Il diavolo è femmina - Film (1935)

Il diavolo è femmina
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MMJ Davinotti jr
Titolo originale: Sylvia Scarlett
Anno: 1935
Genere: commedia (bianco e nero)
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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Briosa commedia sentimentale d'altri tempi che, a differenza di altre, regge ancora bene il peso degli anni. Merito di una regia fresca (di George Cukor, non uno qualsiasi!) che sa non scadere mai nello sdolcinato spostando l'azione da un campo all'altro con estrema disinvoltura. E brava naturalmente Katharine Hepburn negli adorati panni di maschiaccio che caratterialmente le donano, come noto: le risulta “naturale” il cambio di sesso mantenendo una precisa identità personale. A farle da spalla ci sono comunque uno strepitoso Cary Grant (che diventerà suo compagno d'avventure mantenendo un certo “distacco” professionale) e un ottimo Brian Aherne: nella parte del pittore ricco e affascinante...Leggi tutto sfrutta bene i dialoghi che gli vengono affidati da una sceneggiatura indubbiamente brillante. Tutto il finale sul treno, ad esempio, è studiato con grande gusto e ironia, andando a chiudersi nel miglior modo possibile. Un'opera che sa essere omogenea senza particolari cadute di tono mantenendosi sempre su buoni livelli. Certo può far sorridere che la Hepburn venga scambiata per un uomo solo per il taglio di capelli e il vestito e per questo alcune parti sono a dir la verità piuttosto ingenue; inscritte però in una tradizione hollywoodiana più incline all'incanto della favola che al realismo quotidiano vanno gustate per quello che sono, lasciandoci la possibilità di commuoverci (ma nemmeno troppo) di fronte alle avventure di questa banda di vagabondi improvvisati (assieme a Grant e la Hepburn ci sono anche il padre di lei e la domestica d’una casa che i tre avevano tentato di svaligiare). Un bello sforzo corale quindi per una commedia “on the road” in anticipo sui tempi.

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Galbo 7/11/09 11:53 - 12399 commenti

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Cinque anni prima del capolavoro Scandalo a Filadelfia, Cary Grant e Katharine Hepburn, sempre diretti da George Cuckor avevano interpretato questa curiosa commedia (peraltro penalizzata da un ingiusto insuccesso commerciale), basata sulla vicenda di Sylvia Scarlett che fugge travestita da uomo dalla Francia all'Inghilterra.Il diavolo è femmina si segnala perchè affronta argomenti quali il travestimento e la finzione in modo arguto, grazie ad una buona sceneggiatura ed un'impeccabile regia.

Giacomovie 23/07/11 08:52 - 1398 commenti

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Commedia frizzante con un ritmo così elevato che la fa sembrare una simpatica meteora che passa senza lasciare segni concreti. Garbato e ben girato, risulta più spiritoso che divertente, con diverse situazioni briose che lo rendono solo evasivo. Cary Grant e Katharine Hepburn poterono affinare la loro intesa per i successivi migliori lavori e quest'ultima, fortunatamente, se la cavò meglio come Sylvia che come Sylvester. Comunque risultano riusciti gli episodi del travestimento. **!

Il Gobbo 25/07/11 09:21 - 3015 commenti

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Datato e qui e là ingenuo, ma condotto abilmente su un sentiero (quello dell'ambiguità sessuale) non proprio scorrevole nel '35, con il codice Hays in pieno vigore: ambiguità che allo spettatore odierno, conscio delle inclinazioni personali di Cary Grant, risulta anche maggiore... Hepburn e Grant, che lo diciamo a fare?. Conserva una sua grazia e, va detto, smentisce nel finale la più scontata delle previsioni, ma Cukor ha fatto di meglio.

Daniela 28/12/11 09:40 - 12672 commenti

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Quale donna sana di mente, anche se si fa passare per maschio, fra Grant e Ahern sceglierebbe il secondo? Nella realtà potrebbe accadere, ma nella finzione cinematografica non ci dovrebbe essere storia, ed invece Cukor abilmente rimescola le carte, lasciandoci in dubbio fino alla fine di questa commedia elegante, ironica con una vera di tristezza, troppo avanti per i suoi tempi per avere successo. Adorabile Hepburn, che sembra a suo agio vestita da ragazzo, troppo naturalmente elegante Grant per essere un furfante proletario.

