Palermo o Wolfsburg - Film (1980)

Palermo o Wolfsburg
Locandina Palermo o Wolfsburg - Film (1980)
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Titolo originale: Palermo oder Wolfsburg
Anno: 1980
Genere: drammatico (colore)

Cast completo di Palermo o Wolfsburg

Note: Aka "Palermo oppure Wolfsburg". Tratto dal romanzo di Giuseppe Fava "Passione di Michele".

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Tutti i commenti e le recensioni di Palermo o Wolfsburg

TITOLO INSERITO IL GIORNO 13/11/14 DAL BENEMERITO DEEPRED89
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Deepred89 13/11/14 19:12 - 3864 commenti

I gusti di Deepred89

Una visione sicuramente insolita, difficoltosa (si sfiorano le tre ore di durata), incentrata su un ragazzo di una Sicilia raramente così disagiata che si ritrova in una Germania raramente così meschina. Pochi sussulti nei primi due terzi di film, poi si innesca un'ondata visionaria e grottesca (memore di certi lavori di Fassbinder) che travolge e allo stesso tempo irradia quanto visto fino a quel punto. Cast azzeccato, buona tecnica (specialmente in quei tre quarti d'ora finali). Buon cast. Non leggerissimo, ma per molti versi sorprendente.

Markus 10/09/16 15:35 - 3761 commenti

I gusti di Markus

Dalla Sicilia rurale rimasta culturalmente quasi al Medioevo, alla moderna ma squallida città tedesca di Wolfsburg (nota perché c'è lo stabilimento Volkswagen), dove un misero contadino - che parla solo dialetto stretto - tenta di andare a lavorare. Un film non facile, dal ritmo molto lento e con ambientazioni e dialoghi di difficile approccio (almeno inizialmente), ma che testimonia senza tanti fronzoli la realtà di molta nostra immigrazione di qualche decennio fa e le problematiche ad essa inerenti. Molto buona l'interpretazione di Ida Di Benedetto.

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  • Discussione Deepred89 • 13/11/14 19:16
    Comunicazione esterna - 1615 interventi
    Rassegna THICK AS A BRICK – Livello 13
    Palermo oder Wolfsburg di Werner Schroeter (2 ore 53 minuti)

    Entrato in rassegna all'ultimo momento per cause di forza maggiore, un film decisamente bizzarro, almeno quanto bizzarro può suonare un tedesco che gira un film su un siciliano (di Canicattì, non di Palermo) che emigra in Germania, a Wolfsbourg, sede della Wolkswagen. Bizzarro almeno per me, che ancora non avevo sfogliato il curriculum di Schroeter, regista che già in altre occasioni si era dedicato all'Italia del sud.

    Tre ore per tre atti come nel Cacciatore di Cimino, qui introdotti da brevi scene da teatro popolare sulla vita di Cristo, dall'ultima cena alla passione. Abbiamo la vita in Sicilia, la vita in Germania e un'ultima parte di genere differente che non spoilererò ma che mi è parsa nettamente la migliore del film, quella che, per così dire, salva la baracca e dà un senso al tutto. O meglio, sublima nel grottesco il senso un po' ambiguo di tutto il girato fino a quell'ultima macrosequenza. Sì, perché è vero, o almeno pare, che il regista amasse la Sicilia, così come appare chiaro che il Cristo degli intermezzi rappresenti proprio il protagonista (un classico esempio di non-attore con faccia giusta e buona espressività), ma raramente come in questo film l'italiano è apparso tanto ignorante e troglodita (forse giusto nei film di Ciprì e Maresco), nemmeno salvato dai rari flash intellettivi del segmento siciliano (il prete, il musicista e il vecchio) né dal monologo scontato e vittimista del personaggio (quello di Ida de Benedetto, bravissima tra l'altro) unico nostro connazionale che un minimo si allontana dall'età della pietra, mentre l'atteggiamento del protagonista ricorda più la passione di Fantozzi che quella di Cristo. Allo stesso tempo, i tedeschi sono rappresentati come un branco di iene ciniche e opportuniste, dipinti con tocchi di un'esagerazione che è né più né meno proporzionale a quella del ritratto dei primitivi italici.

    Questi eccessi, misti ad un'indubbia lentezza narrativa (interminabili sia la preparazione al viaggio che il viaggio) e a qualche sospetto di vittimismo gratuito rendono perplessi e talvolta indispongono, tanto che, arrivati al citato monologo del personaggio italiano (saremo a 2 ore e un quarto di film) forte era la tentazione di scendere sotto i ** voto. Poi qualcosa impazzisce, la vena grottesca esce allo scoperto e il film diventa cupo e allucinato, con varie soluzioni che ricordano certi Fassbinder più o meno di quell'epoca. Poi quel finale astruso ma geniale, che riecheggia con toni ancor più grotteschi quello dell'Indagine di Petri. Una pellicola dunque sorprendente, indubbiamente pesante, di cui consiglio visione ricordando ancora una volta come il film di dischiuda completamente soltanto nell'ultima parte.

    Voto:**!
    Peso specifico: **!
    Ultima modifica: 15/11/14 13:09 da Deepred89
  • Discussione Kanon • 14/11/14 00:37
    Fotocopista - 840 interventi
    Il film è tratto dal romanzo di Giuseppe Fava "Passione di Michele"; sono anni che ho questo film parcheggiato in attesa di poter fruire prima del cartaceo.
  • Discussione Markus • 11/09/16 12:09
    Scrivano - 4772 interventi
    Ida Di Benedetto (con Enrico Montesano) ospiti ad una speciale puntata del 1982 di BIS, il noto quiz anni Ottanta condotto da Mike Bongiorno. Entrambi sono lì per presentare la loro ultima fatica PIÙ BELLO DI COSI' SI MUORE, ma Mike coglie l'occasione per ragguagliare i telespettatori che Ida Di Benedetto è stata per così dire scoperta da un regista tedesco (Werner Schroeter). Lei dice di aver iniziato con lui con IL REGNO DI NAPOLI (1978) e ha poi vinto un premio a Berlino con PALERMO O WOLFSBURG (1980). Del suddetto film Ida dice che forse lo "si vedrà tra poco" (due anni dopo...). Ipotizzo che la pellicola in realtà circolò solo nei cineclub e nei festival. Ida conclude comunicando al pubblico che ha appena girato con Werner Schroeter IL GIORNO DEGLI IDIOTI (1981) con Carole Bouquet (oltre al film con Montesano).


    Ultima modifica: 11/09/16 12:58 da Zender