Perversione mortale - Film (1992)

Una falsa pista palesemente falsa, un colpevole evidente, morbosità annacquate: ciò rende la visione di questo film persino un po' irritante. Però, ci sono Anthony LaPaglia e Annabella Sciorra, bravissima nel regalare una certa originalità al suo personaggio di ragazza sola, ostinata e timida, e ci sono begli scorci di Manhattan. C'è anche una molto opportuna accelerazione nel finale. Sprecata Jill Clayburgh. Vedibile, senza troppe pretese.

Tipico thriller all'americana. Elementi principali: sesso (molto velato), violenza, tensione. Non è un granchè ma la buona prova degli attori e l'atmosfera lo rendono interessante. Non passava in tv da oltre 10 anni, ringraziamo Raisat che ci ha fatto riscoprire questo interessante film caduto ingiustamente nel dimenticatoio. Tre pallini meritati.

Onesto thriller con diversi ingredienti tipici del genere (la psicologa, il maniaco, i turbamenti sessuali, il delitto misterioso) al posto giusto e che, anche se non eccelle in tensione per la mancanza di piglio incalzante, si lascia vedere fino alla fine. Bravi la Sciorra e Lapaglia.

Thriller erotico che presenta molto poco erotismo e tanta lentezza. La regia è televisiva ed è proprio questa a rallentare il film e a farlo sembrare più lungo di quello che è. Fortunatamente il cast dà il meglio di sè e grazie a questo qualche punto il film lo guadagna; se aggiungiamo anche che la sceneggiatura offre un movente interessante, arriviamo a un giallo psicologico che merita almeno uno sguardo.

Peculiare thriller dei primi anni novanta, corroborato da un minimo di erotismo e dalla presenza di un paio di sequenze piuttosto forti (la donna impiccata, il finale nella villa). La Sciorra si muove disinvolta nelle vesti della psicologa, LaPaglia senza eccellere particolarmente è un valido sbirro mentre Leguizamo convince nel ruolo dello schizzato pittore con tendenze sadomaso. Qualche rallentamento di troppo nella parte centrale non pregiudica la buona fruibilità di questo film.

Parte come un erotico (anche piuttosto spinto), progredisce sui binari del giallo e del drammatico e termina come un horror. Un mixtum gradevole, sebbene non vi siano innovatività e colpi di scena all'ordine del giorno di Christopher Crowe. Ma la bellezza particolare della protagonista e qualche labirinto pseudo-psicologico malcelato rendono la visione ben al di sopra il livello della sufficienza.

Il secondo e ultimo film diretto dallo sceneggiatore Christopher Crowe è l'ennesimo thriller hollywoodiano in cui lo psicanalista di turno, in fatto di problemi personali, non ha nulla da invidiare ai suoi pazienti. Messa in scena molto televisiva, qualche morbosità non troppo spinta, una discreta tensione nella seconda parte, un'identità del colpevole non proprio difficile da indovinare (nonostante qualche volenteroso tentativo di confondere le idee allo spettatore), un epilogo fin tropo consolatorio. Nulla che resti impresso troppo a lungo, nonostante un cast di buon livello.