Giùan 26/12/11 15:23 - 4565 commenti

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Non cessa di far strabuzzar gli occhi notare, accanto ai titoli della filmografia di Cukor, l'anno di produzione. Regista d'eccezionale dinamismo, costantemente proiettato nel futuro, firma questa commedia amorale che non meraviglia affatto abbia trovato pochi estimatori nel 1935, giocata com'è sul tema della finzione (in tutte le sue variabili: travestimento, gioco, tradimento, sotterfugio capzioso). Il film, lontano dalla screwball tipica del periodo, è un divertimento raffinato, pensoso pieno di malinconia. Scarlett Hepburn diva, Grant cinico come mai dopo.

Grifun 11/05/14 14:47 - 24 commenti

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Una delle tante commedie di George Cukor, anche se con un retrogusto malinconico che in altri film del regista non è presente e, anche se diverte, sente il peso degli anni maggiormente rispetto a pellicole come il capolavoro Scandalo a Filadelfia. Sono comunque sempre degne di nota le interpretazioni di Katharine Hepburn (ottima sia come donna che come uomo) e Cary Grant, che affinano l'intesa per i film successivi.

Mco 10/05/16 17:27 - 2328 commenti

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Sylvia è un ragazzo. Ma che ragazzo! In verità sotto le spoglie di Sylvester si cela la straripante bellezza di Katharine Hepburn, in fuga con il padre dalla giustizia. Fa spettacoli, corre, si innamora e poi scappa di nuovo in un turbinio di azione e sentimento che rendono la pellicola pregna di magici effluvi emozionali. Cary Grant ci prova ma la concorrenza lo mette all'angolo, il che è tutto detto in un film dove niente è scontato. Come, d'altronde, l'amore vero dimostra ogni giorno sulla Terra. Immarcescibile.

Rufus68 1/02/19 00:11 - 3845 commenti

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Nonostante la presenza di Cary Grant e di un manipolo di notevoli caratteristi, la Hepburn domina la scena incontrastata. Eccezionale il suo en travesti in cui alterna sgarbatezze da maschio quando è femmina e tenerezze da femmina quando è maschio; non dimenticando che noi sappiamo che è una femmina travestita da maschio mentre gli attori lo ignorano et cetera. Un vorticoso divertissement e una prova magistrale d'attrice che vale da sola la visione. La trama è un pretesto.

Rambo90 28/02/21 04:10 - 7702 commenti

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Atipica commedia romantica, soprattutto pensando ai canoni hollywoodiani, perché Cukor mette in piedi un film errabondo che conserva ancora oggi intatto il suo fascino proprio per i continui e imprevedibili cambi di scenario. La sceneggiatura salta da una situazione all'altra con disinvoltura, rendendo spesso davvero impronosticabile cosa accadrà in seguito e tenendo alto il ritmo. La Hepburn è in stato di grazia, perfettamente a suo agio nel ruolo di maschiaccio, e Grant più di una volta attira l'attenzione con la sua aria furfantesca e scanzonata. Buono.

Paulaster 18/10/22 09:48 - 4427 commenti

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Gruppo di imbroglioni gira per l'Inghilterra con uno spettacolo. La sceneggiatura avanguardista propone il travestimento della Hepburn mescolando i ruoli nella vicenda. Non la solita commedia sentimentale, anzi, che si permette anche la parentesi tragica del padre. Cukor gira piuttosto bene ed è la Hepburn che ne beneficia maggiormente; Grant è meglio all'inizio, quando il suo ruolo è in primo piano.
MEMORABILE: La soffiata sulla nave; Il salvataggio in acqua; La fuga dal treno.

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Cerveza 22/02/23 06:38 - 373 commenti

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La trama viene subito indirizzata con un incipit parecchio ingenuo in cui sembra basti modificare il nome sul bagaglio per cambiare identità e tagliare i capelli per sembrare un uomo, ma è una trovata tipica da screwball comedy necessaria come innesco per creare le situazioni farsesche a seguire. Passando a rotta di collo nell'area slapstick, rallenta per dare fiato alle vicende amorose, sterza verso la tragedia e poi riaccelera chiassosa; il tutto in modo arruffato ma simpatico. Il doppiaggio televisivo anni '70 è un po' chimico e toglie fascino, ma forse esiste solo quello.
MEMORABILE: Jimmy e Sylvia: "Te lo ricordi quanto era allegro in principio?" "Purtroppo accade spesso di essere allegri in principio".
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