Rassegna estiva: Notti d'estate buie(sche) e senza stelle
Il film parte benissimo, con un Nead Beatty (sempre sul pezzo) pasticcione, goffo e sognatore (come il Danny Kaye di
Sogni Proibiti) che scrive poesie e immagina una ragazza bellissima nei suoi sogni "fiabeschi" (notevoli le scene oniriche , tra cui quella che apre la pellicola, dove Mia Sara danza sotto una pioggia torrenziale in puro stile
Legend-dove era la principessa di luce), che, licenziato dal suo lavoro di "fantozziano" bibliotecario, se nè và in vacanza in un cottage immerso nei boschi e nella placida tranquillità sui monti del Vermont.
Poi i suoi sogni si avverano, Mia Sara le appare in tutto il suo splendore (ragazza diafana picchiata dal brutale marito, che nel film non si vede mai-ma non risulta difficile capire chi sia-, come il camionista di
Duel) e per l'impacciato Beatty (col ridicolo nome di Thelonious Pitt, detto Teo) comincia una passione che lo porterà sulla cattiva strada e in un mare di guai.
Mariti violenti uccisi e da occultare (tra le rapide di un fiume), fuga on the road con la ragazza dei sogni (che tanto dei sogni non si rivelerà), sospetti, paranoie, minacce telefoniche, in un crescendo di sfiducia e sensi di colpa.
La ragazza si rivela inaffidabile sin da subito , e Beatty si domanda (con palusibile incredulità) perchè una ragazza così bella si e messa con lui, ma, soprattutto, cosa nasconde l'uccisione e l'occultamento di cadavere del belluino marito di lei
Il coinvolgimento si fà sempre più intenso, peccato, però, che la risoluzione finale mandi tutto in vacca, con una scelta narrativa parecchio discutibile, che dirotta il film nei meandri del grottesco e della commediaccia rancida, e che tutta la tensione e il senso di opressione fin lì raccontato vanifichi tutta l'operazione con svolte improbabili (e improponibili) , facendo scadere questo noir nel peggior modo possibile
Buona la regia dell'ex compagno di merende del primo Ulli Lommell "americano", ottime location, qualche atmosfera umidiccia azzeccatissima, dialoghi ben scritti, attori in parte (oltre al boormaniano Beatty e alla scottiana Mia Sara, c'è un Michael Madsen già in odore di tarantinismi), situazioni credibili e curioso ribaltamento del classico motto del
Postino suona sempre due volte (quì l'amante che fàfuorilmarito e uno sfigato insignificante-ma non così tanto stupido-, al posto del classico belloccio dannato)
Bizzarro lo è, intrigante pure, con sequenze ben girate (Beatty sul furgone da occultare, senza freni e dalla portiera che non si apre) o stracultissime (fà specie vedere Beatty che fà sesso-casto-sotto la pioggia con un assatanata Mia Sara), peccato solo che venga rovinato da un finale cretinetto e sciapo che lascia uno sgradevole amaro in bocca
Spacciato per un "thriller erotico", in realtà, non lo e, erotico intendo (la Sara non mostra manco una tetta, e si palesa davanti a Beatty che esce dalla vasco da bagno, ma interamente coperta dal bagno schiuma), ma piuttosto un "nero grottesco" su persone normali e mediocri coinvolte in situazioni straordinarie
Notevole la partitura musicale di Sasha Matson.