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Tutti i commenti e le recensioni di Pleasure

TITOLO INSERITO IL GIORNO 11/01/22 DAL BENEMERITO HERRKINSKI
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Herrkinski 11/01/22 04:55 - 8713 commenti

I gusti di Herrkinski

Il cinico e competitivo mondo del cinema hard è stato rappresentato altre volte (viene in mente anche il nostrano Guardami), tuttavia questa co-produzione europea (girata negli Usa) lo fa con stile visivo eccellente, un realismo crudo e senza fronzoli e una freddezza drammatica che ricorda le cose migliori di The girlfriend experience. Notevole e coraggiosa prova dell'esordiente Kappel, circondata da veri habitué dell'hard e adatta la ost hip-hop; quasi documentaristico, è più una fotografia di vita che un film dalla trama compiuta e potrà quindi far storcere il naso a qualcuno.

Capannelle 13/03/22 23:57 - 4566 commenti

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Il film poggia molto su Sofia Kappel e si può dire che lei carte da giocare ne abbia, forse perché non avendo il classico fisico della bambolona deve puntare su altro. Tuttavia, dopo quasi due ore di proiezione, la vicenda non riesce a trovare sbocchi veramente convincenti che traducano il conflitto della protagonista e il classico confronto tra hard immaginato e hard per quello che è. E come un film hard sa sempre di ripetitivo, anche questo "Pleasure" rischia di avvitarsi su se stesso. Comunque fresco e mai timoroso di mettere in scena oggetti e pose esplicite.

Mickes2 30/06/22 15:32 - 1672 commenti

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Piccolo racconto di vita di una ragazza qualunque alla ricerca di qualcosa: probabilmente di se stessa. Dallo stile fortemente europeo, il film della Thynberg sa districarsi - non senza indugi, morbosità e fronzoli, per lo più indovinati - nei frammenti di una scalata al successo in un mondo tanto problematico quanto attraente come quello della pornografia. Rimangono dei dubbi sulla vacuità d'intenti, ma l'esercizio funziona anche grazie alla confezione ed al realismo di certe sequenze. Brava e convincente Sofia Kappel.
MEMORABILE: La penultima scena con lo strap-on.

Bubobubo 6/07/22 15:51 - 1847 commenti

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Riccioli d'Oro Linnéa (Kappel) vuole prendere in mano la sua vita e dalla natia Svezia se ne vola a L.A. per dominare come Bella Cherry il mondo del porno; ma l'ambiente è tossico, la competizione spietata, il limite di ciò che è lecito ridisegnato ad altezze sempre maggiori... Con l'ambizione di rovesciare la polarità di un discorso sessuale androcentrico, Thyberg finisce per scoprire l'acqua calda: non è tutto oro ciò che luccica e non ci sono legami che possano reggere la pressione dell'ambizione. Troppo poco per alimentare sulla lunga distanza la dinamo di una storia risaputa.
MEMORABILE: Doppia penetrazione anale; Vendetta con strap-on; La sequenza conclusiva.

Buiomega71 27/08/22 01:38 - 3105 commenti

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Ninja soffre di refneismo e vontreierismo (la doppia penetrazione con i neri e il viso di Bella che si sovrappone all'azzurro del cielo) e arriva sui set porno dove la Breillat è già passata. Non esente da una patina di glamour, a volte spietato (l'hard estremo tra sputi in faccia, sberle e pianti) e una scalata al successo alla Eva contro Eva versione Brazzers. Ma è soprattutto un film femminile e femminista che sfocia nell'amicizia (tradita) tra donne, con qualche pene eretto giusto per dare scandalo. La Kappel/Valeria Marini intensissima, tra drammi e pose alla Valentina Nappi.
MEMORABILE: Il clistere; Il selfie allo sperma; L'attore hard che si eccita annusando i piedini di bella; L'ossessione per il "divismo" di Ava; Sul set BDSM.

Thedude94 12/01/23 00:09 - 1174 commenti

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Uno sguardo interessante al mondo della pornografia hollywoodiana moderna visto dagli occhi della regista svedese Thyberg, la quale mette in scena la storia di una giovanissima ragazza scandinava che vola in America per puro piacere, come da titolo. Le scene esplicite non mancano e non sono messe lì soltanto per acchiappare pubblico e fare scandalo, piuttosto vengono girate con rispetto e senza alcun vezzo da spocchia. Dal punto di vista della sceneggiatura, oltre i rapporti tra le varie modelle e i loro agenti non ci si spinge. Un'occhiata la merita.

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  • Discussione Buiomega71 • 27/08/22 10:41
    Consigliere - 27119 interventi
    Dopo aver concluso la tradizionale rassegna estiva dedicata, quest'anno, al periodo irripetibile della "Golden age" del porno americano (con venti titoli più o meno rappresentativi e assolutamente non davinottabili), in coda, era quasi naturale, metterci un film che raccontasse il "dietro le quinte" (Boogie nights sarebbe stato l'ideale, ma Boogie nights l'abbiamo visto tutti) di un mondo non poi tanto dissimile dal cinema "mainstream".

