Viscerale remake d'autore del classico depalmiano. Buck segue lo script originario (cambia poco, se non il finale) e inserisce i temi a lui più cari come l'abuso sui minori, l'alienazione mentale e la solitudine. Impreziosisce il suo restyling con atmosfere allucinate, lente e improvvise esplosioni splatter e guarda più al cinema di Cronenberg, Ferrara e Lynch che non a De Palma. Il finale è visivamente devastante e chiude con l'elogio alla follia. La Doillon sembra la Beatrice Dalle di Cannibal love e non fa rimpiangere la Kidder. Sorprendente.
MEMORABILE: I flashback sugli abusi della Sovigny bambina; il lynchiano incubo della "divisione" delle gemelle previo seghetto elettrico; il finale polanskiano.
Non era facile approcciare il materiale di partenza: De Palma ne aveva fatto più una questione di stile che di storia, trovando forza propulsiva nella manipolazione di altre forme-cinema. Buck fa voto di umiltà rinunciando tanto a collaudare una nuova estetica quanto a sanare (qui colpevolmente) i limiti dello script. Inasprisce i toni dell'originale e lo dirotta verso stilemi canonizzati: febbricitante e morboso, il film si scosta dalla linearità spazio-tempo evocando (nel finale e nel sogno) la sintassi circolare di David Lynch. Chi è digiuno del prototipo però rischia di rimanere a digiuno.
Incredibile e quasi sconosciuto film del quasi sconosciuto Douglas Buck. Un thriller depalmiano che va molto oltre De Palma e acquisisce una sua indubbia, indefinibile originalità. Vira più verso Cronenberg, se dobbiamo citare un altro mostro sacro, e le sue mutazioni della carne e soprattutto della mente. In ogni caso ottimo cinema: sottile tensione, atmosfera malinconica e improvvisa ferocia. Resta indimenticabile la scena dell'operazione. Bene gli attori, in particolare la Doillon.
Buck riesce a realizzare un remake del film di De Palma che, una volta tanto, non appare come vuota operazione commerciale. Il regista evita la trappola di cercare di riproporre lo stile, insuperabile, della pellicola originale scegliendo una strada personale (buona l'idea di sostituire gli split-screen depalmiani con immagini riprese da web-cam). A livello attoriale non ci sono delusioni ma, a mio avviso, sia la Doillon che (soprattutto) Rea perdono il confronto con la Kidder e Finley. Non male davvero, quasi buono. **!/***.
Parte secondo uno spartito da thriller classico ma, dopo il primo omicidio, tutto si complica, diventa schizofrenico oltre il richiesto e non si capisce più nulla fino alla confusa conclusione, dove ti scopri dubbioso a chiederti se hai interpretato bene. Visivamente è accattivante, ben fotografato e tutto sommato regge nel rispettare le attese. Alterni gli attori (Stephen Rea pietrificato, svogliata la Sevigny, molto bene la Doillon). Tralasciando l'originale, insomma, si lascia vedere, con pregi e difetti.
Più un'occasione sprecata che un acuto aggiornamento della notevole pellicola di De Palma: nonostante i buoni propositi, Buck perde per strada la vivida visceralità dell'originale (Finley non si batte!), sfornando un prodotto patinato ma inefficace. Emblematica la sequenza in cui la giornalista assiste al delitto in diretta: dall'hitchcockiana finestra, il regista passa ai monitor di videosorveglianza. Bella trovata, ma subito dopo si troverà costretto per logica di script a tornare al classico avvistamento alla Jim Stewart. Inconscio segnale di resa nei confronti della tradizione?
MEMORABILE: Le scene più memorabili sono quelle che meglio replicano il prototipo; Il finale che per poco non sbanca con una svolta grottesca alla Henenlotter.
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Buiomega71 ebbe a dire: ...@Gestarsch: Hai colto nel segno. Buck non è un mero esecutore(chessò, tipo il Douglas del restyling di AH), ma si vede che è un autore con le sue ossessioni e i suoi tormenti interiori. Sicuramente (da come ho letto nel tuo commento) ci sono gli echi di Cuttingmoments, ma anche del suo Ritrattidi famiglia.
