Rapiniamo il Duce - Film (2022)

Renato De Maria dirige una pellicola ambientata nella Seconda guerra mondiale con un buon cast che però viene offuscato da una sceneggiatura non sempre brillante e che va a discapito anche del ritmo non sempre sostenuto. Si ricalca un po' il metodo dei Soliti ignoti e in questo caso si tenta di rubare il tesoro del Duce. Castellitto ancora acerbo ma si dà da fare, sottotono la De Angelis e Timi, bene invece la Ferrari nel ruolo della cattiva e Fedele come spalla. Si ride solo quando è in scena un ottimo Maccio Capatonda. Nel complesso non del tutto riuscito.

Heist movie con toni da commedia e dramma sentimentale, ambientato a Milano nel 1945, poco prima della fine della guerra. Un film complessivamente godibile, con alcuni limiti. Buono il comparto tecnico, così come l'ambientazione e la prova degli attori. Altalenante il ritmo, specie nella prima parte, mentre nella seconda si entra nel vivo della vicenda. Sceneggiatura non impeccabile, con alcuni personaggi caratterizzati in modo troppo "macchiettistico". Particolare la colonna sonora, che nel complesso funziona.

Quasi un esercizio di stile poco riuscito in cui si cercano di mescolare elementi di slapstick comedy con l'action bonaria all'italiana. Difficile segnalare sequenze memorabili, ma quelle che favoriscono il sonno sì. Si salvano Timi, pur se caricaturale, e un paio di ambientazioni, ma lo stesso passare dalla Milano notturna alla solarità lacustre è indice di idee poco chiare.

Divertente racconto di un colpo compiuto da un gruppo di disperati mentre la Seconda guerra mondiale sta finendo e l'esercito fascista è ormai in rotta. Si alternano momenti comici ad altri più incentrati sulla suspense, come è tradizione di questo genere applicato in Italia. Divertente la caratterizzazione di Capatonda, la Ferrari fornisce il meglio di se stessa nel ruolo di una perfida avventuriera.

Schema narrativo visto mille volte, ma qui il punto di equilibrio non è chiaro: la simpatia, l'accuratezza storica oppure l'elemento avventura? Nessuno dei tre: Maccio Capatonda ha talento ma non è sfruttato adeguatamente, Matilda De Angelis (in)canta ma solo se si limita alle note e l'idea di fondo è credibile quanto un film di Indiana Jones, solo che lì i momenti action funzionano, mentre qui la suspense cala anche quando non deve e talora si ha la sensazione che a non crederci siano gli stessi interpreti. Buoni Tommaso Ragno e Filippo Timi, mentre per Pietro Castellitto c'è tempo.

Scoperto che i gerarchi repubblichini stanno per fuggire dall'Italia con quanto hanno razziato, una banda improvvisata decide di impadronirsi del bottino prima che finisca in Svizzera... Originale la scelta dell'ambientazione, gradevolmente fumettosa la messa in scena, piacevole la colonna sonora; a convincere meno è la sceneggiatura, che non evita stereotipi e banalità. Disomogenee le prove del cast: convincenti Ferrari e Timi mentre Castellitto si prende troppo sul serio a differenza di Capatonda, spassoso anche se poco sfruttato. Film non pienamente riuscito ma da incoraggiare.

Girare un film destinato a rimanere in (precario) equilibrio tra storia e fantasia, dramma e commedia, incrociando le tragedie e le miserie del crepuscolo del Fascismo con le peripezie di una bizzarra ensemble di ladri. Missione ardua, se non impossibile; infatti il risultato è piuttosto deludente. Non ci sono veri pasticci, ma non ci sono nemmeno picchi o momenti che rimangano impressi. Peccato, perché l'idea di fondo era interessante e la nostra storia recente sarebbe una miniera cui attingere, ma con più coraggio o più profondità.