Opera di indubbio fascino, nella quale tuttavia non è facile calarsi per l'approccio piuttosto criptico che la caratterizza. Nella prima mezz'ora non è semplice orientarsi, con tre personaggi che vengono inspiegabilmente attratti alla villa di un medium defunto, ucciso tempo prima dal suo servitore a colpi di scure, assieme a sua moglie e al di lei amante. Cos'ha a che fare questo omicidio con ciò che sta accadendo? Siamo nella Polonia del 1933, solto l'occupazione nazista, ma non sembra che questo influisca troppo sulla cupa vicenda. A investigare è chiamato un commissario che è nel contempo uno dei tre “richiamati” in villa. Una trama...Leggi tutto complessa, spiegata volutamente senza troppa chiarezza da principio, ma che segue una sua precisa logica che si comprenderà solo durante le ultime fasi. La regia non si preoccupa del ritmo blando perché punta a coinvolgere attraverso il misticismo, il disvelamento progressivo di un enigma che incuriosisce, anche per l'inserimento di personaggi "esterni" interessanti e insoliti (lo studioso di parapsicologia che prevede con esattezza il giorno della morte di chi si è rivolto a lui, ad esempio). Cinema semi-sperimentale, diretto senza particolare brillantezza e a dir poco "incredibile", colpisce però per l'originalità della storia e per la sua conduzione. Magari sintetizzare qualche scena non esattamente fondamentale avrebbe giovato, ma anche così il film è godibile e riuscito.
Un’energia onnipotente, qualcosa che sta al di là del bene e del male, del tempo e dello spazio, perpetua se stessa. Il mistero cosmico umilia ogni sforzo gnoseologico, l’uomo è poca cosa. Film da seguire a occhi semichiusi, magnetismo allo stato puro.
Il mistero è fitto: un gruppo di uomini all'apparenza molto diversi, richiamati verso una casa lontana da una forza enigmatica e potentissima. Il film è ben scritto e girato, crea curiosità e alla fine risolve l'enigma. Quando la mente diventa una forza della natura e il destino è inevitabile. Davvero Bello.
Ambientata nella Polonia degli anni trenta appena conquistata dal nazismo, la pellicola rappresenta certamente qualcosa di sperimentale e surreale, cinematograficamente parlando, in grado di trasportare lo spettatore in un processo catartico (per via della trama) non indifferente. La suddivisione in due temporalità rende la visione non troppo scorrevole, ma le trovate registiche son degne di nota. Un medium vendicativo muove i fili di anime irrequiete clonando vecchi delitti. Cosa sono in realtà questi poteri medianici? Enigmatico.
Sullo sfondo oppressivo dell'occupazione nazista in Polonia, un medium attira alcune figure per far rivivere un delitto e sfidare le leggi del tempo. Il film è ben ricostruito e ha un clima di perenne attesa misterica che lo rende originale e desueto. La trama un po' troppo inverosimile e i tempi morti non fanno però gridare al miracolo.
Curiosamente vittima, al tempo, di una distribuzione home-video che lo gettava nel mezzo dei più polverosi cestoni horror, un bizzarro e originale thriller paranormale mitteleuropeo. Non privo di ambizioni alte (a partire dalla raffinata ambientazione anni trenta) e di intuizioni di notevole finezza e originalità (il macchinario in grado di calcolare in anticipo le date dei decessi), si perde in un crescendo contorto che sfocia in un finale a forte rischio kitsch che cozza con la freddezza dell'atmosfera. Interpretazioni e confezione di buonissimo livello.
MEMORABILE: Il dottore apprende dal macchinario che il suo paziente sarebbe morto il giorno stesso.
Una storia di delitti cosiddetti passionali era forse sembrata troppo comune al regista Koprowicz, che l'ha anche scritta; per cui con l'aiuto di potenti medium e con la teoria dei nostri doppi, l'ha raddoppiata e resa più interessante, arricchendola di venature horror ed erotiche. Il risultato non è male, anche se gli inceppamenti non sono pochi. La collocazione in una Polonia già invasa da svastiche e da sospettosi funzionari intorbidisce ancor più il clima, ma pone anche indispensabili punti fissi per non volare troppo distanti dalla realtà.
Thriller parapsicologico affascinante e ricco di contenuti, autoriale senza essere pesante, in grado di conservare una notevole eleganza formale nonostante la storia si conceda frequenti incursioni nel fantastico (si parla di medium e di potere della mente, ma anche della possibilità di far rivivere il passato). Molto riuscita l'ambientazione nella Polonia occupata dai nazisti, ottima confezione e interpreti all'altezza. Una piacevole sorpresa, considerando che nei confronti del cinema dell'Europa dell'Est nutro una congenita diffidenza.
Interessante la prima mezz'ora in cui il tono, più che misterioso, si fa misterico alludendo a un rituale incontrastabile di dominio (i personaggi in catalessi). Via via che i pezzi si ricompongono la tensione decresce, ma viene surrogata da una messa in scena curata e ordinata nel suo svolgersi. La cornice dell'occupazione nazista della Polonia, che origina conformisti e no, è il bordone metaforico in grado di scatenare ulteriori interpretazioni (la dittatura come "sonno" della ragione destinata a ripetersi come l'omicidio del titolo). Buon cast.
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