La vergine americana - Film (1984)

La vergine americana

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La nostra recensione di La vergine americana

Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

La seconda volta sarai più fortunato. E' la nuova contesa tra Dio e Satana, che si telefonano dalle rispettive sedi per una sfida: individuati due novelli Adamo ed Eva si dovrà verificare quanto sapranno resistere alle nuove tentazioni e quanto l'amore possa arrivare a sconfiggere l'odio. Chi vince, stavolta, si prende tutto! Una sfida che come primo risultato ha quello di prelevare dall'America di oggi un secondo Adamo (Wilson) e una seconda Eva (Franklin) per piazzarli in un nuovo Eden, dove dimenticato tutto si ritroveranno nudi alle prese con mele e serpenti. Ma è solo il primo di una serie di diversi episodi che vedranno i nostri spostarsi nelle diverse epoche per coltivare il loro rapporto....Leggi tutto Si va dalla Roma dei Cesari alla Prima Guerra Mondiale, dall'America Anni Venti fino a un ritorno ai giorni nostri, con Adamo rockstar ed Eva a promettergli corpo e anima in cambio di un contratto discografico capestro. Il tutto condotto con toni che mescolano una commedia molto rozza a sdolcinati incontri utili più che altro a mostrarci una Diane Franklin alle prese con look molto diversi e qualche piacevole nudo gratuito come quello davanti al plotone d'esecuzione ("e allora sparate qui", con conseguente esibizione del seno). Se però Dio (Morley) resta pacioso sul suo trono tra le nuvole lasciando all'arcangelo Gabriele di intercedere per lui, Satana (Helpmann) s'infila nelle storie prendendovene parte con decisione fin dall'Eden, nell'episodio che faceva prevedere una componente weird in seguito scarsamente svuiluppata. Già quando si passa nell'antica Roma (si vede giusto un tempio) si capisce come il film abbia poco o niente da dire, solo anonime frasi in sequenza intorno a vicende di nessuno spessore, buttate lì sfruttando qualche stereotipo legato al tempo. Non per far sorridere comunque, si badi bene, perché l'impianto non è da vera commedia. Nell'America dei gangster per esempio ci si limita a ricreare dozzinalmente il clima Anni Venti con la Franklin in abitini succinti e Wilson con cappello e sguardo da duro. La chiusura ai giorni nostri, con Lucifero a far da manager discografico, è abbastanza sintomatica del preoccupante vuoto d'idee del film, di nuovo pronto a imbastire uno spunto insignificante risolto nel peggiore dei modi. Non si capisce davvero cosa salvare, al di là delle provocanti mise della Franklin...

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 4/07/16 DAL DAVINOTTI
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