A Beverly Hills, mentre incombono le elezioni presidenziali, un aitante parrucchiere se la fa con tre signore del jet-set. Una di esse è sposata con un riccone, e al giovanotto viene un'idea... Ashby a mezza via fra la schermaglia erotica e la satira sociale, forse vien meglio la seconda, grazie a una ricostruzione acidula ma precisa di un certo milieu; però attori (e soprattutto attrici) sono in gamba, e nonostante qualche strato di polvere d'epoca (una certa vena wasp-liberal-moralistica alla John Updike) il film si lascia guardare.
Shampoo... bollicine di schiuma scoppiettanti, evanescenti come i dialoghi, futili e striduli, delle clienti dell'aitante parrucchiere George! Figaro qui, Figaro là... e lui è troppo vanitoso per rifiutarsi, questa è un'operetta beat (Beach Boys, Beatles, Hendrix) nelle ville di Bel Air, nei circoli "right wing" di Los Angeles, alla vigilia dell'era Nixon. Ma a nessuno importa niente delle elezioni ("Johnson, Nixon, tutti uguali..."), a nessuno importa di George, giocattolo di signore ricche. Tra satira, pochade ed educazione sentimentale, film leggero ma graffiante, con guizzi di ferocia.
MEMORABILE: George dà consigli a Lester (Jack Warden) sulla pettinatura, durante un party, per distrarlo dalla crescente tensione tra sua moglie e la sua amante.
Nostalgica rievocazione del '68 e satira al vetriolo di un paese moralmente superficiale e praticamente inaffidabile all'alba dell'era Nixon. Non solo una gustosa ronde di tradimenti ma anche una commedia amara sul fallimento e sulle miserie amorose, diretta con mano lieve ed interpretata da un cast in splendida forma. Più di qualche affinità tra la vita privata di Beatty (noto stallone per dive) e il protagonista del film, parrucchiere e amatore instancabile.
Tra i migliori registi americani degli Anni Settanta, Hal Ashby dirige una commedia che fotografa con molta efficacia e precisione una parte (quella ricca e privilegiata) della società americana. Molto riuscita la caratterizzazione sia degli ambienti che dei personaggi, con una sceneggiatura che mette in primo piano i dialoghi e un'ottima direzione degli attori che compongono un cast di tutto rispetto.
Buona commedia diretta da Hal Ashby, regista purtroppo non molto ricordato al giorno d'oggi. Il film segue le gesta amatoriali di Warren Beatty in versione Don Giovanni, ma al tempo stesso fa anche una feroce critica a una certa classe sociale americana. Alla scenggiatura collabora anche Robert Towne e ciò garantisce acutezza nel raccontare le cose e dialoghi mai banali. Ottimi tutti gli interpreti. Raccomandato.
Shampoo: uno dei migliori film (tra tante altre perle) del regista più sottovalutato della New Hollywood, Hal Ashby, senza però dimenticare che fu un progetto fortemente voluto da Beatty. Pacato, malinconico e suo malgrado sbatacchiato di qua e di là da un esercito di donne, l'indimenticabile George Roundy è ispirato a Jay Sebring, il parrucchiere di McQueen ucciso nella strage di Bel Air nell'agosto del 1968. Oltre a Beatty e alle brave protagoniste, una menzione speciale la merita Jack Warden.
Alla vigilia delle elezioni di Nixon, un ritratto disincantato dell'upper class di Los Angeles, che vede gli intrecci erotici di alcune signore annoiate e ancora sulla breccia col proprio parrucchiere, un idealista e un po' ingenuo toy boy. Ashby indaga abilmente l'ambiguo meccanismo della passione e dell'arrivismo lasciando solo sullo sfondo la stagione politica e puntando su dinamiche da commedia classica, attraverso una notevole sceneggiatura e un cast di primo livello incentrato su Beatty preso dalla sua complicata girandola erotica. Nonostante il tempo, non fa una piega.
È vero che il film mostra perfettamente l'America pre-elezione di Nixon, anche grazie a look, vestiario e colonna sonora (splendida, anche se spesso piazzata nel film in maniera incomprensibile). Ma è anche vero che la storia è poca cosa, già sentita e che il finale è del tutto immaginabile. Il cast funziona molto bene (Goldie Hawn e Julie Christie soprattutto meritano una citazione a parte), il film è tecnicamente ben realizzato ma non lascia granché a livello narrativo e risulta anche troppo lungo. Sicuramente sufficiente ma sarebbe potuto essere molto migliore, visto il regista.
Le peripezie erotiche di un parrucchiere per signora, teoricamente tagliate su misura per Buzzanca o Maccione, vengono invece affidate a uno che è "seriamente bello", ma ridotto a interpretare una sorta d'intronato Zoolander centrifugato tra ambizioni professionali e gestione delle numerose amanti. Ne esce una commedia incerta, non propriamente comica ma nemmeno convintamente satirica. Una piatta girandola edonistica che ruota intorno a esistenze frivole e dialoghi altrettanto inconsistenti. Vicende superficiali e ripetitive qualitativamente conformi a un gossip da sciampiste.
MEMORABILE: In banca: “Referenze?“, “Faccio i capelli a Barbara Rush”; George a domicilio con il phon a tracolla come un medico con lo stetoscopio.
Hal Ashby HA DIRETTO ANCHE...
Per inserire un commento devi loggarti. Se non hai accesso al sito è necessario prima effettuare l'iscrizione.
In questo spazio sono elencati gli ultimi 12 post scritti nei diversi forum appartenenti a questo stesso film.
DISCUSSIONE GENERALE: Per discutere di un film presente nel database come in un normale forum.
HOMEVIDEO (CUT/UNCUT): Per discutere delle uscite in homevideo e delle possibili diverse versioni di un film.
CURIOSITÀ: Se vuoi aggiungere una curiosità, postala in Discussione generale. Se è completa di fonte (quando necessario) verrà spostata in Curiosità.
MUSICHE: Per discutere della colonna sonora e delle musiche di un film.
Direttamente dall'archivio privato di Buiomega71, il flanetto di Tv Sorrisi e Canzoni della Prima Visione Tv (Ciclo: "Ultimo spettacolo", lunedì 15 dicembre 1986) di Shampoo:
DiscussioneRaremirko • 15/06/19 22:10 Call center Davinotti - 3863 interventi
Ritengo Ashby un regista sopravvalutato, e tale Shampoo non fa eccezione; di lui mi è piaciuto, sinora, solo Tornando a casa.
E' secondo me, un regista spesso soggetto a vacuità, che narra storia con potenzialità che però spesso risultano vuote.
Il film vale solo per Beatty, sempre bravo (e per ilr esto del cast, pieno di glorie); nei momenti dove Beatty lavora il film pare anticipare il Lauri de Il salone delle meraviglie, cosa magari anche interessante ma piena di limiti.
Per me poco interessante e mediocre, sia come commedia, sia come triangolo, sia come specchio di un'epoca.