No blood no tears - Film (2002)

Il titolo suona sfacciato, così come i toni eccessivi del film e gli scoppi di violenza misogina (al limite dell’insostenibile) mitigati da una soundtrack stile hit anni ’80. Poco di nuovo sotto il sole, ma anche poco da buttare perché il mestiere sudcoreano ribolle ricerca trascende rielabora, non accontentandosi della via più facile ma prendendone altre più rischiose e dalla exploitation si passa al puro action mescolando soprusi, criminalità, vendetta e amicizia, rigorosamente femminile, giungendo ad una pura catarsi di tarantiniana memoria.

Inizio carriera per il giovane regista sudcoreano che in questo film ricco (anche troppo) di azione mischia con una certa efficacia oriente e occidente, nella cultura cinematografica, con una spiccata predilezione per la parte occidentale. Ricco anche di situazioni, di ambienti e di personaggi, tutti però armati: di pistole, di pugni, ma anche di sorrisi di cui poco fidarsi. Passaggi improvvisi dal buio di notti violente alla pacata luce del sole, tra male e bene, un bene però frutto di (giustificata?) violenza. Buon finale al femminile.

La fidanzata maltrattata di un boss di piccolo calibro coinvolge una taxista perseguitata dagli strozzini nel furto dell'incasso di una bisca clandestina dove si fanno scommesse sui combattimenti tra cani, ma la borsa piena di soldi fa gola a molti... Sarabanda che ricorda nella trama certo cinema occidentale ma è tipicamente sud-coreana per l'ottovolante dei toni dal tragico all'ilare, anche se è il grottesco quello dominante. La misoginia straripa ma sono le due donne le prendersi le loro rivincite. Caotico, con troppi personaggi e troppe sottotrame da seguire, ma anche vitale, godibile.