Allora confido davvero di ritrovare in Sisters quella fredda disperazione cui il regista ci ha costantemente abituati :)
Rebis ebbe a dire: Io l'ho registrato, caro Buio :) Non so cosa aspettarmi perché l'originale era tanto irripetibile quanto perfettibile. Ti farò sapere...
E sai che anche il tuo parere per me resta fondamentale. Indi per cui...affrettati! ;)
Visto! E gradito :) Non male! Si avverte l'amore per il modello, che viene rispettato anche a costo di non apportare le migliorie che invece era lecito aspettarsi (specie nello sviluppo della sceneggiatura). Stilisticamente nemmeno ci prova a confrontarsi con De Palma, ed è un bene visto che l'originale era soprattutto una questione di stile: concordo invece con le reminiscenze da altro cinema, Lynch in primis. Ho gradito l'aggiornamento alle webcam e i conseguenti influssi da j-horror: se contestualizzati fanno ancora il loro porco effetto. L'atmosfera malsana c'è tutta e la Sevigny ha un volto davvero disturbante (che ricorda proprio quello della Dalle in Cannibal Love). Il limite più grosso del film credo che sia di non essere fruibile al cento per cento da chi non ha visto l'originale, nel senso che certi abbozzi e azzardi si spiegano solo avendo visto il prototipo depalmiano: diversamente alcuni momenti rischiano di apparire persino ridicoli e goffi. Anche qui comunque il doppiaggio italiano (ormai in pericoloso declino...) non aiuta certo a dare credibilità al film. Ad ogni modo, grazie Buio per consiglio!
Rebis ebbe a dire: Visto! E gradito :) Non male! Si avverte l'amore per il modello, che viene rispettato anche a costo di non apportare le migliorie che invece era lecito aspettarsi (specie nello sviluppo della sceneggiatura). Stilisticamente nemmeno ci prova a confrontarsi con De Palma, ed è un bene visto che l'originale era soprattutto una questione di stile: concordo invece con le reminiscenze da altro cinema, Lynch in primis. Ho gradito l'aggiornamento alle webcam e i conseguenti influssi da j-horror: se contestualizzati fanno ancora il loro porco effetto. L'atmosfera malsana c'è tutta e la Sevigny ha un volto davvero disturbante (che ricorda proprio quello della Dalle in Cannibal Love). Il limite più grosso del film credo che sia di non essere fruibile al cento per cento da chi non ha visto l'originale, nel senso che certi abbozzi e azzardi si spiegano solo avendo visto il prototipo depalmiano: diversamente alcuni momenti rischiano di apparire persino ridicoli e goffi. Anche qui comunque il doppiaggio italiano (ormai in pericoloso declino...) non aiuta certo a dare credibilità al film. Ad ogni modo, grazie Buio per consiglio!
Mi fà davvero piacere Rebis, più o meno l'hai vista come l'ho vista io.
Queste sono soddisfazioni! :)
Visto e commentato. Mi trovo d'accordo con quanto detto precedentemente dai miei illustri colleghi. Un buon rifacimento, che contiene uno stile autoriale diverso da quello dell'originale (del quale ricalca fedelmente la trama, ad esclusione del finale). Devo dire che è uno dei pochissimi casi (nel cinema recente) in cui il remake non fa pensare ad una pura operazione commerciale, ma alla voglia di riproporre un film facendolo proprio e, nello stesso tempo, non snaturandolo. Buck (regista che non conosco) ha affrontato la sfida e ha superato la prova. Ringrazio Buio per la segnalazione di questa pellicola. Meritava la visione.
Caesars ebbe a dire: Visto e commentato. Mi trovo d'accordo con quanto detto precedentemente dai miei illustri colleghi. Un buon rifacimento, che contiene uno stile autoriale diverso da quello dell'originale (del quale ricalca fedelmente la trama, ad esclusione del finale). Devo dire che è uno dei pochissimi casi (nel cinema recente) in cui il remake non fa pensare ad una pura operazione commerciale, ma alla voglia di riproporre un film facendolo proprio e, nello stesso tempo, non snaturandolo. Buck (regista che non conosco) ha affrontato la sfida e ha superato la prova. Ringrazio Buio per la segnalazione di questa pellicola. Meritava la visione.
Grazie a te Caesars...In cuor mio credevo che questo remake non ti avrebbe deluso (anche perchè, come ben dici,l'approccio e molto più autoriale che non mera operazione commerciale)