    I tempi, però, sono assai cambiati  e l'hard viaggia sul web (e le future pornostar postano su Istagram o Tinder, tra commenti poco delicati dei "fan" o attributi, non richiesti, mandati via messenger) e sono finiti i tempi delle Annette Haven, delle Veroniche Hart, delle Giorgine Spelvin, delle Jessie St. James (vera e propria Faye Dunaway del porno) e delle Samanthe Fox (che hanno allietato, anche con dei veri e propri gioiellini, l'Agosto che stà per concludersi),

    Visto il cambiamento radicale che ha avuto il porno negli ultimi quarant'anni, forse Pleasure era il meno indicato (come scritto sopra Boogie nights era l'ideale pietra tombale, ma Boogie nights lo abbiamo visto tutti), ma che comunque ha gli stessi meccanismi (cambiano i formati ma non la sostanza) dell'industria dell'hardcore degli anni 70 (anche se non si accenna a droga, mafia e prostituzione).

    La Thyberg non è che scopra la corrente elettrica (il mondo del porno fa schifo, così un pò come tutto l'universo dello spettacolo), non ha il coraggio di andare fino in fondo (qualche pene eretto per dare un pò di scandalo, ma gli amplessi sui set sono tutti rigorosamente soft), mettendo in luce il lato femminista (l'uso e abuso del corpo della donna) e femminile (l'amicizia, tradita, tra colleghe che vivono nella stessa casa) con stoccata alla Eva contro Eva in versione Brazzers (Bella vuole entrare nella scintillante scuderia di Mike Spiegler e scalare il successo, attratta morbosamente dalla diva numero uno, Ava, di cui non riesce a ingraziarsi l'amicizia per via dello snobismo della "diva", che la umilierà su un set durante una scena lesbo, scatenando in Bella i crismi vendicativi previo strap-on).

    La Ninja è schifata, ma allo stesso tempo attratta, dal mondo che racconta in tono quasi documentaristico (gran parte del cast è composto da veri professionisti del settore, come il figlio di Lasse Braun, la bellissima attrice hard Evelyn Claire, lo stallone John Strong,  e il produttore Mike Spiegler) come lo è la sua "eroina" (un'intensissima Sofia Kappel, nuova Valeria Marini che si destreggia tra drammi esistenziali e pose oscene alla Valentina Nappi) e viene posseduta da refnismo (il glamour di Neon demon) e vontreierismo (la doppia penetrazione con i due attori di colore alla Nymphomaniac seconda parte, che nel dolore della congiunzione double, si vede riflessa nell'azzurro del cielo), bazzica i set dei film porno dove era già passata la madamoiselle Breillat di Sex is comedy, e si divide tra crucci esistenziali, party dove sono presenti quelli che contano, goliardate tra amiche (non manca, letteralmente, il rutto libero), dentro e fuori dai set e festival del porno.

    Non esente da momenti spietati (sul set del porno-rape-estremo, tra sberloni, sputi in faccia, brutali fisting orali, umiliazioni sessuali, pianti e consolazioni, per passare al rigger e al video BDSM diretto da una donna), tra selfie allo sperma, clisteri e lavande vaginali per prepararsi alle scene più "strong", fino a piccole ritorsioni, minacce di attori porno dalla lesa maestà e colpi bassi per arrivare alla vetta.

    Non racconta nulla di nuovo la Ninja che vien dalla scandinavia, e il dietro le quinte non è poi dissimile dai documentari che Cielo manda in onda sul mondo del porno e, naturalmente, non c'è quella nostalgia, quella complicità  e quella parvenza di family raccontata da P.T. Anderson nel suo capolavoro.

    La regista è fredda, distaccata, con la MDP sempre addosso alla sua Bella Cherry, da quando si alza dal letto la mattina presto, al vestiario, alle agenzie del settore, ai set (anch'essi freddi e distaccati), alla rabbia, alla frustrazione, allo schifo di alcune produzioni, alla gente che gravita attorno a quel mondo (ma non tutti sono dei pezzi di m) fino all'ambizione che fagogita pure l'amicizia (toccante lo scambio di sguardi tra una Bella ormai "arrivata" ma pervasa dal senso di colpa e l'ex amica alla festa).

    Ben fatto, comunque, con pezzi di suggestiva sonorità sacrale (e quì von Trier torna in "aiuto"), un certo realismo nella messa in scena e la straordinaria aderenza della Kappel, con almeno un momento di culto: l'attore hard che sul set, per eccitarsi e preparasi alla scena, annusa e bacia i piedini di Bella.

    Ormai, al cinema, non scandalizza più l'innesto con scene di sesso esplicite con un pene ben attrezzato in primo piano e schizzi di sperma sul viso, quel che rimane è la meccanicità di un settore non poi lontano da quello della musica o del teatro in questa versione 2.0 da Youporn di E' nata una stella che si divide tra (finta) provocazione, accusa sullo sfruttamento del corpo femminile (che diventa una contraddizione in termini visto che è Bella stessa ad accettare il sesso "estremo"-e quel che ne consegue- pur di scalare la notorietà. Condanna e, allo stesso tempo, compiacimento all'industria a luci rosse? ) e tipico cinema d'autore tutto uterino. Per tacere su un moralismo da rotocalco che lascia un pò il tempo che trova.

    Discreto biglietto da visita per un'autrice che comunque la stoffa ce l'ha, già opzionata (da quel che si legge in giro) per il remake di Le streghe di Eastwick. Altro giro, altro regalo e il diavolo, come sempre, ci mette lo zampino, perchè, come si sa, il diavolo è femmina.


    Ultima modifica: 28/08/22 20:10 da Buiomega71