Lo strano rapporto tra un brusco venditore di dolci e un'anziana signora dal passato doloroso che gli fa da assistente. Un Giappone dai ritmi lenti, condizionati dai tempi della natura e dalla fioritura degli alberi di ciliegio, fa da sfondo alla storia di due solitudini che si incontrano in cucina e scoprono inaspettate somiglianze. La caratterizzazione dei personaggi (si aggiunge una ragazzina che frequenta il locale dei protagonisti) è molto ben realizzata, ed è ottima la prova degli attori. Un film riuscito.
Due sono le ricette della signora Toku: quella della marmellata di fagioli rossi e quella di cogliere la dolcezza della natura che ci circonda, nonostante le durezze della vita. Lei, costretta dall'infanzia alla segregazione da un morbo terribile, le insegna al gestore di un chioschetto di dolci e ad una ragazzina che lo frequenta. Un incontro fra tre solitudini che sbocca delicato come un fiore di ciliegio per un film altrettanto delicato, che punta scopertamente alla commozione e, se raggiunge lo scopo nel finale, lo deve soprattutto all'interpretazione toccante dell'anziana protagonista.
Bisogna avere la calma e la pazienza indispensabili per potersi accostare alla mentalità giapponese, fatta di tempi dilatati e attenzione ai dettagli. Pur con questa premessa, risulta comunque impegnativo reggere per intero la visione. L'intento della narrazione, molto delicata e intima, è di rivendicare l'importanza dell'ascolto e dell'osservazione attenta nei confronti della natura e degli esseri umani. Una lezione di filosofia orientale che però si avvale di una storia troppo esile e reiterata.
Film delicato come la fioritura dei ciliegi ed agrodolce (per la verità più agre che dolce) come la marmellata di azuki. La storia è piccola, semplice, lieve ma rischiarata da squarci poetici e da contenuti di profonda umanità. La forza della pellicola sta soprattutto nella caratterizzazione dei tre protagonisti principali. E col passare dei minuti le emozioni vengono sempre più a galla fino ad un finale struggente che commuove e regala, pur nella sua drammaticità, speranza. Così come la ricetta umanistica della signora Toku.
La Kawase, già molto apprezzata per opere precedenti come Hanezu e Still the water, si muove, anche in questo film, sul territorio a lei più familiare: quello di un intimissimo rapporto tra uomo e natura. Certo, il film non è male, ma la regista accondiscende a una fin troppo facile (a tratti persino stucchevole) retorica e a un sentimentalismo di maniera che non ci si sarebbe aspettati. Plausibilmente in cerca di una più ampia platea, la nostra abbassa notevolmente l'asticella della complessità della fruizione, riducendola al minimo.
Incontro tra solitudini e riflessione sul potere dell'ascolto, su un letto di petali di ciliegio, è un film delicato nei modi e nei tempi, richiede pazienza come la marmellata di fagioli rossi e si apre con una meravigliosa alba cittadina ma la bellezza della natura non entra così spesso nell'inquadratura quanto ci si possa aspettare. È un film che restituisce sentimento ma pretende abnegazione, che funziona sulla virtù recitativa della signora Toku, in contrasto con il burbero "principale". Da vedere con la consapevolezza di tutto il suo carattere orientale.
Il film è la signora Toku, con le sue marmellate, l'incredibile costanza, impegno e dignità che mette nel lavoro e, soprattutto, l'amorevole cura che ha del principale e dei clienti, in particolare per una ragazza, nonostante la vita non l'abbia certo agevolata, colpendola duramente nel fisico. Da notare la mano registica sensibile, in grado di far affezionare lo spettatore a quest'anziana signora che non si piange certo addosso per la sua condizione; e che riesce a vedere qua e là il bello di ciò che la circonda. Meritevole di visione.
MEMORABILE: La ragazza si documenta sulla malattia "Anche noi vogliamo vivere alla luce del giorno"; "Bisogna tendere l'orecchio alla natura"; La visita; L'audio.
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DiscussioneDaniela • 7/04/16 18:37 Gran Burattinaio - 5944 interventi
Rispetto a quella preparata dalla Signora Toku, qui viene utilizzato lo zucchero e non lo sciroppo di glucosio ed inoltre non è previsto che si debbano incoraggiare i fagioli durante la cottura - anche se nulla vieta di farlo... se però i fagioli vi rispondono, beh, allora è il caso di iniziare a preoccuparsi :o)