Slaughter - Film (2009)

Va bene: siamo alla solita storia, che si dice ispirata da fatti reali. Però l'idea di porre agli antipodi la vittima Faith (Amy Shiels) e la carnefice (pur anch'essa vittima) Lola (Lucy Holt) rende una patina di velato omoerotismo al film che non disdice affatto. Aggiungiamo che la violenza (presente ma solo implicitamente, tranne qualche quarto di bue realmente sventrato) cede decorosamente il posto ad interpretazioni efficaci, modellate su approfondimenti psicologici di certo spessore. Né son da sottovalutare le discrete scenografie country e- soprattutto - un finale nerissimo e scorretto.

La solita figlia ingenua della provincia americana (popolata a quanto pare solo da maneschi buzzurri dal collo arrossato) cerca in tutti i modi di non finire a letto con il nemico. Purtroppo il suo ganzo non si rassegna all'idea che possa furtiva scappare via dall'incubo e la costringe a rintanarsi nell'amena fattoria dell'amica Lol(it)a. E qui casca l'asino; anzi... e qui cascano pezzi di cadavere fra le fauci dei porci. L'atmosfera del film cambia e dal consueto filone tv alla "Donne al bivio" si spande l'afrore di marciume diffuso, cancrenico.

Una brutta copia di Alta tensione per un lungometraggio crudele denso di violenza gratuita. Per alcuni versi si può dire che in questo film ci sia qualcosa di profondamente sbagliato, soprattutto nella psicologia della carnefice. Gratuità nelle immagini per una sceneggiatura troppo campata in aria. A tratti disgustoso.

Un thriller interessante, per la scelta dei personaggi e dello sviluppo, finalmente sostenuto da uno script più articolato del solito. Buono il livello di tensione e di notevole impatto alcune sequenze, ma l'asso vincente del film è la costruzione di un milieu antropologico e sociale corroso e malato, nel quale possono sguazzare le pulsioni più contorte e letali.

Prologo stucchicante, poi parte la storia: giovane donna maltrattata cerca di fuggire dall'ex violento rifugiandosi in una grande città, salvo poi scoprire le delizie (bifolche) della campagna presso una nuova amica dal passato tormentato e dal presente disinvolto. Ritmo sonnacchioso, pur sorretto da interpretazioni discrete, poi colpo di scena (prevedibile) e concitata resa dei conti in un mattatoio, troppo affollata per essere credibile (ad un certo punto, mi aspettavo arrivassero pure i pompieri). Da salvare il finale, questo sì inaspettato.