The good heart - Carissimi nemici - Film (2009)

Il proprietario di uno scalcinato bar, cardiopatico a cui resta poco da vivere, prende sotto la sua protezione un senzatetto, ingenuo e gentile, con l'intenzione di farne l'erede della sua attività... Due cuori a confronto - quello malato di un anziano rancoroso e quello pulsante di un giovane buono come il pane - per questa storia di una amicizia improbabile che nel finale avrà un risvolto inaspettato, certo triste ma anche rasserenante. Ben fatto e ancor meglio recitato, uno di quei piccoli film che fanno sentire più buoni chi li guarda.

Un film sulla solitudine incarnata dai due personaggi principali, assai diversi tra loro ma accomunati da un vuoto interiore difficile da colmare. Al di là della storia, non particolarmente originale, ma piuttosto sobria e poco incline al “lacrimevole”, salvo che in alcuni passaggi, colpiscono la fredda ed efficace ambientazione, la poco consueta caratterizzazione dei personaggi (che si integrano bene tra loro e sono poco inclini a catturare l’umana simpatia) e l’eccellente interpretazione dei due protagonisti.

Ancora una favola straniante dei nostri giorni per Kári dopo Noi Albínói: stavolta nelle strade di New York, dove prende vita l’amicizia tra un vecchio barista dal cuore fragile e un giovane homeless dal cuore tenero. Storia di paternità-filialità surrogata, che ha il sapore del racconto morale (con il finale, certo prevedibile, ma pur sempre amaramente intenso) e una costruzione da manuale: lui, lei, la donna che divide e unisce, il ‘coro’ degli avventori. Implacabile la fotografia acida che sottolinea ulteriormente l’irrealtà dell’apologo.

La struttura favolistica, anche se farcita di un certo realismo di maniera, si coglie immediatamente nell'improbabilissima scena di un idealizzato ospedale newyorkese che non solo cura, ma fa anche una colletta per il giovane senzatetto Lucas, compagno di stanza di un burbero barman malandato. Storia di un sodalizio tra due personalità opposte, che assume pian piano contorni sentimentalistici fino al patetismo del prevedibile finale, con in più una figura femminile venuta dal nulla, tanto per. Si percepisce che anche il cast non sa bene cosa fare, nonostante il livello attoriale.