Curiosità
Undying • 28/08/09 15:14
Comunicazione esterna - 7568 interventi Da sinistra a destra: la politica ballerina di Maurizio Liverani
Maurizio Liverani, nipote del repubblichino Augusto Liverani, di origine borghese, sin dalla prima ora (a soli 16 anni) diventa antifascista affiliandosi al
Movimento partigiano per la libertà.
Copre l'attività di giornalista per
Paese sera ed è iscritto al PCI (prima nella sezione veneziana, poi in quella romana).
Su
Paese sera Liverani si occupa di critica cinematografica, avendo come collaboratore un giovanissimo
Dario Argento.
Dopo i fatti di Budapest e l'invasione dei carri armati sovietici, Liverani (che già era considerato un "deviazionista" all'interno della corrente comunista a causa delle sue idee autonome e indipendenti) abbandona il partito per andare in direzione opposta, esattamente a destra: scrive così su
Lo specchio,
Il dramma,
Tempo illustrato,
Il giornale d'Italia,
Vita e
Il borghese.
Sovente, nei suoi scritti "destrosi", si firmava come Ivanovic Koba (nome di battaglia staliniano).
Questo repentino cambiamento culturale fu osteggiato ovviamente un pò da tutti, in primis dai compagni di partito e, di conseguenza, dalla critica politicizzata (a sinistra) che all'uscita del film in questione (
Sai cosa faveva Stalin alle donne?) si prodigò sin da subito per boicottarlo: il film, difatti, è un'acida e graffiante satira sugli amori e i delirii di due icone comuniste, interpretate da Helmut Berger e Benedetto Benedetti.
Fonte:
Il pelo nel Mondo vol. 4 /
Dive Nude / a cura di
Gordiano Lupi / Ed. Profondo rosso