Format del classico film dalle due velocità: la prima basata sul ritmo e il focus sul soggetto principale e la seconda con le variazioni della storia con calo drastico dell’interesse. Una buona regia è la prerogativa di questo prodotto usa e getta, come la fotografia in stile notturno. E Soderbergh mantiene intatta la sua mano. La costruzione della trama ed il suo sviluppo sono decisamente banali, anche se l’interpretazione di McConaughey è discreta. Finale da dimenticare.
Soderbergh ci mette la buona volontà con qualche ottima trovata registica (tutti i piani inclinati della mdp molto particolari), ma il film davvero non funziona: la trama è ridotta all'osso (un gruppo di giovani ossessionati dai soldi decidono di arrotondare spogliandosi e spacciando droga), gli attori, Tatum in primis, son veramente scarsi (anche se finalmente usati in un ruolo che gli calza a pennello). Balletti dei più brutti che il cinema contemporaneo ricordi. Alcuni momenti trash considerevoli.
MEMORABILE: Il balletto del 4 luglio con finale del didietro perizomato a tutto schermo di McConaughey; La citazione di Full Metal Jacket.
Capace di affrontare in scioltezza generi cinematografi differenti, Soderbergh delude con un filmetto che si spera gli abbia almeno fatto guadagnare un bel cachet. Non si spiega altrimenti il senso di realizzare un film su un gruppo di stripper maschili, con pretese di "predicozzo morale", nemmeno tanto larvato. Una sceneggiatura che definire debole è un eufemismo, per una storia pochissimo interessante ed interpretata da attori nemmeno (se si eccettua Matthew McConaughey) molto dotati. Pessimo il doppiaggio italiano. Meno che mediocre.
Aspettative (femminili) di fronte a Magic Mike: vedere bei corpi maschili poco o nulla vestiti in movimento, sia pure al prezzo di sorbirsi una storiella a sfondo moralistico di rara insulsaggine. Ed invece il film non funziona neppure al livello più basico: troppo brutti i balletti, troppo sguaiate le esibizioni. Anche mcConaughey, che pure è il migliore del mazzo, risulta meno sensuale che in uno noto spot pubblicitario e, secco com'è, quando indossa il cappello di zio Sam sembra un asparago. I disoccupati di Full Monty possono star tranquilli: sono sempre loro i migliori strippers.
Americanata in toto con finale da predicozzo moralista. L'esibizione di corpi maschili appare pecoreccia ma in tema con certi locali esistenti anche in Italia. La trama non è propriamente originale, nonostante alcune riprese registiche non siano malvagie. Cast appropriato alla baracconata nonostante qualche fugace bellezza femminile.
Ci sono veramente pochi vocaboli per esprimere il disgusto provato per una delle opere peggio riuscite degli ultimi anni. Balletti coreografati con i piedi, sceneggiatura avvilente da porno di serie z, recitazione da mani nei capelli, perbenismo e moraletta da quattro soldi. Lato tecnico da dimenticare, con una fotografia da epilessia e una regia dozzinale (del resto gira lo stakanov Sodebergh). Nemmeno l'elemento autobiografico risveglia dall'ebetismo Tatum (oh my God, quant'è scarso!).
Una sorta di Showgirls al maschile, puntualmente inguardabile quanto la succitata controparte. Non c'è neanche spazio per un po' di trash decente, fra balletti mal coreografati, esibizioni così rozze e sguaiate da cadere presto nel volgare e uno stomachevole moralismo spicciolo. Con l'eccezione di McConaughey, che tuttavia non pare affatto a proprio agio, il cast è decisamente scarso: in particolare, Tatum pare narcotizzato. Molto meglio i quarti di bue di stalloniana memoria.
Immaginavo che fosse pessimo ma qui si e' andati oltre, senza neanche l'attenuante del trash. Non e' ne' divertente ne' coinvolgente risultando, vist'anche la pretenziosita' della regia e della produzione, il film piu' irritante che abbia mai visto. Il protagonista, un gran ballerino, viene diretto tanto male da sembrare un pesce bollito. Ci sono inoltre tutti i cliche del genere messi li come un'accozzaglia di banalita'. La storia poi e' assolutamente prevedibile. Pessimo anche McConaughey.
In confronto Showgirls è un'opera d'arte. Tatum si dimena sul palco emulando il Tomas Milian ballerino dei tempi migliori, solo che quest'ultimo interpretava dichiaratamente e beatamente film trash. Tutti gli altri sono più o meno comparse, che però giganteggiano in confronto all'espressione dell'inebetita protagonista femminile Cody Horn. Forse il pubblico femminile avrà gradito qualche natica in fuori gioco, dimenticando la vacuità della scrittura, ma più di un pallino proprio non si può.
Non che come film valga moltissimo, ma resta senza ombra di dubbio impressa la grandissima interpretazione di McConaughey. È proprio lui a catalizzare l'interesse del pubblico con un personaggio davvero eccezionale a metà strada tra il sensuale e il viscido. Molto bene le parti ballate; decisamente peggio la storia, ma forse il regista pensava che i corpi nudi e prestanti dei protagonisti potessero bastare. Non è così.
Certamente non ai livelli di altre sue pellicole, Magic Mike è investito della spensieratezza tipica di chi abbraccia il lavoro di spogliarellista, con l'intento di scalare le vette più alte del mestiere come fu per Rocky Balboa nel pugilato; in questo il regista è stato abile, riuscendo a rievocare le giuste atmosfere dei night club per sole donne. Non di meno la psicologia dei personaggi si fa spazio tra corpi scultorei e natiche maschili. Scanzonato, contro ogni morale, con numeri di spogliarello coreografati con competenza.
Film incentrato sul mondo dello spogliarello maschile e ispirato alla vita dell'attore Channing Tatum. Meno interessante di quello che ci si potrebbe aspettare, a tratti noioso (colpa anche della durata di quasi due ore). Discreto il cast, dove primeggia un buon McConaughey. Così così la colonna sonora.
Soderbergh prosegue il proprio "studio" su forme di sfruttamento commerciale del corpo (molto latamente artistiche) per così dire borderline ma lo fa a suo modo, concedendosi dunque numerose glosse e scartando spesso di lato. Così, dopo l'incipit piuttosto esibito, tra coreografie un po' cosi e titillamenti superficiali, il film prende, col trasferimento del gruppo di strippers in Florida, una virata che rischia di precipitar le nel moralistico, restando tuttavia in una equilibristica linea di galleggiamento, grazie soprattutto al personaggio corrucciato e "inquadrato" di Cody Horn.
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