenza. Butler stupisce positivamente riuscendo a districarsi bene in un ruolo diverso dal solito eroe positivo; davvero bravo Mullan; tra i villain, nota di merito per un allucinato Søren Malling.
In una remota isola disabitata al nord della Scozia, dopo una violenta tempesta i tre guardiani del faro scoprono tra gli scogli il corpo di un uomo apparentemente annegato... Ispirato ad una vicenda avvenuta nel 1900, un thriller poco originale negli sviluppi ma solido e ben fatto, che può contare sulla bella ambientazione in cui alla natura brulla e cupa dell'isola corrisponde il clima claustrofobico e la crescente paranoia all'interno del faro. Molto ben scelto l'esiguo cast: Mullan è una certezza, Butler si rivela efficace in un ruolo diverso dagli abituali, Malling ha un viso inquietante.
Film che fa della semplicità il suo punto di forza. Tutto scorre lineare, quasi una performance teatrale. Pochi attori in scena che rappresentano le reazioni di esseri umani in situazioni portate al limite. Thriller nordico, dai tempi dilatati, cupo. Le ambientazioni suggestive e le atmosfere che creano, valgono più della sceneggiatura. Angoscia, paranoia claustrofobica, solitudine, sentimenti provocati dall'oro e dal mercurio che finiscono per cambiare l'equilibrio morale dei personaggi.
Ispirato da una storia vera, il film mostra paesaggi marini sconfinati e uno sviluppo narrativo inquietante che culmina con un finale amaro ma indubbiamente liberatorio. Dialoghi solidi con alcuni momenti di violenza belluina che centrano il bersaglio. Appropriato il cast, con Butler finalmente non più eroe del mondo, Mullan che mostra una corteccia durissima e il giovane Swindells che mostra i dubbi e le paure dei giovani.
Una piccola isola al largo delle coste scozzesi è teatro di un cupo dramma che vede protagonisti i tre guardiani del faro alle prese con un misterioso naufrago finito contro la scogliera. Da qui una catena di fatti ed eventi che implicano la complicità ma anche violente divergenze nel gruppo. Nulla di non prevedibile, ma restano impressi l'ambientazione, gli spazi e i colori del mare del nord, l'angustia e la verticalità propria del faro, nella quale viene a galla una momentanea sospensione etica fino alla paranoia, interpretata in modo magistrale.
La didascalia iniziale si affretta a dirci che il film è ispirato a una storia vera. Ma alla fine della visione si capisce che la storia è inventata di sana pianta e di vero c'è solo l'incipit. Lento e noioso. Nyholm non riesce a creare fino in fondo le giuste atmosfere e se non fosse per quei due sprazzi di violenza selvaggia il film sarebbe veramente troppo soporifero. Il cast ristretto funziona pure ma i dialoghi risultano terribili e le caratterizzazioni evanescenti. Pacco gradevole, sorpresa imbarazzante.
Un mistero mai risolto (la scomparsa, avvenuta nel 1900, dei tre guardiani del faro delle isole scozzesi Flannan) che poteva scatenare la fantasia degli autori. Invece il risultato è un thriller dal soggetto piuttosto minimale, fin troppo parco di spiegazioni e dall'epilogo prevedibile. Fallimento su tutta la linea, quindi? No, perché l'ambientazione ha un suo indiscutibile fascino, la seconda parte fa registrare un picco di tensione e di violenza non indifferente, i tre protagonisti sono bravi. Però ci voleva una maggior complessità narrativa.
Uno di quei thriller che funzionano a meraviglia perché ogni dettaglio è curato nei minimi particolari. Ambientazione eccezionale, cast superbo e una trama avvincente sono elementi da considerare una garanzia. L'essere umano qui si trova costretto a lottare con diversi tipi di mostri (interiori ed esteriori) che lentamente lo consumano fino a esaurirlo. Così la mente, provata dal repentino corso degli eventi, diventa un deserto di emozioni, cosa che rende l'uomo capace di ogni cosa.
Solido thriller della solitudine, interpretato magnificamente dalla coppia Mullan-Butler, davvero bravi a rendere l'inquietudine e la pesantezza di un isolamento fisico e mentale. La trama si dipana lentamente, con accelerate improvvise che segnano i momenti di violenza alla quale i guardiani del faro sono sottoposti (prima vittime poi carnefici) nell'immobilità della natura che li circonda, con il vento a riempire i silenzi. D'atmosfera.
Thriller tratto da una storia vera con protagonisti tre guardiani di un faro e una cassa di lingotti d'oro giunta dal mare. Guardiani del faro, isole e follia è un trinomio non molto originale ma che spesso funziona, come in questo caso; la storia infatti è molto interessante e porta a un'evoluzione per nulla banale dei tre protagonisti. Punto forte del film è la bella ambientazione isolana a cui si aggiunge una suggestiva fotografia fredda e umida. Claustrofobia, follia, sangue e violenza sono gli ospiti d'onore di questo bel thriller.
Solido thriller dedicato a quelli che, accanto al chiringuito messicano, hanno scelto l'isola con il faro come luogo di una loro futuribile evasione. Nonostante un ritmo anch'esso granitico e lontano dal frizzante, Nyholm riesce a costruire una buona tensione restringendo al minimo il cast, riducendo gli eventi e puntando soprattutto sull'interazione tra i personaggi, caratterizzati al punto giusto. Butler e Mullan ovviamente sugli scudi, il primo finalmente in un ruolo più complesso del solito e il secondo consuetamente immusonito. Buon finale.
Tante sono le ipotesi formulate sul mistero delle isole Flannan (tema che ispirerà in parte anche The lighthouse di Eggars). Nyholm opta per una vicenda romanzesca, che inizia come un laconico e lento kammerspiel per poi accendersi in un atto centrale da thriller home-invasion e culminare nella cupezza d'un dramma psicologico. Poche le sorprese in sede di plot, ma grazie a un'atmosfera lugubre al limitare dell'horror (i gabbiani morti, le inquietanti soggettive della presenza ignota) e alla prova convincente dei tre protagonisti, la tensione avanza senza intoppi. Merita una visione.
MEMORABILE: L'incidente col mercurio, forse alla base di certi comportamenti psicotici dei personaggi; Le scene di tortura e la rivalsa; Il decadimento di Butler.
Ispirato a una storia vera: tre guardiani di un faro (al largo della Scozia) scomparirono. Dramma/thriller dalla suggestiva cornice nord europea, totalmente ambientato sull'isola del faro; momenti di tensione si alternano ad altri ombrosi tipici del dramma biografico, e non mancano scene sanguinarie/violente. Nel suo insieme equilibrato, con un'ottima caratterizzazione dei tre personaggi principali (di tre diverse generazioni). La regia riesce a catturare l'attenzione dall'inizio alla fine nonostante la durata non esile. Voto arrotondato per eccesso, comunque consigliato.
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In questo spazio sono elencati gli ultimi 12 post scritti nei diversi forum appartenenti a questo stesso film.
CuriositàDaniela • 7/03/19 09:21 Gran Burattinaio - 5863 interventi
Il film trae ispirazione da un fatto di cronaca avvenuto nel 1900: la scomparsa dei tre guardiani di un faro posto su un'isolotto del gruppo delle Isole Flannan nelle Ebridi a largo della costa occidentale della Scozia.
Dopo indagini infruttuose, la scomparsa dei tre uomini venne addebitata ad un'onda anomala che li avrebbe trascinati in mare. L'assenza di prove ha però alimentato le più diverse ipotesi, comprese quelle più fantasiose riguardanti l'assalto di una creatura marina o il rapimento da parte degli alieni.