Le roi du maquillage - Corto (1904)

La sperimentazione di un particolare trucco cinematografico (la dissolvenza per sovrapporre un’immagine ad un’altra), la rilevanza del paesaggio (un fondale su cui è disegnato un fiume, un ponte ed un gruppo di case ottocentesche) e la grintosa interpretazione di Méliès che, sempre ripreso in primo piano, si cala da trasformista in vari individui, da un vecchio barbone all’immancabile Diavolo con corna e mantello: tre aspetti che rendono questo corto assai prezioso.

Mèliès ha saputo essere oltre che uno strepitoso regista, anche un ottimo attore. Questo prodotto ne è la prova: in pochissimo tempo il nostro compie trasformazioni sorprendenti (da applausi quella finale, immancabile). Merita di essere conservato gelosamente.

Méliès disegna sulla lavagna alcune facce e il suo volto si trasforma in quel modo. Un corto molto interessante per diversi motivi. C'è la novità dell'inquadratura a mezza figura. C'è la quasi-novità del rapporto tra disegno e persona (già sperimentato da Stuart Blackton). C'è la modifica del volto "dal vivo", che sarà in seguito il cavallo di troia dello stupore in molti film, da Jekyll in poi. C'è l'istrionismo dello stesso Méliès, che qui si diverte più che mai. E si conclude con un finale suggestivo. Merita la visione.

Méliès è davvero il re del trucco. Questa volta disegna anticipatamente su di una lavagna (e come lo fa bene) la sua futura trasformazione somatica. L'effetto è alquanto divertente e le facce buffe del regista/protagonista fanno il resto. Piacevole.

In questo Re del trucco, Georges Méliès disegna prima dei volti, poi trasfigura il proprio viso sul modello del disegno. Prova molto fantasiosa dell’artista che conferisce al cortometraggio un connotato sperimentale mediante uno studio grafico dei volti disegnati e dei trucchi sul vero, il tutto con molta (auto)ironia e il solito buon ritmo.

Corto di Méliès (oltre due minuti) più curioso che bello, ma senz'altro originale e simpatico. Stavolta il pioniere sfrutta i suoi trucchi per prima rappresentare (con gesso e lavagna) alcuni volti, ai quali poi adegua il suo viso. Sorretto da buon ritmo, il film si chiude con la trasformazione di Méliès in demonio, figura di fascino per l'autore, visto che di costui si travestiva spesso e volentieri...