Les biches – Le cerbiatte - Film (1968)

Spianando il terreno ad alcune pellicole italiane coeve (i gialli complottisti di Lenzi e Le altre di Maietto), Chabrol disvela le tensioni della borghesia ricca e sfaccendata attraverso l’amore particolare tra due donne perturbato dall’arrivo di un terzo incomodo (un uomo). Erotismo appena accennato, sceneggiatura statica, descrittiva e con scarsa introspezione: l’attrattiva risiede tutta nello sfondo di una Saint Tropez autunnale, nell’atmosfera morbidamente seduttiva e nel turgido cromatismo che incornicia gli espressivi volti truccati dell’Audran e della Sassard.

Impeccabile su tutto, tranne che sul finale. Eccellente l'estetica e impagabile la fotografia, che impreziosisce il volto e l'animo della Sassard, tutto improntato sull'egoismo e infarcito di amor proprio, nonchè dell'altra cerbiatta Audran, che finirà per fare l'allieva che supera la maestra... Inutili i due ospiti fissi, che voglion fare i ciambellani di corte, mentre Trintignant, pur essendo benestante, nel suo intimo è un gran smidollato. L'eccessiva ambiguità del finale è davvero fuori luogo, ma tutto sommato la resa è buona.

Signora altoborghese raccatta letteralmente per strada una ragazza senza un soldo e se la porta nella sua villa a Saint-Tropez. Le due donne titillano la fantasia dello spettatore alludendo tanto e mostrando poco, fino a quando l'intrusione di un piacente architetto mette in crisi il loro legame... Di poco successivo alla Volpe di Rydell, il film di Chabrol punta le sue carte sull'eleganza della messa in scena e sulla bellezza algida delle due attrici, ma la sensazione è quella di trovarsi di fronte ad un'opera che vuol essere morbosamente affascinante ma risulta invece banale, soporifera.

Potrebbe sembrare un'assurdità che una donna borghese si porti a casa una ragazza povera, ma non lo è. Chabrol attinge dalla vita vissuta e la pscicologia delle due è immortalata con grande vigore espressivo. L'iniziale sintonia presto svelerà inquietanti risvolti, che porteranno a un ineluttabile finale. Un'amicizia morbosa, un amore saffico vs una relazione "normale". Cornice: una borghesia comoda, in cerca di nuove emozioni. Attori in stato di grazia. Cosa scegliere sul vassoio del piacere mentre la tragedia si fa strada?

Fortemente caratterizzato dal punto di vista stilistico e giocato su una certa meccanica orologeria sul piano narrativo. Rispetto alla "sciatta" linearità dei gialli borghesi che costelleranno la filmografia chabroliana nel decennio successivo, "Les biches" insiste molto su luci tenui, dialoghi minimali, movimenti quasi catatonici dei personaggi, proponendo un'ossessione al contempo fumettistica e frigida che declina inevitabilmente in un bouffée delirante, in un gesto inconsulto ma improcrastinabile. Di languore inesausto gli occhi della Sassard, ma qui Stephane è irresistibile.

Francia 1968: una signora dell'alta società inizia una relazione sentimentale con una ragazza ma l'arrivo inaspettato di un affascinante Jean Louis Trintignant porterà grandi cambiamenti. Il film è ben girato e ben interpretato, solo che la sceneggiatura è intrisa di pregiudizi omofobi (la rapidità con cui inizia la relazione, i personaggi dei due gay, il finale).