Note: Ispirato alla scoperta di una organizzazione criminale che utilizzava come killers carcerati, fatti uscire clandestinamente dalle prigioni per il tempo necessario a portare a termine le loro missioni, grazie alla complicità di guardie e funzionari corrotti.
Chiasma tra carcerati statalmente riciclati come sicari e scacchieri statali che riequilibrano il mondo usandoli come pedina in una doppia mandata narrativa che di continuo shifta dal parallelo al perpendicolare, e che non profuma propriamente di Svitol, grazie a diramazioni e sottoinsiemi narrativi che zavorrano troppo la locomozione: sulla marcescenza che ha i suoi semi nel Potere non aggiunge granché di illuminante, e non fosse per le dirompenti parentesi action dirette con mano di Mida e irrorate di una crudezza ferina che non offre convenzioni, concluderlo presupporrebbe sforzo erculeo.
Due coppie a confronto: la prima è quella formata da due sottoproletari carcerati, killers su commissione per spianare l'ascesa politica di un potente generale, l'altra da due poliziotti che indagano sulla serie di omicidi. In entrambi i casi si delinea un rapporto mentore-discepolo destinato a concludersi tragicamente. Film filippino cupissimo che presenta un quadro sociale marcio, senza possibilità di salvezza, in cui i pochi onesti sono mosche bianche destinate a sbattere contro un muro di corruzione ed omertà. Epilogo che non fa sconti.
MEMORABILE: L'omicidio dentro l'ospedale; l'abbraccio dei due uomini in carcere nel finale
Il film è godibile e raggiunge i 3 pallini grazie al disegno dei quattro protagonisti (non epici abbastanza ma genuini), alla raffigurazione "modello brasileiro" di baracche e prigioni, alla potenza delle scene d'azione e anche per le note musicali. Come narrazione perde qualcosa per strada e non è il massimo della credibilità, ma fa comunque il suo sporco lavoro e offre alcuni passaggi palpitanti.
Anche nelle Filippine c'è del marcio: degrado urbano, un sistema carcerario brutale, collusioni tra alti papaveri della politica e dell'esercito e criminalità organizzata (giusto nella polizia qualcuno si salva). Oltre che sul versante della denuncia, il film funziona anche su quello spettacolare (notevoli l'agguato in ospedale e il successivo inseguimento), ma non spicca pienamente il volo a causa di una certa convenzionalità nel disegno dei personaggi (con l'ennesima riproposizione del rapporto mentore/discepolo) e di un epilogo eccessivo nel suo pessimismo. Buoni gli interpreti.
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dany col tuo tripalla e mezzo e relativo commento mi avevi fatto venire tanto di sgrigna su questo film, ma fatte salve parentesi action, magistralmente concepite e realizzate, e spruzzate di una crudezza cui lo spettatore occidentale non è abituato, l'ho trovato narrativamente ossidato e ho fatto una certa fatica a finirlo. l'ho qua e là trovato notevole, ma in parti troppo piccole e segmentate per potergli concedere più di **....
DiscussioneDaniela • 5/09/15 18:19 Gran Burattinaio - 5945 interventi
Che ti devo dire? A me ha molto preso e questa volta non tanto dal lato action, per quanto ben realizzato, quanto proprio per la storia, incredibile ma ispirata ad eventi di cronaca, di questi carcerati-killer al servizio del potere politico.
Pare che ne faranno un remake negli USA, vorrei sbagliarmi ma son pronta a scommettere un centone che sarà una boiata...
a me è bastato questo. certo quando vira nell'aktio dimostra una mano d'oro. boh forse me lo aspettavo più sciolto, perfido e sbilanciato verso questo secondo aspetto, non so. averlo visto coi sub inglesi un po' fuori synch ha reso ancora più faticosa la visione.