Uno scrittore di successo cerca di sfuggire a una vecchia maledizione che ha colpito il nonno con l'aiuto della moglie defunta. Un mediocre sceneggiato in due parti che rimescola temi cari a Stephen King ma ampiamente visti e assimilati trent'anni fa. Non è la lentezza il difetto principale, ma l'assenza di originalità e inventiva, con l'aggravante di alcuni ridicoli passi falsi come la scena della vecchia assatanata che a un tratto si scopre cintura nera di karate. Decisamente superfluo.
La narrativa di King è stata sempre ampiamente utilizzata da vari registi, con risultati alterni (alcuni capolavori, molte mediocrità, qualche schifezza inguardabile); in questo caso, si sommano due fattori funesti: la piattezza della trasposizione televisiva, in termini di dinamismo e respiro scenico, e la scelta di sceneggiare un romanzo già mediocre di suo, scritto da un King già in parabola discendente. La prova di mestiere di un inedito Brosnan non salva il prodotto da un effetto altamente soporifero.
Tratto da un romanzo già molto verboso e lento di suo. Purtroppo gli sceneggiatori hanno deciso di rendere al minimo anche la seconda parte, dove ci sarebbe dovuta essere una resa dei conti apocalittica e invece si continua con silenzi e sterili apparizioni ectoplasmatiche. Di buono c'è la bella prova di Pierce Brosnan, che invecchiando migliora e regge sulle sue spalle la miniserie. Evitabile.
Tratto da un romanzo di Stephen King, che il sottoscritto non ha letto. Film che sa di già visto e che a tratti annoia molto, data la ripetitività di alcune situazioni. Pierce Brosnan sembra abbia dato il massimo. Garris è un regista che funziona solo per i prodotti televisivi.
Difficile operare una riduzione cinematografica di Stephen King senza poter sacrificare personaggi e l'apparato filosofico proprio dei suoi libri. Garris dirige con mano poco sicura questa miniserie tv. All'attivo le ottime prove di Brosnan e della George e anche alcune scene mozzafiato (i gufi), ma per il resto non arriva alla sufficienza.
MEMORABILE: La scena delle lettere sul frigorifero (mamma che salto che ho fatto).
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DiscussioneRaremirko • 22/09/17 03:45 Call center Davinotti - 3863 interventi
Francamente succede poco o nulla e solo Brosnan, sempre bravo, tiene in piedi tutto.
Si lascia vedere, ha una certa atmosfera ma, davvero, succede troppo poco (sia come dramma, sia come momenti horror) ed il narrato risulta molto poco rispetto alle potenzialità.
Praticamente un horror intimista, sull'elaborazione del lutto, nel quale fa capolino la vicenda delle morti dei ragazzi, che porta il tutto a conclusione.