Verbosissima incursione nel mondo della psicanalisi sceneggiata dall’Altman con l'autore della commedia originale Christopher Durang. Sconfinando chiaramente in territori alleniani, il regista di M.A.S.H. tenta di spiazzare lo spettatore con un umorismo “adulto” solo in apparenza. I veri protagonisti comici non sono affatto le due figure centrali interpretate da Jeff Goldblum e Julie Hagerty (due soggetti instabili che si conoscono attraverso gli annunci matrimoniali) ma la coppia Glenda Jackson/Tom Conti, loro rispettivi psicanalisti. I dialoghi migliori nascono sempre durante le sedute terapeutiche, perché i lunghi incontri Goldblum/Hagerty sono...Leggi tutto solo tediosi botta e risposta in cui la sceneggiatura affanna alla ricerca di trovate spiritose che faticano ad arrivare a segno. Evidentemente né Durang né soprattutto Altman posseggono le stesse capacità umoristiche di Allen, che resta un nume tutelare al quale Altman prova continuamente ad aggrapparsi (vedi l’uso particolare delle musiche e dei luoghi) con scarsi risultati. Il film comincia a decollare solo nel finale, con Christopher Guest (convivente e amante di Jeff Goldblum): va anch’egli in terapia da Glenda Jackson per curare la propria frustrazione provocando in lei reazioni impensate. Divertenti le caratterizzazioni dei due psichiatri: lei incorre frequentemente in assurdi lapsus verbali (dice dirigibile invece di coabitante, papero al posto di paziente...), lui - che si esprime con un marcato accento tedesco - soffre di eiaculazione precoce e ci prova costantemente con la sua cliente. Rari spunti divertenti in un mare di inutili parole al vento, esempio di presuntuosa commedia “matura”.
Uno di quei film stuzzicanti sulla carta, ma implacabilmente noiosi sulle schermo. La nota abilità di Altman di condurre parallelamente varie vicende che si intersecano l'una con l'altra risulta sprecata di fronte a personaggi tanto stereotipati, dialoghi così banali, situazioni forzate. La satira della psicoanalisi è trita e ritrita, mentre anche attori in altre occasioni molto spiritosi, come Glenda Jackson e Tom Conti, risultano stucchevoli. In definitiva, una commedia che vuol essere brillante, ma la lampadina è fulminata.
Scomposto e cacofonico. La tendenza di Altman alla frammentazione in microepisodi è condotta alle estreme conseguenze e rende l’idea di base – prendere a schiaffi la psicanalisi – tutt’altro che scorrevole e coinvolgente. Anche la stravaganza degli interpreti non riesce ad illuminare categorie umane fin troppo abusate – cinematograficamente parlando – in espressioni, gesti e fobie.
Divertente e scombiccherata satira sulla psicanalisi cui il regista imprime un ritmo frenetico e schizofrenico che può anche lasciare basiti. Buona e, a mio avviso, meno banale di quel che si potrebbe credere la sceneggiatura cui partecipa lo stesso Altman il quale, fra le altre cose, si conferma un gran direttore d'attori. Risultato buono ma sicuramente non per tutti i gusti.
Negli anni novanta impazzava sul circuito Odeon Tv e divertiva più per la stranezza e l'assenza di seriosità che per altro. Altman si affida alla coppia Goldblum (sempre bravo ed espressivo) Hagerty (carina) per prendere di mira le derivazioni eccessive della psicanalisi. Alcune scene sono simpatiche, come quella nel ristorante allorché lei mette i piedi sulla tavola nello stupore generale, ma nel complesso non si arriva che alla sufficienza, tirando tirando forse al discreto...
Una versione della commedia degli equivoci declinata da Robert Altman che compie contemporaneamente una non tanto celata satira sulla psicoanalisi e sui suoi adepti. Il gioco è intrigante sulla carta, ma il risultato lascia spiazzati. Il ritmo vertiginoso non aiuta nella comprensione della vicenda e l’impianto è in generale troppo confuso per essere davvero interessante, costituendo alla fine uno dei pochi passi falsi nella carriera del regista.
Robert Altman HA DIRETTO ANCHE...
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Fa parte dei 190 film menzionati da Edgar Wright e da Quentin Tarantino che si possono trovare nel commento del film -HOT FUZZ- Questo "duetto" di opinioni e citazioni è incluso nel terzo disco DVD della collector's edition uscita per il mercato UK.In questo caso la loro discussione si concentra sul fatto che il film sia ambientato a New York ma in realtà è stato girato in Francia.
MusicheColumbo • 19/09/10 16:27 Pulizia ai piani - 1097 interventi
La canzone "Someone to Watch over me" di Gershwin è cantata, in due versioni, da Linda Ronstadt e da Yves Montand.